Il cavallo siciliano è ufficialmente una razza a limitata diffusione
Ilcavallo sicilianoè ufficialmente una razza a limitata diffusione, riconosciuta dal ministero dell’Agricoltura, sovranità Alimentare e Foreste, con decreto dello scorso 28 febbraio. L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia ha celebrato ieri ilsuccessomade in Sicily,frutto della collaborazione e del gioco di squadra tra diversi ‘attori’, che hanno messo a sistema le proprie competenze per un successo auspicato e atteso. A gestire l’inserimento del cavallo siciliano nel Programma genetico per la conservazione delle razze equine ed asinine italiane a limitata diffusione è l’Anareai(Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane), presieduta da Luca Marcora, in costante dialogo con l’Aracsi(Associazione regionale allevatori del cavallo siciliano), presieduta da Francesco Russo, e l’Istituto Incremento Ippico diretto da Michelangelo Bentivegna. “Il merito va dato agli allevatori – afferma Bentivegna – cuore pulsante di questo importante riconoscimento, che deve essere un punto di partenza. Finalmente il cavallo siciliano ha una identità ufficialmente riconosciuta, per cui può essere valorizzato e crescere insieme con agli allevatori”. Durante la cerimonia di presentazione, in collegamento Stefania Reitano, funzionarioMasaf. “Si tratta di unrisultato storico per il mondo degli allevatori,per l’Istituto di Incremento Ippico e per la Regione Siciliana – prosegue il commissario straordinario dell’Istituto Incremento Ippico,Ignazio Mannino– dal quale parte la volontà forte di rilancio di tutte le razze autoctone per potenziare e rendere competitive le razze siciliane in modo che le stesse possano dare il giusto lustro nel mondo delle discipline sportive, dell’allevamento e anche dell’utilizzo sociale dei nostri cavalli che si distinguono anche per il loro equilibrio fisico e mentale. Voglio ringraziare chi ha lavorato per consentirci di centrare questo obiettivo, in particolare il presidente dell’Anareai, Luca Marcora, e il direttore, Matteo Vasini, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida”. “Un riconoscimento importante per la nostra Sicilia – dichiara l’Assessore all’agricoltura,Luca Sammartino– culla di biodiversità e di storia. Il cavallo siciliano che popola la nostra regione da centinaia d’anni è l’emblema della nostra terra crocevia di popoli e culture, contaminazioni che hanno impreziosito il nostro territorio. Preservare e tutelare questa razza autoctona è unmodo per custodire la biodiversitàe innescare circuiti virtuosi a livello turistico: un traguardo ambizioso che non ci spaventa anzi ci invoglia proseguire su questa strada. Voglio porgere un ringraziamento a chi ha reso possibile tutto questo”. Esiste inoltre un progetto di ‘Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche equine ed asinine siciliane’, avviato nel 2022 e ancora in fase di svolgimento, realizzato nell’ambito della misura 10.2.b (Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che coinvolge, nello specifico, ilDipartimento Di3A dell’Università di Catania, con il contributo del prof. Salvatore Bordonaro, responsabile scientifico per la caratterizzazione genetica e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, nella figura del prof. Alessandro Zumbo, responsabile scientifico per la caratterizzazione morfologica, nonché le veterinarie Ketty Torrisi, Elina Scollo e Carla Mainenti, responsabili scientifiche del laboratorio di crioconservazione e della Banca del seme, coadiuvate da Benedetto Mancuso e Maria Costanza Grasso. “Ilcavallo siciliano è l’ultimo arrivato tra i tipi genetici autoctoni di equidi che possiedono lo status di razzaad oggi a rischio di estinzione e si aggiunge al cavallo Purosangue Orientale, al cavallo Sanfratellano, all’asino Ragusano e all’asino Pantesco – spiega il responsabile Bordonaro – Manca all’appello ancora l’Asino Grigio Siciliano, di cui il progetto sta curando la caratterizzazione”. “Le azioni progettuali – prosegue il prof. Zumbo – mirano ad indagare l’attuale variabilità morfologica e genetica delle razze/popolazioni equine e asinine autoctone siciliane, a studiare il grado di differenziazione intra e fra razza rivelato dai loci nucleari e dagli indicatori morfologici e l’esistenza di eventuale sottostruttura genetica riconoscibile imputabile a linee familiari, e/o a scelte gestionali”.