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Morti sul lavoro, una Spoon River senza fine. E con numeri spaventosi

Una tragedia assurda che colpisce il nostro Paese: i morti sul lavoro sono tre al giorno in media. E l'incidente di Brandizzo è solo uno dei tanti casi. Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è "un oltraggio morire sul lavoro, un oltraggio ai valori della convivenza"

Ormai assistiamo ad una “Spoon River” continua, i morti sul lavoro sono una tragedia assurda che colpisce il nostro Paese con numeri spaventosi. Tre morti al giorno, questa è la media italiana di morti sul lavoro, che ahimè non stenta a diminuire. Dalle statistiche dell’Inail del 2023 emergono numeri agghiaccianti.
La tragedia ferroviaria a Brandizzo, lungo la linea che collega Torino a Chivasso, è solo una delle ultime tragedie. Gli operai che stavano effettuando alcuni interventi di manutenzione sono stati investiti da una motrice per la movimentazione di vagoni. Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto, ma sono morti 5 operai

Le parole del Presidente della Repubblica

Se guardiamo SOTTOSOPRA a questo fenomeno, non possiamo fare finta di niente; non possiamo girarci dall’altra parte perché è intollerabile morire, ancora oggi, di lavoro e per il lavoro. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la strage di Bradizzo ha affermato: “Un oltraggio morire sul lavoro, un oltraggio ai valori della convivenza”. 

I numeri della strage dati da Inail

Quest’ ultima strage ha riportato in primo piano un problema che si ripropone con cadenza quotidiana e a cui purtroppo l’opinione pubblica sembra aver fatto l’abitudine.
Secondo l’Inail, nel primo semestre del 2023, sono 450 i lavoratori che hanno perso la vita; 346 sono morti direttamente sul luogo di lavoro, 104 “in itinere” vale a dire mentre si recavano in cantiere, in azienda o in fabbrica. Nel 2022 i morti erano stati 463 nello stesso periodo considerato (1091 a fine anno).

Muoiono di più i lavoratori più giovani e più anziani

Dall’analisi per classi di età, si registrano incrementi tra gli under 25 (da 22 a 31 casi), tra i 50-54enni (da 67 a 70) e tra gli over 59 (da 99 a 110), riduzioni invece nella fascia 25-49 anni (da 186 a 151) e 55-59 anni (da 89 a 88). L’Osservatorio indipendente di Bologna che censisce tutti gli infortuni mortali, compresi quelli “in nero”, ne ha contati invece 610 dal primo gennaio al 28 agosto di quest’anno. Questa statistica spaventosa, benché non ufficiale, ci dice che il problema è molto più grande di quanto pensiamo e che è venuto il momento di trovare soluzioni vere sulla sicurezza (attiva e passiva) nei luoghi di lavoro.

La sicurezza sul lavoro non fa crescere il consenso

Il tema del lavoro, in tutte le sue declinazioni, partendo proprio dalla sicurezza nei luoghi di lavoro, non sembra una priorità nell’agenda della politica italiana; parlare di morti sul lavoro non fa crescere i consensi elettorali.
In Italia si continua a morire di lavoro e per il lavoro con una frequenza troppo elevata. Forse è arrivato il momento di smetterla di definire queste morti “morti bianche”; queste sono morti “nere” e tutto il Paese dovrebbe entrare in lutto per chiederne la fine.

Pierangelo Spadaro
Pierangelo Spadaro
Pierangelo Spadaro, Direttore editoriale Demetra Promotion srl. Catanese da generazioni. PhD in Scienze Politiche, Università degli Studi di Catania. Socio di Compubblica, Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale.

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