Mar Rosso. Export agroalimentare a rischio. I possibili scenari per la Sicilia
Anche laSiciliarischia di essere danneggiata dalle conseguenze degliattacchi HouthinelMar Rosso. In realtà se l’export regionale verso iPaesi Extra Ueera già in difficoltà per via della nuova guerra traIsraeleePalestinae limitato dalcambiamento climatico, che ha ridotto la produzioneagroalimentare. Quest’ultimo segmento, secondoColdiretti, rischia una generale battuta d’arresto per gli aumenti vertiginosi deicosti dei trasporti marittimie deitempi di percorrenticausata dagli attacchi dei ribelli yemeniti nel Mar Rosso. In base ai dati diffusi daUnioncamere Siciliaper il secondo trimestre 2023, l’esportazione verso i paesi extra Ue pesa per il 58 per centodell’attività regionale. La nuova guerra traIsraeleePalestina, insieme alle tensioni che ha prodotto inNord Africa, stavano iniziando già incidendo sull’export siciliano verso l’Africae ilMedio Oriente. “Le vendite fra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2022, sono passate da 309 a 333 milioni inEuropae da 515mila a 2,2 milioni di euro inMedio Oriente“, ha analizzato Giuseppe Pace,presidente di Unioncamere Sicilia. Nello stesso periodo “le vendite di prodotti agricoli è cresciuta da 2,4 a 4,2 milioni inAfrica centromeridionalee da 9,7 a 10 milioni inOceania“. Con le nuove proiezioni riusciremo a capire quanto l’export abbia perso l’export agroalimentare in Sicilia a causa degli attacchi alle navi commerciali da parte degli Houthi nel Mar Rosso. L’Isola commercia con l’Asiasiavinochearance. Per ultimo, ad inizio di questo mese, ilComune di Bronteaveva comunicato un interesse cinese ad acquistarepistacchio. In base a quanto comunicato da Coldiretti, l’export agroalimentareMade in Italyin Asia vale5,5 miliardinel 2023, del quale quasi il 90 per cento raggiunge i paesi di destinazione per via marittima. L’export agroalimentare sta scontando le difficoltà di trasporto provocate dagliattacchi degli Houthicontro le navi nel Mar Rosso. Fattore che potrebbe ripercuotersi su tutto il segmento. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, hanno portato adaumenti vertiginosidel costodeitrasporti marittimie deitempi di percorrenza. Una situazione che impatta pesantemente – ha sottolineato la Coldiretti – suiprodotti deperibilicome l’ortofrutta fresca. Con l’allungamento dei tempi potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto fresco, con il rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare. Tra gli altri alimentari interessati alle esportazioni in Asia c’è anche l’ortofrutta trasformataper un valore attorno al miliardo di euro. Inoltre,pastaeprodotti da fornoper 800 milioni.Dolciper altri 400 milioni evinoper oltre mezzo miliardo con la Cina che si contende con gli Usa il primato nel consumo di rossi di cui l’Italia è tra i primi tre paesi fornitori. Le difficoltà sul mercato asiatico colpiscono un settore in grande espansione che ha messo a segno nel 2023 ilrecord storicocon l’export agroalimentare nazionale che ha raggiunto ilvalore massimo di semprea 64 miliardi. Con una crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente, secondo la proiezione della Coldiretti sulla base dei datiIstat.