Evasione fiscale, Catania spende meno di tutti per i controlli: 6 euro a persona

Unquarto delle entrate dei Comuni italianiviene in media dalleentrate tributarie. Etrate comeImu, l’imposta municipale propria che pesa sulla proprietà degli immobili, dellaTari, ovvero la tassa sui rifiuti, e dell’addizionaleIrpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, sono quindi fondamentali per i bilanci delle amministrazioni pubbliche. E ilrecuperodelle somme non saldate dai cittadini è fondamentale per la sopravvivenza degli enti. Come mostrano i dati diOpenbilanci,in media i Comuni italiani spendono 26,12 euroa persona per effettuare i controlli tributari econtrastare l’evasione. Alcuni Comuni però spendono molto meno: è il caso diCatania. Il capoluogo etneo è tra le città metropolitane italiane conil costo maggiore dellatassa sui rifiuti, ma spende la cifra più bassa per recuperare le somme:solo 6,19 europro-capite. Il dato,elaborato da Openpolissulla base deibilanci consuntivi depositati dai Comuni per il 2021, vede il capoluogo etneo dietro a città comeNapoli(8,94 euro pro-capite),Roma(11,92 euro),Genova(15,6 euro), eBari(15,7 euro a persona). Le altre aree metropolitane italiane sono tutte con cifre superiori alla media. Tra questeMessina, che quasi doppia la cifra media italiana raggiungendo51,72 euro pro-capite. Nella classifica di Openpolisnon è inclusa Palermo: alla data di pubblicazionenon era ancoa disponibile il bilancio consuntivo 2021. Tra le città capoluogo siciliane, secondo i bilanci 2021 èRagusa con 66,58 euroquella che spende più soldi pro-capite, seguita daMessina(51,72 euro),Siracusa(23,96 euro),Enna(16,84 euro) eCaltanissetta(12,9 euro), mentreCataniacon 6,19 euro chiude la classifica in negativo. Come per Palermo, anche perAgrigentoeTrapani non sono disponibili i datidei consuntivi. Tra gli altri grandi comuni siciliani sopra i 50 mila abitanti, non sono presenti i dati diGela e Modica.Misterbiancoè il grande Comune non capoluogo con la quota più alta,18,76 euro, seguito daMazara del Valloche spende 13,94 euro a persona. Vittoria arriva invece a 10,48 euro,Marsalaspende 9,99 euro, Acireale 8,89 euro.Bagheriaha invece il record negativo: solo2,55 europro-capite Dai dati è quindi facile vedere come si trovino tutte nel Centro-Nord le grandi città che spendono di più per la gestione dei tributi. Nel dettaglio,Veneziaspende 192,98 euro pro capite, circa il doppio rispetto aTrieste, seconda88,33 euro. TerzaFirenze, con poco meno di 75 euro, che precedeMilanoa quota 66 euro. Se si considerano tutti i Comuni italiani, la spesa media ammonta a26,12 euro a persona. In media, gli importi maggiori si registrano nelle amministrazioni dei territori autonomi dellaValle d’Aosta(196,26), diTrento(82,42) e delFriuli-Venezia Giulia(69,15). Spendono di meno invece i comuni siciliani (17,88 euro a persona), veneti (16,92 euro) e campani (15,49 euro).Moggio, comune inprovincia di Lecco, è l’ente che spende di più per i controlli tributari: si tratta di2.444,19 euro pro capite, in termini assoluti circa 1,1 milioni di euro. Seguono la già citata Ayas (Aosta, 1.187,01), Lignano Sabbiadoro (Udine, 1.115,9) e Picinisco (Frosinone, 1.107,13). Sono in tutto sei le amministrazioni che registrano spese superiori ai mille euro pro capite.