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Ogni catanese perde 120 ore l’anno imbottigliato nel traffico

Arriva a Catania la campagna per promuovere una mobilità urbana più efficiente. Legambiente Catania: “Occupiamo le ultime posizioni in tutti i rapporti che valutano la mobilità sostenibile delle città per uso del trasporto pubblico, mobilità ciclistica e pedonale"

Clean Cities, la campagna itinerante di Legambiente che tocca 18 città italiane, approda a Catania per fare il punto sulle politiche cittadine per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e la mobilità sostenibile, in favore del ridisegno dello spazio urbano per una città a misura di uomo. E di tutto ciò il capoluogo etneo ha un gran bisogno, perché l’aria di Catania è ancora inquinata e ad allarmare è, soprattutto, la distanza rispetto ai valori limite sanitari e persino a quelli più tolleranti che stanno per essere adottati dall’Europa per il 2030. Il PM10 dovrà essere ridotto del 29 per cento entro il 2030, il PM2.5 del 23 per cento e gli ossidi d’azoto (NO2) del ben 41 per cento. Dal 2011 al 2021 Catania ha visto una riduzione dell’NO2 del solo uno per cento: di questo passo, impiegherebbe più di 40 anni a risanare l’aria. Male anche per il Pm10, con una tendenza di riduzione del solo due per cento.

Incidenti stradali superiori alla media nazionale

Dal punto di vista della mobilità urbana, Catania presenta una situazione non proprio rosea, soprattutto per quanto riguarda gli indici di traffico e incidentalità. Ci sono ancora troppe auto in circolazione (79 per ogni 100 abitanti), il che rende il capoluogo siciliano una delle città più insicure d’Italia con valori di incidenti stradali superiori alla media nazionale: 5,72 tra morti e feriti ogni 1000 abitanti all’anno, mentre l’obiettivo al 2030 è indicato sotto i due. L’utilizzo del trasporto pubblico è ancora insufficiente: inferiore di 15 volte rispetto a Milano e 20 volte meno di quel che si osserva in Centro Europa, ma migliora con l’introduzione delle linee ferroviarie e della nuova metropolitana. Insufficiente anche l’offerta di percorsi ciclabili, anche se non pochi i ciclisti urbani che li popolano. Inoltre, serve maggior impegno nell’estensione delle strade a velocità calmierata che è appena di 19 km. Le strade 30, oltre a incentivare la mobilità ciclopedonale, sono indispensabili per ridurre la gravità degli incidenti stradali.

Un mese di lavoro perso in mezzo al traffico

“A causa dell’elevato livello di traffico ogni catanese perde circa 120 ore ogni anno, quasi un mese di lavoro – dichiara Viola Sorbello, presidente di Legambiente Catania – questo colloca Catania al quarto posto in Italia per congestione. Occupiamo le ultime posizioni in tutti i rapporti che valutano la mobilità sostenibile delle città per uso del trasporto pubblico, mobilità ciclistica e pedonale. Le conseguenze più gravi sono per la nostra salute. Per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla mal’aria, nel 2015, Catania emanò un’ordinanza molto coraggiosa – continua Viola Sorbello – il divieto di circolazione in un ampio perimetro urbano per tutte le auto alimentate a gasolio tipo Euro 0 e 1. Azione coraggiosa ma del tutto inefficace per l’assenza di azioni repressive contro la violazione a tale ordinanza”.

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Redazione
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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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