Un mutuo a tasso fisso per l’acquisto della prima casa in Sicilia si paga a oggi con un interesse medio del 6,14 per cento. Al Nord però le banche chiedono interessi anche di 2 punti percentuali in meno. Il risultato, calcolato da Fabi (Federazione autonoma dei bancari), principale sindacato dei lavoratori degli istituti di credito italiani, è che per un finanziamento da 150.000 euro della durata di 25 anni, si paga a Palermo una rata mensile di quasi 1.000 euro, ben 200 euro in più rispetto agli 800 euro che si pagano a Bologna. L’Emilia Romagna è infatti la regione dove a oggi, con gli aumenti dei tassi d’interesse iniziati nel 2022, comprare casa accendendo un mutuo è più conveniente: il tasso si ferma mediamente al 4,03 per cento.
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I tassi più alti in Molise, Calabria e Sicilia
Secondo lo studio effettuato da Fabi, sono quattro le regioni dove il tasso d’interesse supera il 6 per cento. E sono tutte al Sud. Il tasso d’interesse medio praticato dalle banche in Molise è pari al 6,25 per cento, al 6,23 per cento in Calabria, con la Sicilia poco sotto al 6,14 per cento. Chiude la fascia degli interessi record la Campania, al 6,02 per cento. Secondo i dati della Fabi, sono invece sei le regioni con il tasso d’interesse medio sui prestiti immobiliari inferiore al 5 per cento: Piemonte (4,68 per cento), Valle d’Aosta (4,55 per cento), Friuli-Venezia Giulia (4,50 per cento), Lombardia (4,48 per cento), Lazio (4,24 per cento) ed Emilia-Romagna (4,03 per cento). Altre 10 regioni, poi, si posizionano nella forchetta tra il 5 e il 6 per cento: Puglia (5,91 per cento), Basilicata (5,87 per cento), Abruzzo (5,65 per cento), Sardegna (5,61 per cento), Liguria (5,57 per cento), Umbria (5,50 per cento), Veneto (5,33 per cento), Toscana (5,21 per cento), Marche (5,20 per cento), Trentino Alto Adige (5,09 per cento).
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Il coordinatore siciliano di Fabi: “Siamo ancora italiani?”
Per Carmelo Raffa, Coordinatore di Fabi Sicilia, dallo studio “viene fuori che l’Italia non è una sola Nazione ma si denotano aree di serie a, b e c” E pone la domanda: “Ma siamo ancora cittadini italiani? Oltre ad essere penalizzati per gli alti indici di disoccupazione, per la scadente viabilità stradale e ferroviaria, per i tanti problemi esistenti sul funzionamento della sanità, e molto altro, anche le banche con la giustificazione della ‘rischiosità’ mettono in enorme difficoltà i siciliani che devono addossarsi rate di mutuo elevatissime e quasi insostenibili”. Raffa auspica quindi “che le Istituzioni intervengano per superare le discriminazioni esistenti al riguardo”.
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Quanto costerebbe un mutuo nelle principali città
Nell’ipotesi di un mutuo da 150.000 euro della durata di 25 anni, fra le altre grandi città, a Milano la rata mensile sarebbe di 841 euro, a Roma di 821 euro, a Napoli di 980 euro, a Torino di 859 euro, a Firenze di 906 euro. I dati, specifica Fabi, “si riferiscono ai prestiti a tasso fisso, in questo momento più conveniente rispetto al ‘variabile’: ciò perché il mercato ritiene che il livello del costo del denaro sia vicino al picco e, pertanto, ipotizza una discesa nel breve periodo, ovvero due o tre anni, sia del tasso di riferimento sia del livello dell’inflazione”. Consequenzialmente, Fabi ipotizza “una discesa anche per quanto riguarda gli interessi su mutui e prestiti, ragion per cui il tasso variabile potrebbe essere meno vantaggioso, in prospettiva, per la banca che eroga un finanziamento. L’inversione della curva dei tassi si è verificata l’ultima volta nel 2008, nel periodo della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti e del fallimento Lehman Brothers, prima ancora in occasione delle recessioni del 1990 e del 2001. L’andamento dei vari tipi di interessi è legato alle aspettative dei mercati rispetto a due indici interbancari: l’Euribor, utilizzato per i mutui a tasso variabile, e l’Irs (interest rate swap) per quelli a tasso fisso”.