“La pubblicità? Certo che c’è stata. Non credo si possa intervenire in una trasmissione in prima serata senza avere un ritorno di immagine”. Angelo Maugeri, patron dell’azienda catanese Ecogruppo Italia, risponde di buon grado alle critiche sollevate dalla sua partecipazione alla trasmissione “C’è posta per te” di Maria De Filippi. Nella puntata andata in onda sabato scorso, la sua impresa ha dato un posto al giovane Giuseppe. Una storia che ha fatto il giro del web, che cela il problema annoso della mancanza di lavoro. Insieme alla difficoltà di fare impresa, soprattutto nel bel mezzo di una pandemia, soprattutto in Sicilia. “Se stessimo correndo i cento metri, i nostri colleghi italiani partirebbero centro metri avanti”.
Tra elogi e sospetti
Per quanto riguarda la trasmissione, precisa Maugeri, la stragrande maggioranza dei commenti ricevuti negli ultimi giorni sono stati positivi. “Il sospetto che sia tutta pubblicità ci può stare”, ammette l’imprenditore. “Ma io ho chiesto soldi a qualcuno? Ho fatto male a qualcuno? Non mi risulta. Quindi qual è il problema?”. Tutte le aziende, quando intervengono in un programma televisivo, sanno che c’è un ritorno d’immagine, anche molto consistente. Come sanno che potranno scatenarsi i leoni da tastiera. Per Maugeri la cosa fondamentale “è essere a posto con la propria coscienza”. Quanto alla trasmissione, “è tutto verificabile”. Giuseppe lavora alla Ecogruppo “già da un mese e mezzo”.
Una fortunata coincidenza
L’imprenditore racconta come sia nata la partecipazione al programma. “È stata la redazione a contattarci, immagino dopo una selezione di aziende nella zona etnea”. La richiesta iniziale della trasmissione era quella di un lavoro a tempo determinato. “A noi serviva un fabbro che si occupasse delle strutture in ferro di un edificio che stiamo costruendo. Avremmo cercato qualcuno per conto nostro, ma si è verificata questa fortunata coincidenza”. A differenza di quanto richiesto dalla De Filippi, il contratto firmato da Giuseppe è a tempo indeterminato. “In questo momento si occupa delle scaffalature che ospiteranno il nostro archivio”. In futuro il ragazzo seguirà la manutenzione ordinaria delle strutture. “Un lavoro necessario, che dovevamo affidare a qualcuno”.
Da Catania al Medio Oriente
Maugeri racconta la sua realtà aziendale, al di là della fama momentanea. Ecogruppo, spiega, si occupa soprattutto di certificazioni nel campo dell’agricoltura biologica, in Italia e all’estero. Attività che non possono essere seguite in smart working, spiega l’imprenditore. “In questo momento la nostra priorità è che vada avanti la campagna vaccinale, e si possa riprendere a spostarsi”. La società è stata riconosciuta come ente di certificazione extraeuropeo. “Abbiamo una base operativa ad Istanbul, per tutta la zona del Medio Oriente, Azerbaigian, Pakistan, Iran”. Un lavoro che va avviato al più presto, “anche perché ci obbliga l’Unione europea”. Per farlo, tuttavia, bisogna potersi spostare senza restare bloccati dalla quarantena. “Per questo spero che introducano il patentino sanitario”.
“Lamentarsi meno, lavorare di più”
I problemi, però, non sono soltanto legati alla pandemia. Quello principale, come denunciano molti imprenditori, è la pressione fiscale. “In questo momento lo Stato non ha bloccato, ma soltanto rimandato le scadenze”, ricorda Maugeri. Malgrado ciò, Ecogruppo Italia ha cercato di non mettere i dipendenti in cassa integrazione. “Abbiamo visto i ritardi che hanno avuto gli assegni. Abbiamo preferito stringere i denti e continuare a lavorare”. E ancora, l’imprenditore lamenta gli eccessi di burocrazia, le carenze sulla viabilità, i problemi di logistica. Zavorre particolarmente pesanti in Sicilia. “In tutta Italia ci sono problemi, ma quando mettiamo piede sul Continente respiriamo un’aria diversa”.
Una provocazione alla politica
A pesare, secondo l’imprenditore, è anche un certo pregiudizio anti-meridionale e anti-siciliano. “Se ci lamentassimo un po’ meno, e lavorassimo un po’ di più, forse le cose sarebbero diverse”. Un assunto valido anche per la sua partecipazione al programma della De Filippi. “Non dev’essere una trasmissione televisiva a cercare il lavoro alle persone”, dice Maugeri. Per questo la scelta di “C’è posta per te” può essere letta “come una provocazione nei confronti della politica”. Quanto alle opere di bene, l’imprenditore si dice d’accordo che vadano compiute nel silenzio. “Lo abbiamo fatto tante volte in questi anni, e continueremo a farlo”.