“Gli arresti nell’ambito dell’inchiesta sulla Società degli interporti siciliani Spa sono il segnale importante di una macchina che si è messa in moto per fare chiarezza e affermare la legalità nel settore merci e logistica. Auspichiamo che la giustizia su un caso che siamo stati noi a sollevare abbia un corso veloce e che i riflettori sul settore non si spengano”: lo dice il neo segretario della Filt Cgil Sicilia, Alessandro Grasso, a proposito dei quattro provvedimenti cautelari eseguiti stamani dai carabinieri del comando provinciale di Catania e che vedono coinvolto anche un ex deputato regionale. Si tratta di Nino D’Asero, ora agli arresti domiciliari, mentre Marco Falcone (Fi), e l’ex vicepresidente del governo siciliano Gaetano Armao, rispettivamente ex assessore alle Infrastrutture e all’Economia, risultano indagati.
Indagine partita da Filt Cgil Sicilia e Catania
I sindacalisti ricordano come siano state la Filt Cgil Sicilia e di Catania, con l’allora segretario regionale Franco Spanò e con Grasso nelle vesti di segretario provinciale a denunciare alla Procura della Repubblica di Catania, attraverso il legale Giovanni Inzolia, il fatto da cui è partita l’indagine.“Una dipendente che è oggi tra gli arrestati – ricorda Grasso- era stata licenziata dall’azienda per avere attestato il falso sul proprio titolo di studio ma è stata riassunta su pressioni della politica dopo pochi giorni. Noi riteniamo che la politica debba occuparsi dei problemi dei siciliani- sottolinea Grasso- invece di fare clientelismo becero. E che la legalità vada affermata in ogni ambito e a ogni livello”. La Filt Cgil ha pubblicamente più volte denunciato le illegalità nel settore logistica e merci e il rischio di infiltrazioni criminali. Per questo chiede “di non abbassare la guardia e di scandagliare quanto di scorretto e illegale si muove nel settore”.