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Lavoro, Cgil contro il green pass. “È subdolo. Sì al vaccino obbligatorio”

In Sicilia la situazione non è ancora esplosa, ma nelle prossime settimane il tema sarà sempre più caldo. L'obbligo del green pass è paradossale secondo il segretario regionale del sindacato che punta il dito contro il presidente di Confindustria, reo di non fare rispettare i protocolli già firmati, e contro il governo, tanto debole da non avere la forza di introdurre il vaccino obbligatorio

Rendere il green pass obbligatorio in azienda e dunque usare il certificato che attesta l’avvenuta vaccinazione anti Covid per regolare l’accesso nei luoghi di lavoro. Per chi non ce l’ha niente ingresso, ovvero niente lavoro, ovvero niente stipendio. Nei giorni scorsi si è acuita la distanza tra le posizioni di Confindustria e quella dei sindacati. Sono tesi da un po’ i rapporti tra le due facce della stessa medaglia e le parole del presidente dei confindustriali, Carlo Bonomi, durante il meeting di Rimini di Comunione e liberazione, secondo cui a sbagliare sono i sindacati che non vogliono il green pass come strumento di selezione, non hanno certo disteso gli animi. “Le parole di Bonomi sono gravi e inaccettabili”, dice a FocuSicilia il segretario regionale della Cgil Alfio Mannino. “Non possiamo assoculamente consentire che i luoghi di lavoro diventino il far west dove ogni datore di lavoro dica quello che si può e quello che non si può fare”.

La debolezza del Governo

Il rappresentante sindacale attacca “i padroni”, ma anche il Governo che invece di avere “il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale” sta seguendo la strada dell’obbligo del green pass. Si vedono già alcuni lavoratori costretti a rinunciare alla mensa aziendale ma poi si trovano a lavorare fianco a fianco con i colleghi durante il turno di lavoro. Un controsenso secondo Mannino ma anche la testimonianza della debolezza del Governo. “Il tema dell’utilizzo del green pass nelle mense aziendali non avviene attraverso la disposizione normativa o un decreto, ma attraverso una Faq e tutti sappiamo che non ha un valore giuridico”. Perché si possano considerare sicuri o comunque più sicuri i luoghi di lavoro e garantire di più i lavoratori, Mannino si dice convinto che l’unica strada sia l’obbligo vaccinale. Una strada che Mannino si dice convinto che non sarà intrapresa data l’eterogeneità della maggioranza e che comunque, sottolinea il segretario regionale della Cgil, non rassicura del tutto perché “è ormai chiaro che anche con i vaccini è possibile la trasmissibilità del contagio, servono ad evitare che ci possa essere una fase acuta della malattia”.

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La quarantena deve essere considerata malattia

Nessuna sicurezza neanche dal tampone se non è molecolare, l’altra strada oltre al vaccino per ottenere la certificazione verde, sottolinea Alfio Mannino per il quale non ci sono dubbi che il green pass non può dare le sicurezze cercate. Davanti a questi aspetti l’accusa a Bonomi è di porre “posizioni strumentali”. E le critiche non si fermano qui, né per Bonomi né per il Governo. Contro quest’ultimo il dito dei sindacalisti è puntato anche sul fatto che si voglia rimettere in discussione il considerare malattia il periodo di quarantena in caso di positività. “Visto il diffondersi del contagio sono tanti quelli che rischiano di stare a casa in isolamento e non possono avere il danno di essere stati contagiati e la beffa di non avere un ristoro in termini economici. Vanno tutelati con il riconoscimento dell’indennità di malattia”.

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Sicurezza sul lavoro non solo per il Covid

In riferiemnto alla posizione di Bonomi, Mannino sottolinea anche come sia paradossale parlare di sicurezza nei luoghi di lavoro quando i protocolli non vengono rispettati totalmente e solo in riferimento al Covid. “Non soltanto dovrebbe preoccuparsi di fare rispettare le norme sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – sottolinea Mannino – si dovrebbe anche preoccupare di fare rispettare i protocolli sulla sicurezza Covid che abbiamo sottoscritto ad aprile del 2020 tenuto conto che c’è ancora il 50 per cento delle aziende del nostro Paese che non lo fa”. Una situazione che secondo il segertario siciliano della Cgil si presenta soprattutto quando si parla di aziende medio piccole e parcellizzate del Mezzogiorno.

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Situazione non ancora esplosiva

La situazione non è ancora esplosa, soprattutto in Sicilia. “Tranne alcune aziende della zona di Siracusa le altre non hanno ancora chiesto l’obbligo del green pass”. Tutto però potrebbe cambiare nelle prossime settimane. “Tante aziende sono ancora in ferie quindi probabilmente il tema non è ancora di stretta attualità. Adesso c’è una calma relativa”. Mannino si dice convinto che la situazione si surriscalderà e non solo per le aziende. Tra pochi giorni si tornerà sui banchi di scuola e anche per gli insegnanti è stato previsto il green pass e non l’obbligo vaccinale. “È surreale – dice Mannino – che senso abbia tutto questo ci risulta incomprensibile”.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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