“Ho delle cose da dirvi”. L’annuncia così Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana, la sua diretta odierna per parlare dell’emergenza coronavirus. O meglio di quella che definisce “una guerra”, da combattere facendo affidamento “al presidente della Regione, anche se cuegghié cerca visibilità”. Lo dice proprio così, in siciliano e in diretta, come ormai consuetudine anche per la presidenza del Consiglio dei ministri, su Facebook. E come per le dirette di Giuseppe Conte la posa è istituzionale, con giacca cravatta e bandiere siciliana, italiana ed europea sullo sfondo. L’argomento, come prevedibile data la lettera inviata questa mattina alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, è quello dei controlli degli ingressi sullo Stretto di Messina. Troppi, soprattutto dopo il vertice di ieri proprio a Messina. “Ho visto foto di lunghe file di auto a Villa San Giovanni dirette in Sicilia. Questo è vietato, dalla mia ordinanza di giorni fa e da un’altra della Regione Calabria”. Musumeci cita anche il provvedimento di sabato del ministero dell’Interno e della Salute che vieta gli spostamenti non solo tra diverse regioni, ma tra comuni. E chiede “perché allora tante macchine? Lo stretto possono attraversarlo solo membri delle forze dell’ordine, delle forze armate, gli operatori sanitari e lavoratori pendolari. Che c’entrano migliaia di persone?”
Nei controlli “uno Stato assente e lacunoso”
Per dare una spiegazione a quella che Musumeci definisce “la seconda ondata del grande rientro”, prende a prestito una definizione ormai desueta, quella del “triangolo industriale del Nord”. Con la chiusura degli stabilimenti dovuta all’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri oltre che dalle ordinanze locali, molti “hanno pensato di mettersi in macchina e venire in Sicilia. Ho chiesto alle prefetture di Messina e Reggio Calabria e al ministero perché non ci fosse un cordone di forze dell’ordine per impedire il passaggio in Sicilia”. Il governatore, in quello che ammette essere uno sfogo dovuto “alla forte arrabbiatura, tanto che mi è scappata una frase piuttosto forte, ‘non vogliamo essere carne da macello'”, riferisce che chi arriverà nell’Isola troverà, “la nostra Guardia Forestale e le forze dell’ordine pronte a fare compilare il modulo e autodenunciarsi. Nessuno deve più entrare in Sicilia, lo sta il ministero dell’interno, il ministro Boccia, il presidente del Consiglio e chiunque a Roma”. La situazione di particolare caos sullo Stretto sembra comunque rientrata. “Lo Stato è apparso assente e lacunoso, ma mi dicono le nostre guardie forestali, cioè quelle che dipendono da me e dalla Regione, che il traffico è stato diviso in due corsie una per chi ha diritto d venire in Sicilia, e un’altra per chi deve ritornare indietro da dove è venuto”.
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Nuovi posti letto e un milione di mascherine
Spazio anche alle motivazioni sulle scelte adottate negli scorsi giorni, ovvero vietare il jogging e chiudere i supermercati la domenica. “Il supermercato aperto la domenica era un alibi, per poi fare la passeggiata al lungomare o al viale o la visita al parente. Siamo in guerra, dobbiamo prendere coscienza che il numero dei morti è più alto di quello dei bombardamenti durante la guerra. Sono solo norme che ognuno deve saper osservare”. E per affrontare la guerra, è pronto un piano sanitario straordinario. A iniziare da “nuovi posti letto in rianimazione, quello attuali non bastano ne servono almeno 250-300”. Musumeci conferma che si stanno rimettendo in funzione i reparti degli ospedali chiusi, oltre ad aver “chiesto aiuto alle strutture private”. E ci saranno anche “duemila nuovi posti letto per casi acuti che non avranno bisogno di terapia intensiva. Un numero che speriamo di non raggiungere”. Musumeci parla infine di risorse per i Comuni, in particolare riguardo all’approvvigionamento di mascherine. “Ne servono almeno un milione, che consegneremo per sanitari e uffici pubblici. Dovrebbero arrivare nei prossimi giorni dallo Stato che ne ha fatto un ordinativo da cento milioni”.
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Lo sfogo contro le polemiche: “Lasciate parlare me”
Musumeci infine fa riferimento anche ai critici. “Tutti siamo scienziati – ha affermato – compreso qualche deputato che chiede di applicare l’articolo 31 dello Statuto. Quanta ignoranza. Abbiamo applicato le disposizioni del governo, non abbiamo fatto di testa nostra”. Afferma poi che non è tempo per le polemiche, “cuegghiè – afferma in siciliano – in questi giorni cerca un titoletto sul giornale, ma lasciate parlare il presidente della Regione. Ho un compito che devo portare avanti con la fiducia del parlamento siciliano e di tutti. Dobbiamo rinunciare agli individualismi per combattere questo nemico. Non sappiamo quanto durerà, alcune settimane o mesi. Non siamo stati travolti dai numeri. Ma è grazie alla prudenza che abbiamo evitato il dilagare del morbo. Dobbiamo essere in soli pensiero, un solo cuore. Basta che ognuno faccia quello che viene chiesto di fare”.