Etna, nuova eruzione. Cenere, lapilli e pioggia sui paesi già colpiti

Eruzione dell’Etna la notte scorsa, e il copione si ripete. Intorno all’una l’attività esplosiva, già iniziata nella serata di domenica, si è trasformata in fontane di lava. Difficile osservare il fenomeno a causa delle condizioni meteo, con le nuvole che hanno spesso avvolto la zona dei crateri sommitali. Di tanto in tanto però è stato possibile vedere le altissime fontane di lava prodotte dal cratere di sud est e la colonna eruttiva di gas e materiale vulcanico che si è innalzata per chilometri sulla cima dell’Etna. Il tredicesimo parossismo in meno di un mese è proseguito per circa due ore, e nel frattempo cenere e lapilli hanno cominciato a ricadere ancora una volta sui centri abitati e sulle campagne coltivate del versante orientale del vulcano, prevalentemente nella fascia da Milo a Giarre, da Zafferana a Sant’Alfio, fino al mare di Riposto. Ad aggravare la situazione già di crisi che si vive in questi paesi, colpiti più volte dalla pioggia di cenere nei giorni scorsi, il fatto che che il materiale vulcanico sia ricaduto al suolo insieme alla pioggia e accompagnato da forte raffiche di vento. A Milo i lapilli sono stati accompagnati da nevischio, visto che le temperature si sono molto abbassate. Continua e si aggrava dunque l’emergenza che sta provocando immensi danni e problemi ai cittadini del versante est. Naturalmente nessuno è in grado di prevedere quanto ancora durerà questo tipo di attività dell’Etna.