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Lavoro, Sicilia ai livelli del 2019. Ma le famiglie spendono meno e fanno debiti

L'occupazione è in crescita nei primi sei mesi del 2022, ma i dati restano inferiori a quelli del resto d'Italia. Bonus e aiuti di Stato sembrano non bastare: i siciliani chiedono prestiti anche per i consumi. I dati di Banca d'Italia

In Sicilia, nei primi sei mesi del 2022, il lavoro è tornato ai livelli pre-pandemia. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è salito al 42,3 per cento, oltre due punti e mezzo in più rispetto alla rilevazione precedente. Malgrado il miglioramento, rimane inferiore a quello del Mezzogiorno (46,4 per cento) e del resto del Paese (59,8 per cento), e in generale la situazione delle famiglie resta difficile, con meno consumi e più indebitamento. È quanto scrive Banca d’Italia nell’ultimo report sull’economia della Sicilia, pubblicato nei giorni scorsi. Il miglioramento dell’occupazione “ha interessato sia gli uomini sia le donne”, ma riguarda soprattutto “il lavoro alle dipendenze” perché il numero degli autonomi “si è invece ridotto”. Scende il tasso di disoccupazione, al 17,7 per cento. Anche in questo caso il miglioramento del dato – di oltre due punti e mezzo – non basta a colmare il gap storico con il Mezzogiorno (14,6 per cento) e con il resto d’Italia (8,4 per cento).

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Meno contratti, più licenziamenti

Secondo Bankitalia, che cita dati del ministero del Lavoro, nei primi otto mesi del 2022 sono stati creati circa 57 mila posti di lavoro, senza considerare il settore agricolo. “Un valore superiore allo stesso dato del 2019, ma inferiore a quanto realizzato nello stesso periodo del 2021”, si legge nel report. La creazione di posti di lavoro “ha rallentato in tutti i principali settori, in particolare nelle costruzioni”, mentre il mercato in generale “ha perso vigore nel bimestre luglio-agosto”, soprattutto a causa delle “minori attivazioni di contratti a tempo determinato”. In crescita le cessazioni di rapporti di lavoro, fermate tra il 2020 e il 2021 dal blocco dei licenziamenti, “tornate su livelli ormai prossimi a quelli pre-pandemici”. In controtendenza i contratti a tempo indeterminato, che registrano “un numero di attivazioni più elevato nel confronto con il 2021”, dovuto in oltre metà dei casi all’agevolazione Decontribuzione Sud.

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Meno ore di Cig, ma cresce la NASpI

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, nei primi nove mesi del 2022 sono state autorizzate quasi 11 milioni di ore di Cga, Cassa integrazione guadagni. Rispetto al 2021 Bankitalia registra un incremento solo per la cassa integrazione straordinaria, “che rappresenta circa il 40 per cento del totale” ed è dovuta soprattutto “al settore dei trasporti e comunicazioni e alle altre attività dei servizi”. Considerando anche i fondi di solidarietà “il totale ammonta a 15,3 milioni di ore”, e dipende per circa il 70 per cento “da alberghi, pubblici esercizi e altre attività”. I numeri sono tuttavia molto più bassi del 2021 (95 milioni di ore) e del 2019 (7,7 milioni). Crescono nettamente le richieste di NASpI, assicurazione sociale per l’impiego. Nei primi otto mesi del 2022 sono state quasi 120 mila, un numero dovuto “sia alla conclusione del blocco dei licenziamenti sia alle modifiche alla legge di bilancio 2022, che hanno ampliato la platea dei destinatari della misura”.

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Consumi in calo per l’inflazione

A fronte di questa situazione, scrive Banca d’Italia, “i consumi delle famiglie siciliane dovrebbero continuare a crescere”, ma con una spesa per nucleo “meno sostenuta rispetto al 2021 e inferiore alla media nazionale”. Un rallentamento dovuto “al rialzo dei prezzi al consumo”, ma anche “al peggioramento del clima di fiducia, acuitosi a seguito dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina”. In generale i rincari hanno riguardato soprattutto “spesa relative a abitazioni, utenze e beni alimentari” colpendo soprattutto i più poveri. Una situazione a cui il Governo ha cercato di rimediare attraverso i bonus. Secondo i dati Arera, citati da Bankitalia, “alla fine dello scorso anno la quota di utenze siciliane beneficiarie era pari al 15 e al 12 per cento” rispettivamente per il bonus luce e gas, contro una media nazionale dell’otto per cento. Un numero destinato a crescere “per effetto dell’innalzamento della soglia Isee prevista per l’ammissione ai bonus”.

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Famiglie sempre più indebitate

Tra le misure più richieste dai siciliani anche l’assegno unico per i figli. In base ai dati Inps citati nel report “a giugno erano stati corrisposti pagamenti per circa 698 mila figli, per un importo medio mensile di 160 euro (145 nella media italiana)”. Scende invece il numero dei percettori di reddito e pensioni di cittadinanza. A giugno di quest’anno erano circa 223 mila, contro i 249 mila dell’anno precedente. Le famiglie beneficiarie sono l’11 per cento di quelle residenti in regione, contro il nove per cento del Mezzogiorno e il 4,5 per cento della media nazionale. Malgrado gli aiuti, l’indebitamento delle famiglie siciliane aumenta. Nel primo semestre 2022 i prestiti sono cresciuti del quattro per cento. Si tratta sia di mutui per l’acquisto di abitazioni (saliti del 3,7 per cento) che di credito al consumo (cinque per cento). Complessivamente i mutui dei siciliani valgono un miliardo, e sono per il 59 per cento a tasso fisso e per circa il 20 per cento a tasso variabile.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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