Estorsione, l’allarme di Fabi sul “welfare mafioso di prossimità”
I numeri parlano chiaro: le istanze presentate in Sicilia per minacce di estorsione sono passate dalle 75 del 2018 e 2019 alle 19 del 2020, mentre per il reato di usura le domande vanno dalle 37 del 2018 alle 26 del 2019 a soltanto 9 nel 2020. Un “Welfare mafioso di prossimità, contro cui accorre la massima attenzione” afferma Gabriele Urzì segretario provinciale e responsabile Salute e Sicurezza Fabi Palermo. Urzì lo definisce “un sostegno attivo alle famiglie, agli esercenti e agli imprenditori in difficoltà esercitato dalle organizzazione criminali che cercano di infiltrarsi ulteriormente sul territorio in cambio di future possibili connivenze”. Leggi anche –Racket e Covid. Grassi (Asaec): “Gli effetti si vedranno tra anni” Le leggi antiracket e antiusura esistono, la legge 108 del 1996 e la 44 del 1999, ma secondo il sindacato occorre un grosso passo in avanti. Anche perché “i tragici mesi segnati dalla pandemia stanno provocando pesanti effetti sulla popolazione, sugli stili di vita e sull’economia”. Un impianto normativo su cui “sono necessari ulteriori miglioramenti in tema di efficienza gestionale, snellezza amministrativa e supporto informatico – continua Urzì – per essere incisivi, rapidi ed efficienti nei complessi procedimenti istruttori”. Ci sono comunque dei segnali positivi in Sicilia “ad esempio, nel 2019 a Bagheria i giovani gestori di un pub hanno consentito di portare alla sbarra una cosca mafiosa, ma bisogna potenziare il modello di solidarietà offerto dalle leggi vigenti”. La colpa è anche delle “lungaggini dell’istruttoria e di un supporto informatico non eccellente, in corso di revisione e ammodernamento e che sarà pienamente operativo solo alla fine del 2021”, afferma Fabi. Sul versante della delibera delle somme destinate alle vittime di estorsione la Sicilia è al secondo posto con 4.890.832,46 euro dopo la Campania con 5.216.598,03 euro. Sul versante delle somme deliberate per vittime di usura abbiamo la Sicilia al terzo posto con 374.572,79 euro, dopo Campania con 1.165.946,51 euro e Puglia con 667.560,50 euro. I dati sono estratti dalla Relazione annuale sull’attività 2020 del ministero dell’Interno, Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Leggi anche –Banche, in Sicilia sempre meno sportelli. La denuncia di Fabi Il Fondo di prevenzione agisce tramite i Confidi e le Fondazioni antiusura che sostengono chi ha bisogno di denaro e offrono alle banche la garanzia dello Stato. Ed è proprio verso le banche che punta l’indice la Fabi di Palermo. “I grandi gruppi stanno progressivamente abbandonando il territorio, soprattutto in Sicilia, con una forte ed incessante diminuzione di sportelli ed addetti. Questo – osserva Urzì – comporta una sempre maggiore difficoltà di accesso ai servizi bancari e al credito, che non fa altro che peggiorare la situazione descritta già difficile prima della pandemia. Invece la Banca “cosa nostra spa” è sempre attiva e opera capillarmente sul territorio. Se aggiungiamo le stringenti normative Bce sulla concessione del credito e il progressivo disimpegno dai territori meno floridi da parte di molte banche, che concentrano gli impieghi nelle aree più produttive del Paese, dove rischiano di meno, la frittata è fatta”.