“Il peggior anno dal dopoguerra” per l’Economia siciliana, come è stato definito da Banca d’Italia nel suo ultimo report di metà giugno, si porta dietro non solo un calo del prodotto interno lordo di 8,4 punti percentuali, una contrazione di quindici mila posti di lavoro, ovvero di quasi due punti percentuali nonostante il blocco dei licenziamenti ma soprattutto una situazione finanziaria critica per imprese e famiglie. Per le prime, secondo l’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi (Invind) effettuata da Banca d’Italia, nel 2020 il saldo tra la quota di aziende in utile e quella di soggetti in perdita è sceso a 11 punti percentuali. Era quasi 30 nel 2019. La quota di famiglie costrette a ricorrere a sostegni a reddito invece, cresce fino a toccare quota 13,8 per cento.
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Prestiti alle imprese in crescita del 7,3%
Le imprese hanno risentito del calo dei fatturati connesso con le misure disposte per il contenimento della pandemia da Covid-19. Una stima effettuata da Bankitalia su un’analisi di 20 mila bilanci disponibili sul database Cerved calcola il rapporto tra margine operativo lordo e quello attivo, in discesa di oltre due punti percentuali. Il 70 per cento delle aziende partecipanti all’indagine Invind ha chiuso l’esercizio in utile o in pareggio, un valore comunque inferiore di 13 punti rispetto a quello dell’anno precedente. Le esigenze di liquidità sono quindi cresciute. La quota di aziende con necessità di accesso al credito ha superato di oltre 20 punti la percentuale di quelle con richieste in riduzione. L’aumento dei finanziamenti è stato più marcato per le imprese di minore dimensione, attestandosi all’11,4 per cento, e per quelle operanti nei servizi e nella manifattura (9,2 e 5,7 per cento rispettivamente). Nella seconda parte dell’anno si è rafforzata la dinamica dei prestiti nel comparto edilizio, in crescita da luglio dopo un decennio di ininterrotta contrazione. A dicembre del 2020, in Sicilia, i finanziamenti sono cresciuti complessivamente del 7,3 per cento su base annua, a fronte di un calo dell’1,1 per cento nello stesso mese dell’anno precedente.

Rischiosità delle imprese e tassi in calo
L’aumento dei finanziamenti, oltre che una conseguenza diretta della mancanza di liquidità, è anche come sottolineato da Banca d’Italia un chiaro effetto delle politiche di sostengo governative, che prevedono spesso il sostegno al credito con garanzia pubblica. Queste, sposandosi con una politica monetaria europea espansiva, hanno permesso anche una riduzione dei tassi: quello mediamente applicato sui prestiti prevalentemente rivolti al finanziamento nell’ultimo trimestre del 2020 era pari al 5,2 per cento, due decimi di punto in meno rispetto al corrispondente periodo del 2019. Un calo che ha riguardato tutte le classi dimensionali d’impresa e tutti i settori. A marcare una differenza è invece il livello di rischiosità, secondo un’analisi effettuata da Bankitalia su un campione di circa 13 mila società di capitali siciliane. Le aziende con esposizioni deteriorate o in sofferenza hanno visto una riduzione ulteriore dell’accesso al credito, sceso alla fine del 2020 all’11,8 per cento, una tendenza in atto da almeno dieci anni e non modificatasi con la pandemia da Covid: il dato era del 28 per cento al termine del 2010.

Meno consumi, decelerano i prestiti alle famiglie
All’aumento dei finanziamenti alle imprese, è corrisposta un aumento di quelli per le famiglie dello 0,8 per cento. Una tendenza che, come sottolinea il report di Banca d’Italia, è in atto da quattro anni. Tuttavia è molto meno marcato di quello dell’anno precedente pari al 3,2. Riflette inoltre una più generale contrazione dei consumi. Una decelerazione su cui ha però inciso particolarmente il settore immobiliare, con le moratorie in atto, sia per iniziativa statale che privata, nel settore dei mutui. Secondo una stima di Crif Spa, circa il 14 per cento del debito complessivo delle famiglie siciliane ha beneficiato dei provvedimenti di moratoria tra marzo 2020 e febbraio 2021. Da sottolineare però che, a causa della diminuzione generalizzata dei redditi, mitigata solo in parte dai provvedimenti di emergenza come la cassa integrazione straordinaria, rispetto al 2019 è aumentata di circa un punto percentuale l’incidenza del debito delle famiglie in rapporto alle entrate, attestandosi comunque sotto quota del 50 per cento. Ovvero sotto la media sia italiana che europea.

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Quasi il 14% delle famiglie con misure di sostegno
Da segnalare infine l’aumento nel 2020 della diffusione del Reddito di Cittadinanza (Rdc) e del Redito di Emergenza (Rem). Per il primo bonus le famiglie interessate sono state nel 2020 in crescita del 24,1 per cento sul 2019, attestandosi poco sotto le 225 mila unità, con un importo medio mensile di 620 euro. Le famiglie beneficiarie rappresentano l’11,2 per cento del totale delle famiglie siciliane, un dato molto sopra la media sia del resto del Mezzogiorno (9,2 per cento), sia di quella nazionale (4,8 per cento). A queste si aggiungono altri 21 mila nuclei percettori della Pensione di cittadinanza, con un assegno medio di 260 euro, e altre 52 mila famiglie percettrici del Rem. La somma delle tre misure porta il totale delle famiglie percettrici al 13,8 per cento delle siciliane. Un dato che, informa Banca d’Italia “rimane costante fino a marzo 2021”.