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Ordinanza regionale anti-Covid, Anci chiede chiarimenti a Musumeci

L'associazione dei comuni chiede "chiarimenti interpretativi urgenti" riguardo alle disposizioni contenute nell'ordinanza numero 84, soprattutto in merito all'accesso agli uffici pubblici

“Riteniamo necessari urgenti chiarimenti interpretativi su alcune disposizioni dell’ordinanza n.84 emanata ieri dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che incidono direttamente sul rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione locale”. Questo il commento di Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, che aggiunge: “Pur condividendo pienamente la volontà di incentivare maggiormente le vaccinazioni sull’Isola, emergono forti perplessità, in particolare, sulla possibilità di inibire anche concretamente l’accesso fisico agli uffici pubblici”.

Chiesti chiarimento sull’articolo 5

I dubbi di Anci sono soprattutto su quanto previsto dall’articolo 5 dell’ordinanza, che “va chiarito al fine di specificare, per esempio, la legittimità di accesso fisico agli uffici in tutti quei casi i cui un cittadino maggiorenne, per se stesso o quale rappresentante legale dei propri figli minori, abbia necessità di accedere a servizi non disponibili con modalità telematica o non ancora disponibili, per esempio, presso  taluni comuni di minore dimensione demografica. Si pensi alla necessità di rinnovare la carta d’identità e alle conseguenti attività legate al possesso di un documento di riconoscimento in corso di validità.”

Critiche anche dalla maggioranza all’Ars

“Un atto che sembra frutto di improvvisazione e che rischia di aggravare la già grave situazione”. Con queste parole, i deputati regionali della Lega, facenti parte della maggioranza di gioverno, bollano la recente Ordinanza del Presidente della Regione. “L’ordinanza di Musumeci – affermano i 7 deputati (Catalfamo, Cafeo, Caronia, Figuccia, Pullara, Ragusa e Sammartino) appare ampiamente inapplicabile, oltre che per altri versi illogica e nel suo complesso pericolosa.””Innanzitutto il divieto di accesso agli edifici pubblici (a partire proprio da quelli regionali) per chi non ha il Greenpass, è del tutto inattuabile, visto che gli enti pubblici (a partire dalla Regione) non sono attrezzati per i controlli, ma appare per altro del tutto illegale quando impatta su quegli uffici (siano essi comunali, giudiziari, regionali o della pubblica sicurezza) dove la presenza fisica è indispensabile per la fruizione dei servizi. Per non parlare del fatto che molti enti (a partire dalla Regione) non sono attrezzati per fornire ai propri cittadini utenti tutti i servizi in modalità telematica.Insomma, un provvedimento pasticciato sotto il profilo amministrativo.Molti problemi solleva poi l’obbligo di pagamento per i tamponi finalizzati al Greenpass, che non ha alcun fondamento giuridico e appare ancor di più “anomalo” nel momento in cui la sanità pubblica – come testimoniato dalla immediata chiusura o riduzione dell’attività dei Drive-in – non è in grado di assicurare il servizio.””Insomma – concludono i deputati della Lega – pur condividendo le preoccupazioni sull’andamento dell’epidemia, non possiamo che preoccuparci per le soluzioni proposte dal Governo regionale, che rischiano di aggravare la situazione e che sembrano figlie di un’approssimazione inaccettabile.”

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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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