“Esprimiamo la nostra preoccupazione in merito al recente mancato accordo della filiera lattiero casearia italiana che si è riunita al Mipaaf, in seconda convocazione, lo scorso 14 ottobre”. Lo dichiara il presidente della Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, che recepisce l’appello di Cia agricoltori nazionale alle Regioni e lo indirizza anche all’assessore delle Politiche Agricole della Regione Siciliana, Toni Scilla. “È necessario porre attenzione alla questione anche in Sicilia”, sostiene Di Silvestro, “dove il comparto latte conta 750 allevamenti solo di bovini, oltre a 1.182 caprini ed entrambi rappresentano circa il 7,50 per cento dell’Unità Bovina Adulta), altrimenti si rischia il collasso”.
Scarso potere contrattuale
“L’incremento dei costi di produzione del latte bovino dovuto ad un significativo aumento dei costi delle materie prime, diretti e indiretti”, sottolinea Di Silvestro riprendendo la lettera di Cia Nazionale, “comporta l’urgente necessità di un importante aumento del prezzo del latte alla stalla. Il prezzo corrisposto ai produttori risulta addirittura inferiore ai costi di produzione, che in molti allevamenti sono stimati a circa 0,45 euro al litro. È evidente la debolezza del potere contrattuale degli allevatori e dell’intero sistema latte italiano”. affinché si arrivi ad un aumento di almeno cinque centesimi al litro sul prezzo del latte conferito nella Regione Lombardia dal quale, come noto, saranno determinate le soglie di prezzo indicativo per il latte conferito nelle altre Regioni d’Italia. Non riteniamo accettabili contratti di fornitura che non tengano conto di questi costi e del trend di mercato. E’ fondamentale agire con urgenza per evitare il collasso dell’intero settore, che pesa circa il 12 per cento sull’industria alimentare e conta circa 26 mila aziende”.
Le “contrattazioni spot”
“Tutte le parti presenti all’incontro Ministeriale, compresa la Grande Distribuzione, hanno riconosciuto la crisi del settore, ma la parte industriale non sembra intenzionata a riconoscere l’aumento del prezzo del latte alla stalla, nonostante stia beneficiando di un periodo positivo dell’export dei formaggi italiani e nonostante le contrattazioni per il latte spot delle ultime settimane registrino quotazioni molto interessanti, con importi superiori ai 46 centesimi al litro”. La collaborazione tra tutte le componenti della filiera è un fattore determinante per la ripresa del settore. Auspichiamo che a questo aumento si accoderanno molto in fretta le altre industrie lattiero-casearie italiane. La continua volatilità del prezzo del latte alla stalla, oltre a mettere in difficoltà gli allevatori, ne riduce la propensione agli investimenti con un danno enorme per tutto l’indotto”.
Tutelare i produttori
“Chiediamo condizioni contrattuali corrispondenti e trasparenti, che non penalizzino i produttori già duramente colpiti dagli effetti della pandemia”, riprende Di Silvestro. “Chiediamo, infine”, conclude, “di intervenire per correggere tale situazione e convocare le parti per facilitare l’accordo. Per avere successo bisogna avere fiducia della parte produttiva, pensando a misure che assicurino un prezzo sostenibile che tuteli i produttori dal comportamento dell’industria-lattiero casearia che opera nel nostro Paese”.