Fine vita, la Sicilia non ha una legge. Siciliani pronti a raccogliere le firme

Fine vita, la Sicilia non ha una legge. Siciliani pronti a raccogliere le firme

LaSiciliainizia a muovere i primi passi per il deposito di unalegge di iniziativa popolareche regoli ilfine vita. 144 siciliani hanno richiesto informazioni sul“suicidio assistito”chiamando il Numero Bianco istituito a supporto dellacampagna “Liberi Subito”dell’associazione Luca Coscioni. Lo scorso novembre il tesoriereMarco Cappatoè stato a Palermo per anticipare l’inizio delle attività. La notizia oggi è l’inizio ufficiale della raccolta firme a maggio, come comunicato dal coordinatore nazionale della campagna “Liberi Subito”,Matteo Mainardi. Per regolare e garantire il fine vita in Italia sono stati utilizzati tutti glistrumentimessi a disposizione dallaCostituzione. Dalla raccolta firme nelle piazze, allainiziativa comunale congiunta, all’iniziativaregionale, manon c’è ancora un input a livello nazionale. Sono leforze progressistepresenti all’Arsa stare appoggiando l’avvio della proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita in Sicilia. Partito Democratico, Sinistra Italiana, +Europa e con più riserve il M5S, ma l’obiettivo della campagna resta quello di coinvolgere i siciliani. La campagna “Liberi tutti” conta su una sola “cellula” siciliana, a Catania, nata due anni fa, che sta facendo da traino per l’attività regionale e da collante con il coordinamento di Roma. Leggi anche –Sanità: i siciliani si curano fuori e portano al Nord 230 milioni di euro Il tema della fine vitainteressai siciliani. “Il nostro Numero Bianco sul fine vita ha fornito informazioni su comeaccedere al “suicidio assistito”almeno a 144 cittadini della regione” ha spiegato il coordinatore nazionale Matteo Mainardi. Un numero superiore rispetto quello comunicato lo scorso novembre. I siciliani sono sensibili anche al tema del“testamento biologico” (Dat),regolamentato già dal Ministero della Salute. “Alla fine del 2022 risultavano depositati nei comuni siciliani11.234 Dat, con unamediadiun Dat depositato ogni 285 abitanti maggiorenni. Durante la campagna referendaria del 2021,52.632 firmesono state raccolte in Sicilia” ha proseguito il coordinatore nazionale della campagna “Liberi subito”. In Sicilia l’Associazione Luca Coscioni prevede di depositare la proposta di legge sul fine vita, tramite iniziativa popolare, iniziando laraccolta firmea partire damaggio 2024. “La sfida è ardua a causa delleprevisioni statutarie stringentidella Regione siciliana – ha spiegato Mainardi – servono10mila sottoscrizioni. Un numero spropositato se si considera che laLombardia, con il doppio della popolazione residente e un numero di comuni quattro volte superiore a quelli siciliani, richiedela metà delle firme. Ossia 5.000″. Mainardi ha fatto notare come “dopo la Puglia, la Sicilia è la regione con il più alto numero” di firme da raccogliere. Un obbligo che rende “difficile eai limiti dell’impraticabilitàla partecipazione popolare”. Leggi anche –Aborto, Cgil: “In Sicilia pochi medici non obiettori. Attacco alle donne” Maurizio VaccaroeCamilla Malatinosono i coordinatori dellaCellula Cataniadell’associazione Luca Coscioni. La cellula è nata il 26 febbraio del 2022 e da due anni raccoglie lerichiestedi informazione che arrivano,non solo sul fine vita, da tutta la Sicilia. Da maggio la Cellula Catania si sposterà per la Sicilia con ibanchi di raccolta firmedella campagna “Liberi tutti”. Un’attività che sarà lunga, come già spiegato dal coordinatore nazionale Minardo, ma che potrebbe essere agevolata dall’autorizzazione all’utilizzo degliautenticatori di firma. “Sarebbero fondamentali per gli stessimalatie per idisabili– ha spiegato Maurizio Vaccaro – potrebberofirmare digitalmentesenza alcunosforzo. Se fosse davvero depositato all’Ars il disegno di legge sulla firma digitale, per la nostra campagna rappresenterebbe una chiave di volta”. Catania è per il momento l’unico avamposto dell’associazione in Sicilia. “Raccogliamo le istanze via email e forniamo informazione sucure palliative,fine vita,suicidio assistito. Nel 2023 le richieste sono aumentate in modo significato in Italia e anche in Sicilia”. Scrivendo alla Cellula di Catania o chiamando l’associazione Luca Coscioni a Roma vengono fornitidue livelli di assistenza. “Il primo livello – ha spiegato Maurizio Vaccaro – risponde con informazioni basilari. Poi c’è un secondo livello dove gli utenti vengono assistiti daavvocati,mediciopsicologi, in base alla condizione e l’esigenza”. Seppure l’iniziativa abbia un appoggio politico in Sicilia, la campagna “Liberi subito” punta a risvegliare lamassa criticanella società civile. “Non vogliamo che succeda in Sicilia quel che è già accaduto inVeneto, dove la legge è stata bocciata per leresistenze politiche. Per questo vogliamo agganciarci ai siciliani” ha concluso il coordinatore della Cellula Catania Vaccaro. Leggi anche –Intelligenza artificiale, l’ultima sfida tra uomini e macchine sarà sulle parole In Italia, la situazione sulla legge sul fine vitacambiada regione a regione. Sicilia comeSardegna,Calabria,Valle d’Aostastanno compiendo i primi passi per la nascita di una norma, procedendo con una proposte di legge d’iniziativa popolare.Toscana,Umbria,Trentino Alto Adige,Campania,Molisestanno cercandoconsiglieri regionaliper depositare il testo nei prossimi mesi. L’iter è più “maturo” inEmilia Romagna. Qui una proposta popolare è stata depositata a luglio 2023 con 7.300 firme, ma è in attesa di discussione in Commissione Sanità. InPiemonte, la proposta con 11mila firme è anche in esame in Commissione. Passi avanti inLombardia. Con 8mila firme la proposta è stata dichiarata ammissibile, ma la discussione in Consiglio Regionale deve ancora iniziare. La proposta depositata in Liguria è opera di un gruppo trasversale di consiglieri, e il primo dibattito è previsto per il 19 febbraio 2024. IlVenetoè stata la prima regione a discutere la legge, ma l’ha approvazione, chiesta in primis dal governatore leghistaLuca Zaia, è mancata per un solo voto in assemblea regionale. InFriuli Venezia Giulia, la proposta è in Commissione senza una data certa. LaPugliaha adottato una delibera di Giunta a gennaio 2023, che presenta però delle problematiche tecniche. LaBasilicataè l’unica regione che ha visto il deposito della proposta attraverso l’iniziativa dei comuni a favore del fine vita, ma la discussione in Aula non è ancora avvenuta. NelleMarche, nonostante una discussione in Commissione, il dibattito è caduto nel vuoto. InAbruzzo, la prima proposta di legge popolare è stata depositata, ma la Regione non ha incardinato il testo nonostante 8mila firme. NelLaziodue consiglieri hanno depositato la proposta di legge il 20 febbraio.