È stato presidente del Comitato per la festa di Sant’Agata dalla fine di settembre del 2019 a dicembre del 2022. Ne parla da innamorato, Riccardo Tomasello, della sua esperienza come cerimoniere della festa cittadina più importante. “Ne sono nate tante belle relazioni, tanti bei rapporti umani di cui faccio un grande patrimonio personale” ha detto a FocuSicilia. Nel ruolo di presidente del comitato tornerebbe volentieri e subito anche se intanto prova a rimanere in contatto con la città proponendosi addirittura come sindaco espressione di un movimento civile. Il suo grande amore, come detto, però, rimane la festa di Sant’Agata per cui dice di avere tanti progetti che renderebbero la festa davvero internazionale, anche come ritorno economico per la città. Secondo Tomasello, che si sente l’erede dello storico cerimoniere, deceduto nel luglio del 2020, Luigi Maina, sono state già fatte tante migliorie a cominciare dal regolamento per la festa al piano “safety e security” organizzato con la prefettura. “Un grande impegno sia per il controllo delle persone che si stimano in circa un milione e mezzo che contro le infiltrazioni mafiose, ma la festa è complicata e ci sarebbe molto da fare”.
Programmazione come una sagra
Proprio il ruolo della festa nell’economia e nella organizzazione della cosa pubblica cittadina, sono il più grande cruccio di Tomasello. È convinto che le potenzialità non solo siano molteplici, sarebbero soprattutto non sfruttate. Sarebbe trattata, insomma, “come poco più di una sagra di paese”. Secondo Riccardo Tomasello manca una vera pianificazione di ogni dettaglio, a cominciare dalla quantificazione del budget “che non può che essere sempre approssimativo” finendo con il calcolo del ritorno economico per la città che in molti definiscono “notevole e importante”, ma che a quanto pare nessuno conosce davvero. Tomasello racconta che avrebbe voluto colmare in qualche modo questa lacuna. “Ho immaginato un un gruppo che attraverso sondaggi e incontri con gli operatori riuscissero a fare un quadro di esigenze, criticità e positività della festa stessa così da avere le idee chiare e potere guardare al futuro con un piano d’azione mirato”.
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Non c’è una chiave internazionale
Inoltre non c’è una chiave davvero internazionale, a cominciare dall’uso esclusivo o quasi dell’italiano, passando da una programmazione troppo a ridosso della festa stessa e quindi difficilmente calendarizzabile nei circuiti turistici nazionali e internazionali. “L’organizzazione è certa per le giornate del 3, 4 e 5 e per quei giorni c’è sempre il pienone dappertutto, ma per tutti gli eventi collaterali nei giorni prima e dopo la festa, non si sa mai nulla se non all’ultimo momento, una situazione che chiaramente non fa sì che si possano organizzare gite da fuori proprio per questi eventi dedicati a Sant’Agata”, sostiene Riccardo Tomasello. Racconta anche che per la sera del tre, caratterizzata dai fuchi in musica, avrebbe voluto ogni volta ospiti importanti come Bocelli, per fare un esempio, ma anche internazionali “che con la loro presenza avrebbero elevato ancora più il valore della serata e invece si preferisce fare un videomapping solo in italiano”.
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Turismo religioso tutto l’anno
Accanto, nella strategia di Tomasello per la festa, si dovrebbe puntare anche a un turismo religioso che tutto l’anno porti il nome della Santa e dunque di Catania in giro per il mondo. “La nostra Agata è venerata davvero ovunque, noi siamo la sua storia, Catania è la sua città. Potremmo fare molto di più, ma non sembra esserci la volontà di fare nulla in merito. Il comitato dovrebbe lavorare tutto l’anno e non solo pochi mesi prima dell’evento”. La festa e la sua organizzazione sono titoli di pregio per chi li rappresenta, anche se poi non sono effettivamente dimostrazione di potere concreto. Questo però fa sì che tutti vogliano avere un ruolo e nessuno è disposto a cedere il proprio. E in questo Tomasello non manca occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Adesso infatti non è più il cerimoniere della festa è stato sostituito da Mariella Gennarino.
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Rapporti di potere
Riccardo Tomasello racconta che verso la fine della sua esperienza nel comitato i rapporti si erano incrinati sia con il Comune che con la Curia. “Non possono esserci personalismi, dobbiamo lavorare tutti per lo stesso obiettivo e tutti insieme e invece ci sono piccoli giochi di potere che non fanno bene a nessuno”, ha dichiarato a FocuSiclia. “Io ho cercato di portare al centro la funzione del Comitato e avrei voluto continuare”.