La Sicilia perde 19 mila abitanti in un anno: è il dato peggiore d’Italia
Tra il 31 dicembre 2021 e la fine del 2022l’Italia ha perso poco meno di 33 mila residenti. Ela sola Sicilia perde 19 mila abitanti:è il dato peggiore a livello nazionale. La popolazione italiana passa infatti da 59.030.133 a 58.997.201, precisamente32.932 cittadini in meno, secondo idati del censimento Istat pubblicati oggi. LaSicilianello stesso periodo passa da4.833.329 a 4.814.016, meno 19.313. Il calo a livello nazionale è dovuto alla dinamica demografica negativa, calcolata dall’Istat pari a meno 179.416 persone, a cui si contrappone un recupero censuario pari a più 146.484 persone. Innanzitutto ci sono più morti che nuovi nati:a fronte di 715 mila italiani scomparsi, ne sono nati solo 393 mila, una dinamica in parte compensata dall’arrivo e dal censimento distranieri, che sono 5.141.341, più 2,2 per cento rispetto al 2021, con un’incidenza sulla popolazione residente dell’8,7 per cento. Maper l’Isola a pesare di più è il saldo migratorio negativo. Secondo i nuovi numeri del “censimento permanente” al 31 dicembre dello scorso annola Sicilia è, insieme a Campania e Calabria, l’unica che non riesce a compensare le perdite di popolazione dovute ai movimenti interregionaligrazie ai guadagni ottenuti dallo scambio con l’estero. In Sicilia si arrivaal meno 0,3 per il tasso migratorio interno, ovvero tre cittadini in meno ogni diecimila. Il saldo migratorio totale (interno più estero) è pari al 7,1 per mille al Nord, al 5,9 per mille al Centro mentre nel Mezzogiorno è del meno 0,1 per mille. Unsaldo negativo che arriva nonostante l’arrivo nel 2023 in Sicilia di oltre 6.763 cittadini stranieri in più,che passando da 184.605 del 2021 a 191.368 della fine del 2022. Un saldo migratorio positivo che non riesce quindi a compensare le “perdite” siciliane. Nel 2022l’età media della popolazione siciliana è in crescita. Gliuominipassando 79,1 a79,4 anni, più 0,3 anni rispetto al 2021. Ledonnearrivano invece a83,4 anni, più 0,1. Si tratta in ogni caso didato molto al di sotto della media nazionale, che vede un valore di 80,6 anni per gli uomini e di 84,8 anni per le donne. La sola Campania ha infatti una aspettativa di vita inferiore, con rispettivamente 79 anni per gli uomini e 83,1 per le donne. La migliore aspettativa si ha invece nella provincia autonoma diTrento, dove l’aspettativa è per ledonne di 86,3 anni e di 82,1 per gli uomini. I livelli di sopravvivenza del 2022, avverte Istat, “risultano però ancora più bassi rispetto a quelli del periodo pre-pandemico, conuna speranza di vita alla nascita inferiore di circa 6 mesi rispetto al 2019, sia tra gli uomini sia tra le donne”. Il quadro delineato da Istat per la Sicilia, ovvero diuna popolazione che vive meno e che emigra di più, è completatoin positivo per la Sicilia dai dati relativi alla fecondità. Innanzitutto si registra un aumento rispetto al 2021 del tasso di fecondità. Si passa a 1,26 figli per donna nel Mezzogiorno nel 2022, più 0,1 rispetto agli 1,25 dell’anno prima. Lamedia di età al parto rimane stabile in Italia rispetto al 2021, pari a 32,4 anni, mentre l’età media alla nascita del primo figlio si attesta a 31,6 anni. L’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,8 e 32,5 primo figlio) rispetto al Mezzogiorno (32,0). Ela Sicilia con un’età media di 31,4) è quella con le madri mediamente più giovani d’Italia. Le Regioni con quelle più mature sono però sempre al Sud: la Basilicata (33,1) e la Sardegna (32,9). Quest’ultima registra anche il più basso tasso di fecondità (0,95) “la cui diminuzione è legata anche alla continua posticipazione dell’esperienza della maternità che si tramuta sempre più in una definitiva rinuncia”. La fecondità più alta si ha invece nella provincia autonoma di Bolzano, con 1,64. .