Infrastrutture in Sicilia: scarsissime per treni e auto, va meglio per i porti

Infrastrutture in Sicilia: scarsissime per treni e auto, va meglio per i porti

LaSiciliaè la regione più grande d’Italia, ma anche il territorio con piùdifficoltànelleinfrastrutture. IlLibro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia, redatto daUniontrasportieUnioncamere Sicilia, indica per strade, ferrovie, aeroporti, porti sicilianigapeperformance insufficienti, ma anche 35 opere da realizzare per non compromettere – ancor di più – lacompetitivitàeconomica delleimpreseregionali. A spiegarlo è il direttore di UniontrasportiAntonello Fontanili, arrivato in Sicilia già lo scorso anno in occasione della presentazione del Libro Bianco aMessina. “Il Libro Bianco della Sicilia, presentato lo scorso anno alCCIAA di Messina– spiega il direttore Fontanili – è un documento che mette nero su bianco esigenze epriorità infrastrutturalievidenziate dagliimprenditorisiciliani. Imprenditori che utilizzano quotidianamente larete di trasporti sicilianaper distribuire le merci e portarle nei mercati di riferimento. Non vuole certo essere un “libro dei sogni””. L’attività commerciale all’interno dell’Isola, ma anche l’export sono condizionate dareti stradali, ferroviarie e portuali spesso vecchie e quindi poco funzionali. Dei 14.700 km di rete stradale siciliana – rileva il Libro Bianco – solo il 5 per cento rientra nella categoria “autostrada” e il 27 per cento rientra nella cosiddetta rete di “rilevanza nazionale” (gestione Anas).La rete ferroviaria è elettrificata al 58 per centoe solo il 16 per centodei 1.396 km tracciati nel territorio procede sudoppio binario. “Già nel 2020 i kpi (indicatore chiave di prestazione) di performance infrastrutturale che riguardavano la Sicilia – spiega il direttore nazionale Uniontrasporti – mostravano unranking medio basso. I nuovi kpi appena completati confermano valoriben al di sottodella media nazionale (81,2 il kpi regionale), con unaperformance logistica molto bassa(34,6) a cui fa da contraltare unaperformance portuale superiore alla medianazionale (137,8)”. Leggi anche –Autostrade siciliane ricche di disagi. Servizio scadente che si paga troppo Secondo l’indicatore di performance costruito daUniontrasportiper conto diUnioncamereitaliana, l’attuale sistema infrastrutturale della regione Sicilia “presenta un assetto con diversi ritardi nel confronto con altre regioni in italiane”. Leinfrastrutture stradalicostituiscono lacategoria più debole(insieme alle ferrovie). In particolare mostrano carenze siastrutturalichefunzionali. In tutte le province siciliane adesclusione di Palermole strade hanno un indicatore di sintesiinferiore alla soglia di 50 punti(valore medio tra 0 e 100). Deficit ci sono per ladotazione(bassa consistenza di rete stradale, soprattutto di categoria autostradale, assenza di autostrade a tre corsie e di autostrade stesse come nelle province diAgrigentoeRagusa). La Sicilia pecca anche instrategia, a causa della limitata spesa perinterventistradali e daitempidi realizzazioneincerti. Stando al Libro Bianco siciliano, alla provincia diAgrigentospetta la peggiore performance nellamacroareadel Sud e Isola. Si posiziona al 99° posto in Italia per infrastrutture stradali. Leggi anche –Incidenti stradali, in Sicilia nel 2022 il 5% in più. Costi sociali da 1,2… In Sicilia i punti di debolezza dell’assetto ferroviario“si riscontrano in tutti gli ambiti”. Uniontrasporti riscontragapper ilcontesto(bassa numerosità e prestazioni delle stazioni ferroviarie, assi ferroviari non agganciate alCorridoio Europeo Ten-T), per ladotazione(consistenza della rete ferroviaria rispetto al territorio, rete totalmente elettrificata solo nelle province diMessinaedEnna, bassa percentuale di linee a doppio binario). Inoltre, nellafunzionalità(numero di treni in arrivo/partenza dal capoluogo, copertura GSM-R che è una comunicazione radio per le ferrovie standardizzata a livello europeo e diffusa a livello globale, sistemi tecnologici di controllo marcia treno, presenza di servizi di mobilità integrata in stazione, taxi, metropolitana) e lastrategia. Dal punto di vista della strategia, la Sicilia evidenzia nel complesso unaspesa contenutaper interventi ferroviari e concentrati su tre province (Palermo,EnnaeCatania). Andando all’età media dei treni, questa è superiore al dato nazionale (19 anni contro 15,4 anni). Il55 per cento dei treni in Sicilia ha 19 anni. Nella province diRagusaeTrapanila rete ferroviaria evidenzia tra le peggiori performance in Italia (rispettivamente al 102° e 94° posto) a causa di una reteinteramente a singolo binario,non elettrificataesenza copertura GSM-R. Leggi anche –Ferrovie, per i pendolari l’accordo con Trenitalia “non dà sconti, ma aumenti” Nonostante la presenza diquattro aeroporti sul territorio regionale(l’indicatore ha escluso Lampedusa e Pantelleria), di cui uno (Palermo) inserito nelCore Network europeo, la Sicilia ha evidenziato unascarsa performanceanche sulle infrastrutture aeroportuali. Rispetto al territorio nazionale, gli aspetti più penalizzanti sono riferibili alladotazione(grandezza degli aeroporti, area parcheggio aerei, presenza di una sola pista, numero di banchi check-in, solo nell’aeroporto di Palermo è presente la stazione ferroviaria).CaltanissettaeAgrigentorisultano le province meno performanti (rispettivamente al 101° e 104° posto in Italia), perchénon riescono a beneficaredell’influenza di nessuno degli aeroporti considerati sul territorio regionale. Va meglio con i porti. Attraverso le infrastrutture portuali diMessinaeMilazzoe grazie all’effetto gravitazione delporto di Catania, la Sicilia entra nella Top 10 di Uniontrasporti. Restano comunque punti deboli, che il Libro Bianco riscontra per volumi ditraffico, integrazione nelcommercio internazionale. Ma anche nella capacità stoccaggio, dotazione tecnologica,doganae retroportualità.Caltanissetta,AgrigentoeRagusasono le province meno performanti, perché non riescono a beneficare dell’influenza di nessuno dei porti presenti in regione. La provincia diEnna, invece, nonostante non abbiasbocchi sul mare, rientra nell’area di influenza del porto di Catania. Leggi anche –Sicilia, aeroporti poco raggiungibili. Ecco come si perde l’aereo Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali ha rintracciato45 interventi ritenuti necessariper migliorare e rilanciare tutto il sistema infrastrutturale regionale.15 opere sono inserite con Priorità uno,10 con Priorità due,20 con Priorità tre. La costruzione delPonte di Messinaè imprescindibile perchè garantirebbe il “dimezzamento dei tempi di attraversamento dello Stretto”. “Il Ponte sullo Stretto rientra tra le 15 opere di livello prioritario 1 – ha confermato il direttore Uniontasporti -, la Sicilia sconta una serie di limitazioni che vanno dall’insularitàad un’orografia complessa che incide pesantemente sullosviluppo infrastrutturalee sulla facilità dimuoversiall’interno della regione. Penso allezone internedell’agrigentino, alla distanza traCataniaeTrapaniche qualche anno fa si voleva colmare con un collegamento aereo. Una soluzione che, anche se non ha avuto seguito, deve far riflettere su quanto sia complessa la percorrenza sulle strade e le ferrovie siciliane”. Nell Libro Bianco si considera urgente anche la realizzazione dellaTangenziale di Agrigento, per “favorire lo sviluppo economico del territorio”. Ha Priorità uno anche il collegamento ferroviario, inserito nel Pnrr, tra l’aeroporto di Trapani Birgie la ferroviaPalermo-Trapani via Castelvetranonel 2026. Prioritario è anche l’intervento sullastataleche collegaRagusa a Catania(Ss 514 e la Ss 194) perché “l’opera è ritenuta strategica per idistretti produttividell’aera ragusana, in particolare per l’agroalimentare, in quanto ad oggi si evidenzia la mancanza di una valida alternativa modale”. “È fondamentale ridurre quanto prima questo gap infrastrutturale – ha concluso Antonello Fontanili – per non limitare ulteriormente lo sviluppo economico della regione”.