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Metropolitana di Catania, completa nel 2026. “Salvo imprevisti”

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanzierà l'ultima tratta, quella da Misterbianco a Paternò. Data prevista per il completamento "cinque anni, tecnicamente. Contenziosi permettendo", afferma il direttore di Fce Salvatore Fiore

Trenta chilometri, dall’aeroporto a Paternò, tutti sulla linea metropolitana. Un percorso che diventerà realtà presto “entro cinque anni, abbiamo i mezzi tecnici, e i finanziamenti, per farlo”, come afferma il direttore generale della Ferrovia Circumetnea (Fce) Salvatore Fiore. I fondi per realizzare la tratta finale della metropolitana etnea, quella da Misterbianco a Paternò da 11 chilometri e mezzo, sono stati inseriti nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, meglio noto come “Recovery plan”. Sono 317 milioni di euro, che si aggiungono ai 115 già finanziati per la tratta da Misterbianco a Belpasso, e che dovranno essere utilizzati per completare i lavori entro il 2026. Naturalmente “salvo imprevisti”, come afferma Fiore in diretta a FocuSicilia. La storia della metropolitana di Catania è stata del resto caratterizzata da frequenti battute d’arresto. “Contenziosi, ricorsi, e soprattutto problematiche aziendali, hanno fatto aumentare tempi, e anche i costi. La grande sfida del Recovery plan è quella di realizzare le opere nei tempi previsti”, afferma.

“La fattibilità tecnica c’entra poco con i ritardi”

Con questo finanziamento la linea è ormai interamente delineata: arriverà da Paternò fino all’aeroporto Fontanarossa. Se i fondi del Pnrr serviranno al completamento del percorso a Nord-ovest del capoluogo, per quello a Sud, da piazza Stesicoro fino all’aeroporto, i finanziamenti per i due lotti (Stesicoro-Palestro e Palestro-aeroporto) per un totale di 400 milioni di euro, erano già stanziati. La fine dei lavori, anche in questo caso, “è nel 2026, che è un vincolo dato dall’utilizzo dei fondi comunitari di questa programmazione”. Poco tempo, ma “che dà un grande stimolo per il completamento”, afferma Fiore. L’intento è, a opera finita, naturalmente quello di creare “una reale alternativa alla mobilità privata”, nonostante le previsioni, si siano scontrate più volte con la realtà. “La fattibilità tecnica c’entra poco con i ritardi”, spiega il direttore di Fce. Sul prolungamento Nord dell’attuale tratta, che va dalla centrale piazza Stesicoro al quartiere Nesima, le ultime due fermate in territorio di Catania prima di Misterbianco, Fontana e Monte Po, dovevano essere pronte nel 2019, ma sono ancora chiuse. “Il cantiere è stato fermo due anni a causa delle difficoltà dell’azienda esecutrice (Cmc di Ravenna, ndr). Non parliamo di piccole aziende locali, ma di un colosso trovatosi in situazioni complesse”. E problemi non sono mancati anche a Sud, lungo la tratta in via di scavo tra le piazze Stesicoro e Palestro. Nel gennaio 2020 è crollata una palazzina in via Castromarino, a pochi metri dalla centrale via Plebiscito. Sull’episodio “un giudizio, sia civile che penale in via di definizione”, afferma Fiore. La ripresa dei lavori “sarà a breve, trattandosi di un’opera pubblica fondamentale”. Per consentire la prosecuzione “l’immobile è stato messo in sicurezza coinvolgendo tutte le istituzioni preposte, dal Comune alla Protezione civile. Un intervento già valutato dal Genio civile”.

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Cibali, la stazione è pronta: “Apre a giugno”

Gli imprevisti hanno causato il blocco dell’apertura anche della fermata Cibali. Su questa mancata apertura, prevista nel 2017, Fiore sfata anche un “mito”: la presenza delle acque sotterranee era stata prevista e considerata. “Anche in questo caso quello che ha bloccato sono state le difficoltà aziendali, con l’impresa (il consorzio Uniter con le aziende Sigenco e Tecnis, ndr), per lungo tempo in amministrazione giudiziaria”. Del resto, afferma l’ingegnere, ci sono state sfide ben più grandi delle falde acquifere della zona, non a caso chiamata via della Sorgiva. “Nello scavare la galleria da piazza Stesicoro abbiamo scavato anche con battenti d’acqua di otto metri. Ormai la tecnica permette di scavare tunnel anche sott’acqua”. La stazione Cibali, semplicemente, anche se non pronta faceva parte di una tratta, quella oggi in esercizio da Borgo a Nesima, “che doveva necessariamente concludersi entro il 2017”, spiega il direttore di Fce, “una data di consegna rispettata senza la perdita dei fondi europei di finanziamento”. La stazione è quindi rimasta in sospeso per quasi quattro anni fino all’arrivo della nuova impresa che ha ripreso i lavori, la D’Agostino “che ha completato tutto in pochi mesi. L’apertura è prevista a giugno”, afferma Fiore.

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Il piano urbano della mobilità sostenibile

Definito il percorso, restano però da collegare anche gli altri mezzi pubblici. Un tema particolarmente importante è quello del raccordo con l’asse urbano Nord-Sud gestito da Trenitalia, un passante ferroviario che permette già “un collegamento da Cannizzaro all’aeroporto con sette stazioni, 12 chilometri fino all’aeroporto”. Di fatto però al momento questa linea è estranea al sistema di trasporti urbano, con tariffe e tempi di percorrenza non compatibili con quelli garantiti dal percorso gestito da Fce: i treni passano ogni 90 minuti, non dieci. Una questione da risolvere con “la pianificazione del territorio che non è in capo ad Fce”, specifica Fiore. Lo strumento per definire questi aspetti dovrà essere “il piano urbano della mobilità sostenibile, la cui relazione la Città Metropolitana ha già avviato”. Nel piano si dovrebbe anche definire il sistemi di biglietti unici per l’utilizzo di tutti i mezzi all’interno del territorio etneo. “Il problema più complesso non è chiaramente quello di fare un biglietto unico, ma mettere più treni lungo l’asse ferroviario. Non basta integrare le tariffe, bisogna mettere tutto a sistema”.

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Sei milioni di utenti che “possono raddoppiare”

La metropolitana di Catania è stata inaugurata nel 1999 con la prima tratta urbana da 3,8 chilometri. Ripercorre, sottoterra, il percorso che per un secolo è stato fatto dal mare al Borgo dalla “littorina” che poi proseguiva attorno all’Etna fino a Riposto. Un servizio naturalmente ancora attivo, ma che per importanza ha lasciato il posto alla metropolitana. Progetto, come ribadito “segnato da ritardi e imprevisti”, e definitivamente decollato solo con l’apertura nel 2017 della fermata nei pressi della centralissima piazza Stesicoro, e lungo la circonvallazione fino a Nesima Nel periodo pre-Covid gli utenti erano arrivati “a oltre 6 milioni l’anno”, afferma Fiore. Una cifra che si potrebbe già raddoppiare “integrando le linee di Trenitalia esistenti”, e destinata a salire nel 2026 a percorso concluso. A settembre arriveranno anche dieci nuovi treni “in sostituzione di quelli datata in servizio ormai da vent’anni. Nel corso di un anno arriveranno tutti”. Un rinnovo dei mezzi che, garantisce il direttore di Fce, si affiancherà anche allo sviluppo di servizi “smart”, ovvero la possibilità di “pagare il biglietto direttamente con carta o smartphone, come in tutte le principali linee del mondo”, conclude Salvatore Fiore.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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