Aumentano i prezzi, non solo dei beni di consumo, ma anche delle case. Nel secondo trimestre 2023, secondo i dati ufficiali raccolti dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, considerando l’acquisto indipendentemente dai fini abitativi o per investimento, aumenta del 2 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,7 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2022. Il dato nel primo trimestre 2023 rispetto agli ultimi tre mesi del 2022 vedeva già un aumento del 1 per cento. E l’aumento rispetto a un anno fa si attesta a un più 0,5 per cento. Un aumento modesto, a prima vista, ma che si va a sommare al più 5,3 per cento medio nazionale registrato già nel primo trimestre dell’anno rispetto al periodo gennaio-marzo del 2022.

Aumenti soprattutto al Nord
L’Italia vede situazioni molto diverse nelle varie aree geografiche: al Centro e nel Sud e Isole si registrano tassi tendenziali – cioè a confronto con il primo trimestre 2023 – negativi rispettivamente pari a meno 0,7 per cento e a meno 1,5 per cento (da più 0,1 per cento e meno 0,7 per cento del trimestre precedente. Nelle ripartizioni del Nord i prezzi delle abitazioni continuano invece a crescere accelerando nel Nord-Ovest (da 2,0 per cento a più 2,5 per cento). Nel dettaglio l’indice dei prezzi IPAB vede, su base 2015 uguale a 100, il Mezzogiorno attestarsi su prezzi medi delle case pari a 104,4, con le costruzioni nuove che toccano una media di 122,3 punti. Le abitazioni esistenti, che rappresentano il grosso del mercato immobiliare, fanno registrare invece prezzi sostanzialmente stabili, con un indice pari a 100,5 rispetto al 2015. Nel trimestre precedente lo stesso, secondo la banca dati Istat, era a 99,7. Ovvero: un’abitazione “usata” è stata acquistata mediamente a prezzo inferiore che nel 2015.
Il volume di immobili venduti in calo del 16 per cento
I prezzi delle case aumentano, ma rispetto ad altri beni l’aumento medio nazionale resta inferiore all’inflazione acquisita: questa, sempre secondo i dati ufficiali Istat, a giugno 2023 aveva raggiunto l’1,4 per cento a fronte di un aumento congiunturale del 2 per cento del settore. Il dato è particolarmente favorevole se si considerano le case nuove (più 3,8 per cento l’inflazione acquisita, con un aumento medio del 2 per cento nel trimestre). Viceversa per le abitazioni esistenti a fronte di una inflazione acquisita dello 0,7 per cento i prezzi sono in aumento del 1,9 per cento. Il tutto in un contesto di marcata riduzione dei volumi di compravendita, con un meno 16,0 per cento di flessione tendenziale (su base annuale) registrata nel secondo trimestre 2023 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, che si somma al meno 8,3 per cento del trimestre precedente.

Palermo centro: costo al m² inferiore alla media italiana
Per quanto riguarda i prezzi di vendita al metro quadro, la media nazionale raggiunge ad agosto i 1.970 euro al metro quadro. Il dato, fornito dal portale specializzato Immobiliare.it e basato sul database degli annunci degli immobili in vendita, presenta nuovamente grandi variabili territoriali. Nel territorio comunale di Milano la media è di oltre 3 mila euro al metro quadrato, con picchi di oltre 10 mila euro per le zone centrali. Nel territorio comunale di Palermo viceversa il prezzo medio per un immobile è mediamente di 1389 euro al metro quadrato, con picchi di 1.900 euro nelle zone centrali, meno della media nazionale, mentre per la provincia l’importo medio è di 1.250 euro. Catania, il secondo centro della Sicilia, vede prezzi di vendita ancora più vantaggiosi se confrontati con la media italiana: 1.120 euro al metro quadrato ad agosto, con picchi di 1.400 euro nelle aree più centrali, simili peraltro a quelli dei Comuni dell’hinterland urbano più costosi, come Aci Bonaccorsi ed Aci Castello, ma che crolla nelle aree interne a circa 500 euro al metro quadro, come a San Michele di Ganzaria, Castel di Iudica e San Cono. Tra le province Enna registra una media di 731 euro al metro quadro, ma al suo interno si oscilla tra gli 850 euro del capoluogo fino ai 400 euro al metro quadro necessari a Villarosa. Segue Caltanissetta, con prezzi medi nella provincia di 703 euro ma variazioni meno significative tra i Comuni, con il maggiore centro, Gela, che vede una media di richiesta di 808 euro.

Taormina ha i prezzi al m² più alti di Sicilia
Questa la situazione nelle altre province: Agrigento è a quota 856 euro al metro quadro, Ragusa a 953 euro, Trapani raggiunge i 1.086 euro. Siracusa vede una media di 1.143 euro al metro quadro, ma nel dato influenzano molto il Comune più esteso, Noto, che vede un prezzo medio pari a 1.693 euro, mentre nel capoluogo i prezzi medi sono di poco inferiori ai 1.300 euro, mentre i Comuni interni come Palazzolo Acreide hanno prezzi medi inferiori ai 700 euro al metro quadro. Messina infine conta prezzi medi di 1.194 euro di media, con il capoluogo a quota 1.044 euro, e Taormina che a quota 2.888 euro al metro quadrato risulta il Comune con i prezzi di vendita più cari nell’Isola.