Il divario Nord-Sud? Si può colmare attraverso il mare
Il mare è la “carta delmazzo” che l’Italia non ha mai giocato per tornare a essere competitiva in Europa e nel mondo. Con assettigeopoliticinel mar Mediterraneo in continuo cambiamento a seguito della crisi del canale di Suez, il Mezzogiorno può tornare a essere protagonista. Questo apattodi una programmazioneseriae concreta, che manca da oltre un secolo, e che possa lasciarsi alle spalle la “questione meridionale”, concentrandosi su una più larga scala. Una sfida lanciata al Palazzo Biscari di Catania dal ministro delle Politiche del Mare NelloMusumeci, in occasione delX Convegno Giovani Ance del Mezzogiorno:“La geografia – commenta Musumeci – incide sulle scelte politiche, economiche e di sviluppo di un territorio. Per caratteristiche diverse in Italia si sono sviluppati due sistemi”. I due sistemi, per ilministro, sono “quello Nord, che ha rivolto il suo interesse verso il cuore del continente, e quello Sud, che ha posto lo sguardo sul mar Mediterraneo. Uno non esclude l’altro, per rendere l’Italia un Paese competitivo nel mondo, ponendo al centro una “questione nazionale”. Unobiettivodel governo Meloni, che ha messo in campo il PianoMatteiper rafforzare gli scambi e le interazioni con alcuni Paesi del Mediterraneo e del nord Africa”. Un’opportunità per ilmeridione, che non può sottovalutare l’assenza di adeguate infrastrutture che lorendanocompetitivo. Una questione al centro del Convegno delle associazioni giovanili dei costruttori di Sicilia, Calabria, Campania e Puglia (Ance Giovani) – moderato dal giornalista MicheleGuccione– che ha puntato l’attenzione sullosviluppoportuale, ferroviario e della Zona Economica Speciale. Tra le macro-opere più attese e dibattute ilPontesullo Stretto di Messina: “Diverse le ricadute positive per la nostra Isola: dai37 mila posti di lavoroalle realizzazione di altre infrastrutture a essoconnessi, come il rafforzamento delle reti stradali, autostradali e ferroviarie – sottolinea il presidente di Ance Giovani Sicilia MarcoColombrita– Dati dimostrano che le infrastrutture e l’alta velocità contribuiscono a ridistribuire l’occupazione nei territori in cui i dati sonopocoincoraggianti“. Un tema, dunque, che non abbraccia solo l’aspetto economico, ma anche quello sociale, come evidenziato dal presidente di Ance CataniaRosario Fresta. Nonostante le criticità e le opere ancora da realizzare, come evidenziato dal presidente di Ance Sicilia SantoCutrone– e le difficoltà legate all’insularità – per cui il governo Regionale ha avanzato delle richieste specifiche al Governo nazionale ed europeo – la Sicilia è un esempio concreto. “L’Amministrazionepubblica non può che sostenere le iniziative volte allo sviluppo – dichiara l’assessore all’Economia della Regione Siciliana MarcoFalcone– Tra la passata legislatura e quella attuale sono stati investiti circa12 miliardiin autostrade, ferrovie, porti e strade secondarie, registrando unacrescita di oltre un miliardo nel 2023e dati positivi anche per il 2024″. Non solo investimenti, ma anche capacità digestionee riorganizzazione della logistica giocano un importante ruolo in questa partita. Tra gli esempi l’impegno dell’amministrazione diCataniacon interventi mirati nelle principali infrastrutture, quali il porto. In quest’ultimo – afferma il sindaco etneo EnricoTrantino– sono iniziati i lavori per migliorare ilwaterfronte per razionalizzare il traffico marittimo, indirizzando quello mercantile nel porto di Augusta e quello commerciale nella città dell’Elefante.