Non si può più ballare al chiuso, non importa la tipologia del locale. Inoltre, “non può tendenzialmente ospitare oltre il 40 per cento dell’afflusso di pubblico normalmente autorizzato”. Una regola che vale per tutti i locali. Rimane l’obbligo di mascherina e del rispeto del distanziamento. Chi non rispetta le regole sarà sanzionato al massimo previsto. Novità anche per gli eventi di ferragosto e per la gestone dei migranti. Aumentano i casi di contagio da coronavirus in Sicilia e il presidente della Regione, Nello Musumeci, firma una nuova ordinanza restrittiva. Entrata in vigore il 9 agosto, sarà valida fino al 10 settembre.
Disposizioni per ferragosto
Nuove restrizioni in Sicilia dopo i casi di contagio in alcune discoteche e locali dell’Isola. Sono stabiliti controlli e ingressi limitati nei locali e negli esercizi pubblici. Permesse le serate organizzate per ferragosto, ma gli eventi vanno comunicati almeno 48 ore prima al Comune e alla Prefettura competente per territorio. Rimane l’obbligo di stanziamento e dell’uso della mascherina, nonché un limite al 40 per cento della capienza. Neanche le spiagge sono esenti da controlli e restrizioni. “Al fine di evitare forme di assembramento in aree demaniali (anche in spiaggia), i sindaci con propria ordinanza possono vietare lo svolgimento di manifestazioni pubbliche e/o di eventi aggregativi”.
Controllo dei migranti
Un articolo della nuova ordinanza è dedicato alla gestione del flusso dei migranti e della loro quarantena. Vietata la quarantena in tensostrutture “tenuto conto della forte incidenza del numero dei migranti positivi al Covid-19 sbarcati sulle coste siciliane e del significativo numero di episodi di fuga degli stessi”. Il governo regionale specifica che le scelte spettano al governo nazionale, ma al contempo stabilisce che qualora la quarantena dei migranti non possa essere svolta sulla nave predisposta, l’individuazione dei centri di accoglienza va fatta “previo parere di congruità alle misure di prevenzione per il contagio da Covid-19 rilasciato dalla competente Azienda Sanitaria Provinciale”.