I compiti delle “inutili” Province: anche la cura delle strade contro il maltempo

Lastagione delle pioggesi avvicina, malgrado ilcaldo di questi giornisuggerisca il contrario, e torna il tema dellamanutenzione delle strade siciliane: a doversi occupare di migliaia di chilometri in tutta l’Isola sono leex province, tra i cui compiti c’è quello di evitare che con ilmaltemposi trasformino infiumimettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini. Spesso descritti come “enti inutili“, in realtà Liberi consorzi e Città metropolitane hanno molte competenze, dallasicurezzaaitrasportiallescuole, oltre appunto allaviabilità. Settori delicati, che secondo la Corte costituzionale devono essere gestiti daorganismiregolarmente eletti dai cittadini. Leggi anche –Nuovi commissari per le ex Province. Sono tutti dirigenti della Regione Lamacchina burocratica, sostengono gli ermellini, non può funzionare a dovere senza lapolitica. Dopo la bocciatura dellaLegge 56/2014, meglio nota comeriforma Delrio, che trasformava le province in enti di “secondo livello” eliminando l’elezione diretta, questi enti sono entrati in una sorta dilimbo. Sia all’Assemblea regionale siciliana che al Parlamento nazionale sono in discussione delle leggi per ripristinare l’elezione diretta. Le tempistiche però non sono chiare. Ildisegno di legge 319-97, approvato a luglio dalla commissione Affari costituzionali dell’Ars, prevedeva di votare “tra il 15 ottobre e il 30 novembre”. Tempi evidentementetroppo stretti, visto che il disegno di legge deve ancora passare dalla commissione Bilancio ed essere votato poi in Aula. La cosa più probabile, per gli addetti ai lavori, è che ormai si vada al votonella primavera del 2024. Leggi anche –Province, il ritorno delle ex: ma la nuova legge rischia l’illegittimità Intanto si va avanti con icommissariamenti. In Sicilia si parla dei seiLiberi consorzi di Comuni– Agrigento, Caltanissetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani – mentre le treCittà metropolitane– Palermo, Catania e Messina – sono guidate dai rispettivi sindaci metropolitani.L’ultimo commissariamento è arrivato il 14 settembre, ma bisogna accelerare. Con lasentenza 136/2023la Corte Costituzionale ha ordinato “il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani”, in modo da porre fine “alla più volte prorogata gestione commissariale”. Una volontà ribadita nelle scorse settimane dal presidente della RepubblicaSergio Mattarella, cheintervenendo all’assemblea dell’Upi,Unione province italiane, ha parlato di “vuoti e incertezzeche non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, competenze incerte, lacune nelle funzioni”. Da qui la necessità di “ripartire al più presto“, anche alla luce delPnrr, “un banco di prova anche per le province”. Leggi anche –Aumenta lo ‘stipendio’ del sindaco. Ma solo se lo pagano i cittadini A proposito dicompetenze, a chiarire le funzioni delle province è lastessalegge Delrio. Le province si occupano anzitutto di “pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché ditutela e valorizzazione dell’ambiente“. Un aspetto delicato, perché tocca il tema deldissesto idrogeologicoe della gestione dellereti fluviali.Inoltre gli enti intermedi si occupano di “pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, nonché di autorizzazione e controllo in materia ditrasporto privato“. In questo ambito rientra anche la “costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione dellacircolazione stradale“. Ci sono poi competenze in materia di “programmazione provinciale dellarete scolastica“, ma anche di “gestione dell’edilizia scolastica“. Infine le province si occupano difunzioni burocratiche,tra cui la “raccolta ed elaborazione di dati e assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali”. Leggi anche –‘Nuove’ Province: tornano i politici, spesa di 11 milioni di euro l’anno Sul piano sociale, la legge prevede che le province vigilino “suifenomeni discriminatoriin ambito occupazionale”, e che promuovano “pari opportunità sul territorio provinciale”. Un capitolo a parte meritano le province “conterritorio interamente montanoe confinanti con Paesi stranieri”. Per esse sono previste ulteriori competenze. Da una parte, sono chiamate a occuparsi “disviluppo strategico del territorioe gestione di servizi in forma associata in base alle specificità del territorio medesimo”. Aggregazioni per promuovere lecomunità montane, insomma. Dall’altra, hanno funzioni “diplomatiche” con gli enti limitrofi. Tra le loro competenze infatti rientrano “lerelazioni istituzionalicon province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti territoriali di altri Stati, con esse confinanti e il cui territorio abbia caratteristiche montane”. Rapportinon puramente formali, precisa la legge, ma da gestire anche attraverso “accordi e convenzioni”.