Le imprese guidate da cittadini non italiani sono in aumento: nel 2020 una su dieci è stata fondata da persone provenienti da Paesi non all’interno dell’Unione Europea. Lo certifica Infocamere, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio Italiane. Il saldo positivo, su tutto il territorio nazionale, è di 17 mila e 615 unità, il 2,9 per cento in più rispetto al 2019, raggiungendo quota 631 mila imprese. Ovvero, il 10,4 per cento del totale italiano, che vede al 31 dicembre dell’anno appena concluso 6 milioni e 78 mila imprese iscritte. E in questo scenario la Sicilia spicca per due dati opposti: mentre Trapani è prima in Italia per nuove iscrizioni, Palermo è ultima con un saldo record in negativo.

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Trapani più 12 per cento. Palermo meno 1,6
La provincia di Trapani ha visto nel corso dell’anno scorso, caratterizzato dalla pandemia da Covid-19, un aumento di ben 296 unità tra le imprese a guida straniera. Si tratta del 12 per cento in più, per un totale di 2.767. Per fare un confronto la seconda provincia italiana per aumento, Rieti, si ferma al 8,9 per cento, pari a 103 nuove iscrizioni. La presenza media è comunque inferiore alla media siciliana, pari al 6,1 per cento, ovvero 28 mila e 606 imprese su 471.289. Trapani si ferma al 5,8 per cento del totale, mentre è Agrigento ad avere il record di presenza straniera, con 8,4 imprese ogni cento iscritte, 3 mila e 404. Al secondo posto Ragusa, con 2573 imprese pari al 6,9 per cento. Seguono Messina (4.295, il 6,8 per cento del totale), Caltanissetta (1.304, il 5,1 per cento), Siracusa (2.044, il 5,2 per cento), Palermo (6.396, il 6,5 per cento), Catania (5.123, il 4,9 per cento) ed Enna (700, il 4,6 per cento). Tutte le province siciliane registrano peraltro un saldo positivo, ad eccezione della sola Palermo, con una flessione del 1,6 per cento, meno 101 imprese. Anche questo è un primato: è la peggiore in Italia per saldo.
Province | Tasso di crescita Anno 2020 | Saldo 31 dic 2020- 31 dic 2019 | Registrate al 31 dic 2020 | % straniere al 31 dic 2020 |
Trapani | 12,0% | 296 | 2.767 | 5,8% |
Caltanissetta | 3,4% | 43 | 1.304 | 5,1% |
Messina | 3,3% | 139 | 4.295 | 6,8% |
Ragusa | 2,0% | 50 | 2.573 | 6,9% |
Catania | 1,7% | 87 | 5.123 | 4,9% |
Siracusa | 1,6% | 32 | 2.044 | 5,2% |
Agrigento | 1,0% | 33 | 3.404 | 8,4% |
Enna | 0,7% | 5 | 700 | 4,6% |
Palermo | -1,6% | -101 | 6.396 | 6,5% |
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Prime regioni Toscana e Liguria
Delle oltre 630 mila aziende straniere iscritte alle Camere di Commercio italiane, 3 su 4 sono individuali. Sono oltre 480 mila e rappresentano il 15,4 per cento di tutte le ditte individuali italiane. Tra queste, le uniche forme societarie sulle quali è possibile associare nazionalità del titolare dell’impresa, in aumento sono in particolare gli imprenditori provenienti da Nigeria, Pakistan e Albania, mentre sono in calo più marcato quelli originari della Cina e del Marocco che, comunque, insieme alla Romania restano in termini assoluti la business community straniera più numerosa nel nostro Paese, rispettivamente con 63.813 e 52.639. Nonostante l’aumento record di Trapani, restano Toscana (14,4 per cento), Liguria (14), Lazio e Lombardia (12,8) le regioni con maggiori presenza straniera. Il commercio al dettaglio è l’attività in cui si cimenta un’impresa straniera su 4. Ma è nei settori della telecomunicazione e della confezione di articoli di abbigliamento che l’impreditoria immigrata raggiunge il peso più elevato sul totale delle imprese dei vari comparti, rispettivamente 32,8 e 32,5 per cento.