Soli in un Paese sconosciuto, senza nessuno che si occupi di loro. A maggio 2023 sono 20.510 i minori stranieri non accompagnati (Msna) presenti sul territorio italiano. Di loro, 4.340 si trovano in Sicilia, regione che ospita (anche per ragioni di “primo approdo”) il 21,2 per cento dei minori non accompagnati. Seguono la Lombardia con 2.715 (13,2 per cento) e la Calabria con 1.777 (8,7 per cento). Sono i dati della Direzione generale dell’immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che elabora le informazioni presenti nel Sim, Sistema informativo minori. Nel 2013, i minori non accompagnati non raggiungevano le 6.500 unità. Conti alla mano, un aumento del 200 per cento in dieci anni, che ha avuto un’accelerazione in particolare l’anno scorso. L’exploit è dovuto a diverse ragioni, a partire dalla guerra tra Mosca e Kiev. “Un incremento così rilevante è in larga parte attribuibile all’arrivo sul territorio italiano di un considerevole numero di minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina, a seguito del conflitto bellico e della crisi umanitaria che ne è scaturita, a partire da fine febbraio 2022″, si legge nel report del ministero.
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I numeri dei minori non accompagnati
Nel dettaglio, dei circa 20 mila minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese, 17.686 sono maschi (86,2 per cento) e 2.824 femmine (13,8 per cento). Il dato delle ragazze, osservano dal ministero, è in forte crescita. “Al 31 dicembre 2022 circa il 15 per cento dei Msna è di genere femminile, a fronte di una incidenza poco superiore al tre per cento al 31 dicembre 2021”. Per quanto riguarda l’età dei minori, 9.114 hanno 17 anni (44,4 per cento), 5.084 16 anni (24,8 per cento), 3.400 tra sette e 14 anni (16,6 per cento), 2.431 15 anni (11,9 per cento), mentre 481 hanno fino a sei anni (2,3 per cento). Anche in questo caso, si osservano delle differenze rispetto all’anno precedente. “L’incidenza dei diciassettenni è in forte discesa (44,4 per cento), a fronte dell’aumento della quota di minori di età pari o inferiore ai 15 anni (31,5 per cento)”. Ancora una volta i dati sono legati “principalmente alla presenza di Msna di cittadinanza ucraina, che rappresenta più del 59 per cento dei Mnsa con età inferiore a 15 anni”.
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L’impatto della guerra in Ucraina
Il report scende nel dettaglio delle nazionalità. I minori non accompagnati vengono soprattutto da Egitto (5.145, 25,1 per cento), Ucraina (4.620, 22,5 per cento) e Tunisia (1.750, 8,5 per cento). “Le cittadinanze che hanno registrato gli aumenti più consistenti in termini assoluti rispetto allo stesso periodo del 2021 sono quella ucraina e quella egiziana”, scrive il ministero del Lavoro. I tecnici osservano che insieme i due Paesi “rappresentano circa la metà dei Msna in Italia”, mentre per le restanti cittadinanze “si evidenzia un incremento generale del numero di minori rispetto al totale dei presenti alla stessa data nel 2021 e nel 2020”. I numeri, insomma, sarebbero cresciuti anche senza la guerra tra Mosca e Kiev, anche se in modo meno accentuato. Infatti se da una parte “la cittadinanza bangladese ha registrato un decremento importante di meno 2.272 Msna rispetto al 2021”, dall’altra “la pakistana, l’afghana, l’ivoriana e la gambiana hanno registrato un aumento rispettivamente del più 38 per cento, più 94 per cento, più 53 per cento e più 188 per cento”. Il saldo, dunque, sarebbe stato comunque positivo.
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Cosa prevede la legge italiana
A definire la figura del minore straniero non accompagnato è la Legge 47/2017. Si tratta di un minorenne “non avente cittadinanza italiana o dell’Ue, che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato […] privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano”. Né padre, né madre, né altri familiari che possano interessarsi del destino del ragazzo, insomma. La presenza di Msna è monitorata attraverso il Sim, Sistema informativo minori, istituito con il Dpcm 535/1999. Quest’ultimo contiene “i dati anagrafici del minore e le informazioni relative all’eventuale richiesta di protezione internazionale, al possesso di documenti di riconoscimento, al primo ingresso sul territorio nazionale”. La registrazione è importante perché il Dlgs 286/1998, “aggiornato” nel 2011, prevede che con la maggiore età il minore possa richiedere “un permesso di soggiorno per studio e accesso al lavoro“. Una strada verso l’integrazione, a patto di seguire la legge. Una parte degli Msna, infatti, “di fronte all’attivazione di una rete di protezione ad hoc, fa perdere le proprie tracce”.