L’economia del pistacchio: tutti i numeri del Bronte Dop

L’economia del pistacchio: tutti i numeri del Bronte Dop

Come nasce, quanto vale e come viene lavorato uno dei prodotti siciliani più famosi nel mondo Verde, profumato e famoso in tutto il mondo: sono tre dei tratti che distinguono il Pistacchio di Bronte, eccellenza tutta siciliana che nel 2006 ha anche conquistato la Denominazione di origine protetta. Dalla fine di agosto fino ai primi giorni di ottobre i coltivatori saranno impegnati con la raccolta del prezioso e delicatissimo frutto. Un fenomeno che ha dato lustro a una piccola cittadina sulle preziose pendici dell’Etna. Si fa risalire il nome pistacchio alla parola Psitacco, antica città della Siria. Secondo la leggenda, il piccolo frutto verde era tra gli alimenti preferiti della regina di Saba, la quale richiedeva che tutta la produzione delle sue terre venisse impiegata esclusivamente per soddisfare lei e la sua corte. Arriva in Sicilia grazie agli arabi, sbarcati a Marsala nel 827 d.C.. Divenuti padroni dell’intera isola nel 902 d.C., elessero le pendici dell’Etna come territorio ideale per la produzione del pistacchio. All’influsso arabo si deve lo stesso nome dialettale del pistacchio,frastuca(la pianta è chiamatafrastucara).Dopo molti secoli, per la precisione il 9 giugno 2006, il pistacchio di Bronte acquista la denominazione Dop: è l’unica specie in tutta Europa ad averla ricevuta. Da solo, questo prodotto siciliano rappresenta l’1 per cento della produzione mondiale di pistacchio. Secondo i dati Ismea, nel 2009 si è arrivati ad esportare 7.597 kg di pistacchio di Bronte, con un prezzo medio di 9,97 euro al kg (prezzo che nei primi sei mesi del 2010 è schizzato a 12,74 euro). Secondo i dati Istat, Bronte produce circa 34 mila quintali dipistacchio verde di Bronte Dop, a fronte di una produzione italiana di 38.846 quintali. Sulla superficie impervia della sciara, si coltivano circa 3 mila ettari, con una media di circa 1.500 kg a ettaro coltivato. Solo le radici del pistacchio riescono a penetrare la durissima lava vulcanica raffreddata. Ogni pianta produce dai 5 ai 15 kg di tignosella, nome del frutto smallato e asciugato. In casi fortunati, si arriva a toccare punte di circa 30 kg. L’albero non produce tutti gli anni. Nel periodo di scarica si procede alla cosiddetta potatura verde: si pensa che, in questo momento di riposo, la pianta assorba le sostanze preziose contenute nel terreno lavico per produrre un frutto ricco di aromi. I terreni coltivati a pistacchio vanno dai 400 ai mille metri di altezza. Sotto il marchio “Pistacchio di Bronte Dop” sono riuniti circa 500 produttori. Secondo Mauro Rosati, direttore generale della fondazione Qualivita, la denominazione produce 10,1 milioni di euro di fatturato. Ogni anno circa 10
mila persone si trasferiscono a Bronte per la raccolta: è eseguita
in modo completamente manuale o scuotendo i rami per raccogliere i
frutti su teli stesi sul terreno. Il periodo di raccolta è compreso
tra il 20 agosto e il 10 ottobre. Il frutto viene poi privato del
mallo e asciugato per 3-4 giorni. Prima della vendita, viene
conservato in ambienti bui e asciutti. Poi viene sgusciato mediante
lavorazione meccanica. Una parte della produzione, invece, viene
conservata in celle frigorifere a 13-14 gradi e lasciato in guscio,
in modo da conservarsi perfettamente anche per l’anno “pari” in
cui non avviene la produzione. Per la pelatura – l’eliminazione della
sottile pelle di colore violaceo – si usa uno scottatore: il seme
viene pelato facendolo sostare per alcuni minuti in acqua calda. La
pellicola si gonfia e, passando attraverso dei cilindri gommati,
viene spezzettata e staccata. A questo punto il prodotto viene
selezionato e poi passato nel circuito di essiccazione a bassa
velocità. Il pistacchio asciutto viene poi venduto in cartoni da
12,5 kg. I numeri del
pistacchio sono moltiplicati da tutte le realtà che non solo lo
raccolgono e commercializzano, ma che lo trasformano. Vincente
Delicacies è una pasticceria artigianale che si trova a Bronte.
Nella zona rappresenta un filo diretto per avere il prezioso
pistacchio Dop a chilometro zero. L’attività, con già vent’anni di
attività alle spalle, è stata acquisita nel 2007 da Nino Marino e
Vincenzo Longhitano. All’interno lavorano solo siciliani. Anzi,
siciliane, dato che l’80 per cento della forza lavoro è femminile.
All’interno dell’azienda si trova la prima galleria “formativa
e informativa”. È lunga 70 metri ed è dedicata al pistacchio nel
mondo: si raccontano tutte le tipicità del pistacchio di Bronte Dop,
il ciclo produttivo, le difficoltà della raccolta ma anche le
leggende che ruotano attorno a questo ingrediente che ha reso famoso
un paesino siculo. Tra le attività più divertenti presenti in
galleria c’è l’area del confronto. Il visitatore può confrontare il
Bronte Dop, unico per colore e dimensione, con una selezione di altri
pistacchi, provenienti da tutte le zone più importanti in termini di
produzione. Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.