Nel luglio del 2011, due giovani sorelle hanno deciso di aprire una piccola libreria a Catania: appena 23 metri quadri, in una viuzza del centro storico. A distanza di otto anni, Maria Carmela e Angelica Sciacca hanno costruito una realtà che è diventata un punto di riferimento per lettori di tutte le età, ma anche un presidio culturale che ha portato in città autori di fama nazionale e internazionale del calibro di Paolo Giordano, Claudio Facchinelli, Adrian Igoni Barrett, Manuela Diliberto e il fratello Pierfrancesco (più conosciuto con lo pseudonimo Pif), Giulio Cavalli. “L’editoria – raccontano – è uno dei settori dov’è più difficile entrare e per capirne i meccanismi serve tempo”. Nonostante tutto, dunque, le due sorelle non si sono fermate: hanno rilevato il marchio della storica Libreria Romeo Prampolini e, il 15 settembre, hanno inaugurato la Legatoria Prampolini.
Partenza da Vicolo Stretto
A spingere le due giovani libraie, “a parte la profonda ammirazione per questo luogo”, come spiega Angelica, “è pensare che se siamo riuscite in otto anni a far crescere una libreria di 23 metri quadri: avremmo potuto farcela anche con una più grande. Abbiamo scelto proprio la Prampolini perché il nostro sogno, anche quando abbiamo aperto la Vicolo Stretto, era poter avere e dare spazio alle nostre idee. E poi era giusto anche ridare questo luogo alla città di Catania: l’abbiamo comprata noi ma le librerie sono e restano i luoghi dei lettori e dei cittadini. Noi siamo semplicemente le custodi”.
La passione per i libri è senz’altro il motore fondamentale ma dietro e dentro il mondo delle due libraie c’è tanto altro: “C’è la testardaggine, la lungimiranza ma anche gli affitti, gli stipendi e le fatture”, affermano le sorelle Sciacca. “C’è da tenere una contabilità molto minuziosa e molto ingarbugliata. Fra resi, note di credito, fatture a 60, 90, 120, 180 giorni e conto deposito, ci sono una serie di procedure che per essere imparate hanno bisogno di tempo e forza di volontà”. Campare con i libri, quindi, si può. Anche se “chi apre una libreria deve farlo con la percezione e la consapevolezza che non si guadagnano cifre enormi. All’inizio ti accontenti, man mano si ingrana e finanziariamente ci si stabilizza. Si vive bene, tranquilli ma ci sono anche dei mesi in cui bisogna stringere la cinghia perché hai venduto meno libri e hai avuto un margine di guadagno molto basso. Per questo serve anche avere spirito d’iniziativa: dalle presentazioni ai corsi, dai laboratori ai gruppi di lettura. E poi c’è la chiacchiera col cliente che entra solo per salutarti e alla fine decide di acquistare il libro di cui gli parli perché ti era piaciuto e volevi condividere con lui. Oggi ce la facciamo anche grazie al fattore umano: hai un contatto con il pubblico che ripaga la fiducia che tu gli hai dato. È il segreto di Pulcinella ma è realmente così”.
La tecnologia? Un alleato
Il fattore umano dunque. Secondo Maria Carmela e Angelica Sciacca, in un’epoca in cui è possibile acquistare qualsiasi cosa restando seduti in poltrona, è questo l’ingrediente che fa la differenza tra le librerie indipendenti e i grandi colossi dell’online. “Quando si parla di impresa culturale versus tecnologia, vengono subito in mente Kindle, Amazon e si pensa a due facce della stessa medaglia che non si guardano mai”. Ma la tecnologia può diventare un prezioso alleato: “La prospettiva cambia. Abbiamo cominciato a caricare sulla piattaforma che Facebook offre per la vendita online i libri che avevamo alla Vicolo Stretto, e lo faremo anche con la Prampolini. Il cliente che legge su Facebook il titolo di un libro e decide di acquistarlo, però, non lo paga online: viene a ritirarlo e lo paga in libreria”. Con lo stesso meccanismo funzione GoodBook, piattaforma che permette di prenotare i libri online e ritirarli nel punto vendita di fiducia. “Essendo un grossista – spiegano le sorelle Sciacca – ha tantissimi titoli a catalogo, oltre quelli che noi possediamo tra gli scaffali. Il cliente ha una vastissima scelta, ma deve comunque venire in libreria ad acquistare. Nella stessa ottica rientrano l’uso dei social, che ci ha permesso di entrare in contatto con gente da ogni parte d’Italia, o la consegna a domicilio perché anch’essa sfrutta la tecnologia: il cliente ordina il libro via Facebook o via WhatsApp ed è la libraia che te lo viene a portare a casa, mantenendo quindi un contatto diretto con noi”.
Com’è la nuova Prampolini
Le condizioni della libreria Prampolini non erano ottimali, tant’è che “i lavori di ristrutturazione, partiti a inizio marzo, sono finiti il giorno prima dell’inaugurazione, ma quelli dell’angolo bar e della sala polifunzionale proseguiranno ancora. Abbiamo scoperto un pavimento antico che dovrà essere restaurato bene e per farlo dobbiamo rispettare i tempi tecnici”.
Le due giovani hanno mantenuto la struttura originaria della più antica libreria della città, ma hanno anche dato un tocco personale: “La scaffalatura originaria della libreria si è mantenuta quasi per intero, tranne nella fascia centrale. Qui gli scaffali sono crollati. Per fortuna il nostro architetto Marco Terranova è riuscito a rigenerare il loro stesso legno, sfruttandolo per creare alcuni elementi sia nella libreria che nell’angolo caffè e nella sala polifunzionale. Ci sarà quindi un misto tra Libreria Prampolini 1894 e Legatoria Prampolini 2019. Sarà insomma una Prampolini 3.0″, continua Angelica Sciacca. Uno spazio che non è stato pensato dunque solo come libreria. Un tempo, secondo i racconti dell’epoca, era luogo d’ispirazione per grandi autori, dove ognuno riusciva a prendersi il proprio tempo. “I libri e la fretta, del resto, non vanno molto d’accordo”, sorride la libraia.