Nel 2021 il mercato editoriale in Italia è cresciuto di oltre il 10 per cento rispetto all’anno precedente. Il comparto vale oltre 3,4 miliardi di euro, contro i 3,1 miliardi del 2020 e del 2019. Sono i dati dell’ultimo report dell’Associazione italiana editori (Aie), presentato nei mesi scorsi alla Fiera del libro di Francoforte. Il principale canale di vendita è il “trade” – che comprende librerie, grande distribuzione e store online, compreso Amazon – con un fatturato di oltre 1,7 miliardi. Seguono a grande distanza i canali educativi (780 milioni), ebook e audio-libri (450 milioni), collezionismo (230 milioni) e altri tipi di vendita (270 milioni). Quella del libro “si conferma la prima industria culturale italiana”, con incassi superiori alla televisione a pagamento (2,9 miliardi), ai videogiochi (1,8 miliardi), alla tv in chiaro (1,7 miliardi) e all’editoria periodica e quotidiana (che valgono rispettivamente 1,4 miliardi e 800 milioni di euro). Il mercato del libro italiano è il quarto in Europa, dopo Germania (9,6 miliardi), Regno Unito (6,4 miliardi) e Francia (6,1 miliardi), anche se queste ultime due nazioni “esprimono il loro mercato in termini di fatturato delle case editrice e non di spesa del pubblico”, dunque la valutazione complessiva è frutto di una stima di Aie.
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Il cartaceo vince sul digitale
Secondo l’Associazione editori italiani, che elabora dati Istat, “nel 2021 torna a crescere la produzione di libri a stampa”, mentre risulta “in calo quella degli ebook”. I volumi cartacei sono quasi 82 mila, il 17 per cento i più rispetto al 2020, mentre quelli digitali sono 50 mila, il 4,5 per cento in meno. Il trend rispetto agli anni precedenti, secondo l’Istituto nazionale di statistica, è positivo. “Il 2021 è caratterizzato da una forte ripresa della produzione editoriale, non solo nel confronto con il primo anno segnato dal Covid (più 11,1 per cento rispetto al 2020) ma anche rispetto alla situazione precedente (più 8,2 per cento sul 2019)”. Istat fornisce anche il dettaglio delle tipologie di libri che finiscono sugli scaffali fisici e digitali. “L’incremento riguarda soprattutto la pubblicazione di ristampe (più 14,2 per cento sul 2020) e le prime edizioni (più 13,5 per cento) mentre risultano in rilevante diminuzione le successive (meno 18,4 per cento)”. In crescita anche la tiratura, cioè il numero effettivo delle copie stampate. “Con oltre 200 milioni nel 2021, l’incremento è pari a più 11,7 per cento rispetto al 2020 (più 3,7 per cento sul 2019) e ha interessato soprattutto ristampe (più 21,1 per cento) e prime edizioni (più 10,3 per cento)”.
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Quanto guadagnano le librerie
Se il libro di carta continua a prevalere su quello digitale, nel 2021 si è assistito anche a una ripresa del mercato delle librerie rispetto agli store online. Questi ultimi, osserva l’Associazione italiana editori, sono in crescita costante da alcuni anni. Il volume d’affari sviluppato nel 2021 è di 740 milioni di euro, rispetto ai 633 milioni del 2020 e ai 440 milioni del 2021. Dopo il periodo Covid, tuttavia, si assiste a una ripresa dei negozi di libri. Il valore economico nel 2021 è di 876 milioni, ben più alto rispetto ai 752 milioni del 2020 (quando librerie fisiche e online si equivalevano di fatto), ma più basso rispetto al 2019, quando il fatturato sfiorava il miliardo di euro. Ben più ristretto il volume d’affari nella grande distribuzione organizzata. Nel 2021 è di 85 milioni, in calo rispetto agli 87 del 2020 e ai 92 del 2019. Quanto al guadagno sul prezzo di copertina, le librerie fisiche sono ancora in testa, superando il 51 per cento, seguite da quelle online, che trattengono il 43,5 per cento dei proventi. Alla Gdo resta in mano “soltanto” il cinque per cento, ma tutti e tre i canali di vendita, conclude l’Aie, “guadagnano qualcosa rispetto al 2020”.