Imprese e Comuni in difficoltà. Attendono dalla Regione miliardi di euro

Imprese e Comuni in difficoltà. Attendono dalla Regione miliardi di euro

La Regione Siciliana deve 3,6 miliardi di euro a imprese, Comuni, enti e personale. Somme per fatture e stipendi, bloccate da un’operazione tecnico-contabile che si chiama “riaccertamento dei residui attivi al 31 dicembre 2021” rimasta incompleta. Il presidente Nello Musumeci ha diffidato i dirigenti generali perché “rimuovano ogni ostacolo”, come ha scritto in una nota inviata a tutti i dipartimenti, segnalando “i gravi ritardi nei pagamenti delle fatture, da parte dei diversi rami dell’amministrazione regionale, nei confronti delle imprese affidatarie di lavori e servizi pubblici”. Senza questo adempimento, non è possibile approvare il rendiconto generale, né utilizzare l’avanzo vincolato per pagare i residui passivi: significa che ogni spesa è congelata. Musumeci infine avvisa di aver già “avviato il percorso per il necessario accertamento delle responsabilità dirigenziali” e altre autorevoli fonti regionali confermano l’avvio di un procedimento disciplinare. Ritardi e inadempienze nei pagamenti non sono certo una novità di quest’anno, ma stavolta – proprio sullo scadere della legislatura e in pieno clima elettorale – si assiste a un’evidente strigliata ai burocrati. Leggi anche –Fatture pagate in grave ritardo, diffida ai dirigenti regionali “Su circa 3,6 miliardi di euro – dichiara a FocuSicilia l’assessore regionale dell’Economia, Gaetano Armao – dopo la consegna e le correzioni delle schede da parte dei Dipartimenti, sono stati già riaccertati (con decreti emessi e in corso di emissione) circa 2,7 miliardi di euro. Per i restanti 900 milioni di euro circa, che riguardano fondi di statali di varia natura che hanno rappresentato più difficoltà in termini di verifiche contabili dei diversi dipartimenti, il riaccertamento sarà definito entro la prossima settimana”. L’assessore sottolinea di aver “esercitato un pressing sui dipartimenti già un mese fa” e che sarebbero in particolare i dipartimenti della Pesca e della Programmazione quelli con maggiori criticità. Nel caso della Programmazione (il 10 agosto dovevano essere ancora riaccertate 200 schede relative ai residui) gli effetti negativi si ripercuotono a cascata anche in altri settori. Si tratta di un “gravissimo disagio di imprenditori e cittadini che non possono patire i ritardi e le disattenzioni sin qui rilevati nella trasmissione delle schede da parte di Dipartimenti interessati”, aveva già scritto Armao in una nota del 9 agosto al ragioniere generale. Leggi anche –Edilizia, tavolo tecnico tra Regione e Ance Sicilia sui pagamenti alle imprese Ci sono imprese che aspettano di essere saldate dalla Regione dal 2020, anche se la quota maggiore attende dal 2021, ‘solamente’ da un anno. Lo conferma Santo Cutrone, presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Sicilia: “Il bilancio – spiega a FocuSicilia – non viene mai approvato entro il 31 dicembre di ogni anno, come vuole la legge, ma ad aprile. Quindi, per i primi quattro mesi dell’anno la Regione può pagare solo in dodicesimi”. Si tratta di frazioni di pagamenti che non possono certo soddisfare le esigenze delle imprese, soprattutto dopo mesi di attesa. “Poi va fatto il riaccertamento dei residui passivi – prosegue Cutrone – e ci sono assessorati puntigliosi con dirigenti che nel giro di un mese riescono a completare le loro attività e assessorati che invece mandano le schede con il riaccertamento, ma ci sono errori”. Così, inizia il rimpallo di documenti e correzioni con l’assessorato. “Arriviamo a settembre – osserva Cutrone – con assessorati che non hanno completato il riaccertamento, come Pesca e Programmazione. Ad agosto vanno tutti in ferie, la Regione si ferma, nessuno paga, quindi alla fine le imprese incasseranno i soldi persino dopo un anno. Le risorse ci sono, ma la burocrazia è impantanata. Una situazione assurda e drammatica”, conclude il presidente. Leggi anche –Edilizia, Ance Sicilia alla Regione: “Dopo un anno e mezzo non paga le imprese” Accade lo stesso per i Comuni, quando ci sono di mezzo fondi trasferiti dalla Regione. “Il prossimo presidente della Regione – esorta Cutrone – deve prendere impegni precisi per approvare il bilancio il 31 dicembre, così a febbraio si può iniziare la procedura per pagare le imprese”. Poi andrà riformata la burocrazia, ma al momento bisogna tamponare l’emergenza. “Le imprese non sono più nelle condizioni di aspettare altri due-tre mesi, prima che si insedi il prossimo governo. “Di fronte ad una burocrazia ignava, infingarda – scrive in una nota l’Ance – priva di qualsiasi senso di responsabilità, del dovere e di rispetto nei confronti di un settore ridotto allo stremo proprio da queste gravi omissioni, urge una tregua elettorale nella quale il governo Musumeci, i deputati regionali uscenti, i partiti e tutti i candidati stringano insieme un patto per un’assunzione comune di responsabilità, che consenta in pochi giorni di adottare tutti gli atti e provvedimenti dai quali dipende la sopravvivenza delle imprese siciliane, a partire dai pagamenti bloccati da un anno”.