Il lavoro in Sicilia è sempre più povero. Cgil: “In autunno mobilitazione”

Illavoroin Sicilia è semprepiù povero. Oltre 400 mila lavoratrici e lavoratori nell’isola hanno salari sotto la soglia dipovertà, meno di nove euro l’ora. Si aggiungono altri elementi che rendono vulnerabile la loro situazione,Contratti non standard, cioè contratti brevi, che coprono solo una parte dell’anno, e contratti part-time, nel 56,2 per cento dei casi involontario. A conti fatti i lavoratori siciliani hanno unamedia salarialeinferiore di oltre il 30 per centorispetto a quelli del resto del Paese. E tra i più poveri e vulnerabili ci sono le donne e i giovani sotto i 30 anni. L’analisi è dellaCgil Siciliache preannuncia un autunno di mobilitazione in Sicilia “per il lavoro, il diritto alla salute, contro la precarietà e per la difesa della Costituzione”. “Disegnare unanuova idea di Siciliae una nuova prospettiva disviluppoper la nostra regione – dice il segretario generale del sindacato,Alfio Mannino– è oggi più che mai un obiettivo prioritario, da perseguire senza sosta”. Iniziative di mobilitazione , informa la Cgil, sono già in programmaper il mese di settembrein tutte le province sui temi delle disuguaglianze territoriali, sul diritto all’istruzione, sulla condizione dellavoro femminile, sulle aree interne, sulla difesa dell’ambiente, sul diritto allasalute, sulla legalità. “C’è tanta strada da fare – afferma Mannino – e i fatti di queste settimane, con un territorio che si è ritrovato inerme di fronte aeventi climatici estremie al venir meno della funzionalità piena di una sola infrastruttura,l’aeroporto di Catania, lo dimostrano”. La “sofferenza”salariale, rileva la Cgil, “è uno dei fattori che determinadinamiche demografiche negative, con 50 mila abitanti in meno ogni anno nella nostra regione. Ogni anno almeno 25 mila giovani prevalentemente diplomati e laureati lasciano la Sicilia, causando anche unadesertificazione delle aree interne“. E non è il solo problema nell’isola: “Ai bassi redditi – dice Mannino – bisogna aggiungere che in Sicilia vengono ampiamentenegati diritti fondamentalicome quelli alla salute, all’istruzione, alla mobilità. Insomma in Sicilia vengono negati principi fondanti della nostra carta costituzionale e interi articoli calpestati”. Per tutto questo, per la Cgil, la Sicilia “deverendersi protagonistadella battaglia per il rilanciodell’occupazionee dei diritti , per la difesa della Costituzione ma anche contro l’autonomia differenziatache assume sempre più i tratti di unasecessione dei ricchima soprattutto nella battaglia per la sua piena attuazione”. Sul lavoro in Sicilia sempre più povero,Cgile associazioni hanno avviato una battaglia già allivello nazionalee una nuova manifestazione è annunciata per il7 ottobre. “Il tema – dice Mannino – è contrastare lapovertàe lediseguaglianzee promuovere la giustizia sociale, garantendo un reddito per una vita dignitosa, il diritto all’abitare e il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelatiacqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi, il diritto alla mobilità. La politica antimeridionalista delgoverno nazionale– conclude il segretario – e l’inerzia dell’esecutivo regionalesono inaccettabili. Dovranno rendersi conto che c’è unamassa enorme di cittadini,un’opinione pubblica che non ci sta più a vedere tutelati interessi altri e a vedere lo spettacolo di una politica ripiegata sui proprigiochi di potere“.