L’Italia è nuovamente sottoposta a procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea. Sotto accusa a Bruxelles il trattamento economico dei lettori di lingua straniera nelle Università italiane, che infrange “le norme dell’Ue sulla libera circolazione dei lavoratori”, in particolare il divieto di discriminazioni “a causa della nazionalità per quanto riguarda l’accesso all’occupazione e le condizioni di lavoro”. I lettori, in altre parole, sono pagati troppo poco. La decisione è stata inserita nel “pacchetto” di infrazioni rese note dalla Commissione europea lo scorso 26 gennaio, precisando che l’Italia “dispone ora di due mesi per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue”. Secondo l’ultimo aggiornamento del dipartimento per le Politiche europee del Governo italiano, a fine 2022 erano 82 le procedure di infrazione aperte, “di cui 57 per violazione del diritto dell’Unione e 25 per mancato recepimento di direttive”. A esse, da pochi giorni, se n’è aggiunta un’altra, da disinnescare in meno di 60 giorni.
Leggi anche – Università, per Censis la migliore è Palermo. Messina ultima statale d’Italia
Una storia lunga 20 anni
La vicenda dei lettori stranieri nelle università italiane, come ricostruito da FocuSicilia, risale al lontano 2001. Precisamente alla sentenza della Corte di giustizia europea che aveva impegnato gli atenei italiani a garantire ai lettori, detti anche collaboratori linguistici, “un trattamento economico corrispondente a quello del ricercatore confermato a tempo definito (200 ore annue, ndr) con effetto dalla data di prima assunzione”. Le richieste dell’Europa furono recepite dalla legge 63 del 2004, ma successivamente la legge 240/2010 (meglio nota come riforma Gelmini) aveva rimesso tutto in discussione. L’ultimo intervento in materia risale al 2019, quando il ministero dell’Università e della Ricerca aveva fissato lo “schema tipo di contratto integrativo” per i lettori. Un intervento che però non era stato risolutivo, con uno strascico di polemiche in molti Atenei italiani, compreso quello di Catania, dove le retribuzioni dei lettori risultano tra le più basse del Paese, mentre a Palermo e Messina la situazione dei collaboratori linguistici è regolare.
Leggi anche – Ersu Palermo, una Conferenza per avere più residenze universitarie in Sicilia
Le motivazioni di Bruxelles
A distanza di anni le cose tornano a muoversi, con una “lettera di costituzione in mora” inviata all’Italia dall’Unione europea. In particolare Bruxelles chiede di tornare alla legge del 2004, “che fornisce un quadro accettabile per la cosiddetta ricostruzione della carriera dei lettori stranieri nelle università italiane”. In particolare la norma “consente di adeguare la retribuzione, l’anzianità e i corrispondenti contributi previdenziali dei lettori a quelli di un ricercatore con un contratto a tempo parziale e concede ai lettori il diritto al pagamento degli arretrati a partire dall’inizio del rapporto di lavoro”. Tuttavia la maggior parte delle università “non ha adottato le misure necessarie per una corretta ricostruzione della carriera dei lettori, con la conseguenza che la maggior parte di essi non ha ancora ricevuto il denaro cui ha diritto”. Dunque l’Italia “continua a discriminare i lettori”, avendo ignorato i precedenti richiami e finanche “l’avvio della procedura di infrazione nel settembre 2021”.
Leggi anche – Università, il 60% degli stranieri sceglie Messina. Indietro Catania e Palermo
La soddisfazione della categoria
Una decisione accolta con soddisfazione da David Petrie, presidente dell’Allsi, Associazione lettori di lingua straniera in Italia, che negli anni ha accolto i ricorsi di collaboratori linguistici in tutto il Paese, compresa la Sicilia. “La Commissione ha finalmente chiuso la procedura preliminare di infrazione e ha annunciato l’avvio di un’azione legale contro l’Italia”, sottolinea Petrie. Una decisione che rappresenta “una presa di posizione chiara di fronte al comportamento elusivo del legislatore italiano, e delle amministrazioni universitarie che in questi anni hanno omesso di adottare le misure necessarie per superare la discriminazione in atto nei confronti dei lettori stranieri in questo Paese”. L’auspicio è che il Governo italiano possa sistemare le cose nei sessanta giorni previsti da Bruxelles, senza arrivare di nuovo di fronte alla Corte di giustizia. “Confidiamo si possa superare definitivamente questa inaccettabile situazione”, conclude il presidente dell’Allsi.
[…] focusicilia.it/lettori-stranieri-linfrazione-italiana-e-ufficiale-meno-di-60-giorni-per-rimediare/ […]