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Lavoro: addetti all’Ufficio per il processo verso la stabilizzazione

A seguito della proroga della scadenza dei contratti individuali di lavoro a tempo determinato, i lavoratori che potenziano lo staff del magistrato si avvicinano sempre più verso il consolidamento della propria posizione

Cos’è l’Ufficio per il processo?

L’ufficio per il processo è una struttura organizzativa (prevista dall’art. 16-octies del D.L. n. 179/2012) operativa presso i tribunali ordinari e presso le Corti d’appello con l’obiettivo di “garantire la ragionevole durata del processo, attraverso l’innovazione dei modelli organizzativi ed assicurando un più efficiente impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. L’ufficio per il processo dunque incide sull’organizzazione del lavoro giudiziario, nella consapevolezza dell’importanza della creazione di uno staff del magistrato (e di strutture tecniche) a supporto dei processi di innovazione tecnologica e organizzativa.

Gli addetti dell’Ufficio per il processo

Al fine di dare attuazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è emersa la necessità di potenziare lo staff del magistrato con l’inserimento di addetti dotati di specifiche competenze professionali in grado di collaborare in tutte le attività connesse alla giurisdizione. Con bando pubblicato nella G.U. del 6 agosto 2021, il Ministero della Giustizia ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, su base distrettuale, per il reclutamento a tempo determinato di 8.171 unità di personale non dirigenziale dell’area funzionale terza, fascia economica F1, con il profilo di Addetto all’Ufficio per il Processo, da inquadrare tra il personale del Ministero della Giustizia. I primi addetti all’Ufficio per il processo sono stati reclutati e assunti a tempo determinato per due anni e sette mesi dal Ministero della Giustizia, a far data dal 21 febbraio 2022. Le figure sono impiegate per collaborare in tutte le attività collaterali al giudicare, come lo studio della controversia e della giurisprudenza, monitoraggio e gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti.

Le mansioni degli addetti dell’Ufficio per il processo

Nello specifico, i funzionari in esame, assegnati ad uno o più giudici del proprio Ufficio giudiziario, svolgono, prevalentemente, le seguenti mansioni: Redazione delle bozze dei provvedimenti giurisdizionali, tra cui sentenze; Studio dei fascicoli del ruolo; Partecipazione all’udienza e verbalizzazione; Redazione di statistiche, al fine di monitorare l’attività giurisdizionale svolta all’interno dell’Ufficio giudiziario, soprattutto nell’ottica di realizzare gli obiettivi fissati dal Recovery Plan.

Proroga della scadenza dei contratti

Con il decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, concernente disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), pubblicato nella G.U. n.47 del 24 febbraio 2023, è stata introdotta un’importante novità sulla durata dei contratti a termine degli addetti dell’Ufficio per il processo. Inizialmente, come precisato, gli addetti all’Ufficio per il processo sono stati assunti a tempo determinato per due anni e sette mesi. L’art. 10, comma 2, lett. a) del suddetto decreto ha esteso la durata del contratto di lavoro a trentasei mesi. Dunque, a seguito della proroga della scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato, gli addetti all’Ufficio per il processo si avvicinano sempre più verso la stabilizzazione.

Prospettive future

Al fine di assicurare la celere definizione dei procedimenti giudiziari, l’art.11, comma 1, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, (convertito con modificazioni dalla Legge 6 agosto 2021, n. 113) scinde la procedura di reclutamento delle figure in commento in due scaglioni. Il Piano triennale dei fabbisogni del personale del Ministero della Giustizia per il triennio 2022-2024, che è contenuto nel Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), prevede, infatti, il reclutamento di migliaia di risorse. In totale sono oltre 13mila le assunzioni nel Ministero della Giustizia in programma. Tra queste rientra l’inserimento di 8.250 nuove risorse nel profilo di addetto all’ufficio per il processo, da reclutare tramite un apposito bando di concorso pubblico. La prima tranche, come detto, è entrata in servizio a febbraio del 2022 con contratto a termine. Entro il 2024, però, si procederà con la seconda tranche di assunzioni. Anche per la nuova tornata di inserimenti i candidati selezionati saranno assunti mediante contratti a tempo determinato della durata di 36 mesi, così come previsto dall’art. 10, comma 2, lett. a) del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 ma la situazione è in continua evoluzione, bisognerà monitorare cosa accadrà nei prossimi mesi.

Giuseppe Berretta & Viviana Giuffrida
Giuseppe Berretta & Viviana Giuffrida
Giuseppe Berretta, Avvocato cassazionista, Docente di diritto del lavoro e salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro presso l’Università “Kore” di Enna. Esperto presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Fondatore dello Studio Legale “Avvocati Associati” Catania-Roma-Siracusa. Autore di molteplici pubblicazioni scientifiche. Presidente del collegio sindacale di GSE S.p.A.. Componente del Collegio sindacale di Banca del Fucino S.p.A.. Esperto di responsabilità amministrativa degli Enti, e componente di organismi di vigilanza. Viviana Giuffrida, PhD Student all’Università degli Studi di Enna “Kore" in scienze economiche, aziendali e giuridiche. Svolge il tirocinio presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Catania e la pratica forense presso lo Studio legale Avvocati Associati, occupandosi di Diritto Sindacale e del Lavoro.

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4 Commenti

  1. In realtà, non si tratta di una proroga dei contratti. Il nostro contratto è rimasto per ora di 31 mesi.
    Semplicemente, il Governo vuole spendere interamente i fondi PNRR.
    Con questa modifica, i contratti potranno avere una durata massima di 36 mesi nei limiti di spesa del Pnrr Giustizia. Ciò significa che il Ministero non è nemmeno obbligato a prorogare i contratti in corso. Potrà stipulare contratti di durata variabile fino appunto ad un massimo di 36 mesi.

  2. Gentile utente, ringraziandola per il commento, ecco la risposta degli autori: “Come abbiamo specificato nell’articolo, il decreto legge che disciplina il PNRR, all’articolo 10, modifica la durata massima del contratto di lavoro a tempo determinato da due anni e sette mesi a 36 mesi ma la situazione, come detto, è in continua evoluzione, e la seguiremo per dare aggiornamenti”.

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