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Pagamenti Pa, in Sicilia soltanto Ragusa è in regola. “Rischio infrazione europea”

Il capoluogo ibleo paga in media entro 21 giorni, ed è l'unico a rispettare il limite di un mese fissato dalla legge nazionale. Male Palermo (80 giorni), Catania (70) e Messina (37), ma in generale è tutto il Mezzogiorno ad andare a rilento. E Bruxelles valuta provvedimenti

Sui tempi di pagamento delle Pubbliche amministrazioni la Sicilia è ancora molto indietro. Dei nove capoluoghi dell’Isola, nel 2022 solamente Ragusa ha rispettato il limite massimo di 30 giorni per il saldo dei debiti commerciali, pagando in media entro 21 giorni dalla ricezione delle fatture. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi enti locali (Csel) per Adnkronos, realizzata analizzando gli “indici di tempestività” dei pagamenti pubblicati sui siti istituzionali dei diversi enti. Tutti gli altri capoluoghi siciliani superano la soglia di legge. Il ritardo meno grave è quello di Messina (37,34 giorni), seguita da Trapani (40,75), Caltanissetta (43,66), Catania (70,55). Il dato peggiore è quello di Palermo (80,38 giorni), mentre Enna, Siracusa e Agrigento non hanno ancora comunicato i dati del 2022. Il capoluogo di regione è in buona compagnia. Secondo il report, “nell’arco del 2022 il 40 per cento ha superato il limite dei 30 giorni”. Oltre Palermo, si tratta di L’Aquila, Potenza, Catanzaro, Napoli, Roma, Campobasso e Perugia. Il report del Csel fotografa una situazione di stasi. Il risultato dei capoluoghi, infatti, risulta “in linea con quello dell’anno precedente, in cui a sforare erano stati esattamente gli stessi otto enti su venti”.

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I nove capoluoghi siciliani

Lo studio permette di confrontare i dati del 2022 con quelli dell’anno precedente. Oltre a essere l’unico capoluogo virtuoso della Sicilia, Ragusa ha migliorato le sue performance rispetto al 2021. In quell’anno infatti i pagamenti avvenivano in media entro 25 giorni dalla ricezione delle fatture, con un indice di tempestività di quattro punti più alto rispetto a quest’anno. Ben diversa la situazione degli altri enti. Palermo passa da una media di 61 giorni del 2021 a oltre 80 giorni, con un indice in aumento di quasi 20 punti. Male anche Catania, che passa da una media di 58 giorni a oltre 70, con un peggioramento dell’indice di circa 12 punti. Spicca il dato di Trapani, che nel 2021 pagava entro i termini di legge (28 giorni), mentre nel 2022 va ben oltre (40 giorni). L’indice di tempestività, anche in questo caso, è peggiorato di circa 12 punti. Sostanzialmente in linea, invece, il risultato di Caltanissetta, la cui media di pagamento rimane intorno ai 43 giorni, con un indice fisso a 13 punti. Per quanto riguarda gli altri capoluoghi, i dati del 2021 non possono ancora essere confrontati. Il migliore risulta quello di Enna (34 giorni), seguito da Siracusa (40) e Agrigento (70). Non disponibile, invece, il dato del 2021 di Messina.

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Bene Torino, malissimo Napoli

A regolare i tempi di pagamento delle Pubbliche amministrazioni, ricorda il Centro studi enti locali, è il Decreto legislativo 231/2002, secondo cui “i debiti commerciali debbano essere saldati entro 30 giorni dalla data di ricevimento della fattura o richiesta di pagamento”. In casi particolari, si legge ancora nel report, “possono essere siglati specifici accordi che estendono questo limite fino a 60 giorni”. Come detto nel 2022 la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, ma non mancano le note positive. “Sebbene globalmente il numero di enti ‘in fallo’ sia rimasto invariato, complessivamente la maggior parte delle città ha migliorato il proprio indice di tempestività dei pagamenti rispetto all’anno precedente. Mediamente i tempi si sono accorciati di circa otto giorni”. Il dato migliore è quello di Torino, “che ha chiuso l’anno scorso con una diminuzione di quasi due mesi, arrivando a pagare mediamente a 17 giorni contro i 76 dell’anno precedente”, mentre il peggiore è quello di Napoli, “con un indice di tempestività di 206 giorni”. Complessivamente, le performance dei comuni capoluogo sono migliori rispetto al periodo della pandemia. “Nel 2020 le città che avevano sforato i termini erano 11, mentre nel 2019 addirittura 12”.

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Rischio infrazione europea

I dati dei pagamenti risultano peggiori nel Sud. Qui infatti l’attesa per i creditori delle Pa è di circa 70 giorni dal momento dell’invio della fattura, contro i 16 del Nord e i 27 del Centro. “Complessivamente, la media dei tempi di pagamento dei capoluoghi di regione del Mezzogiorno è stata oltre il doppio rispetto a quella delle città del Centro e di ben quattro volte superiore a quella delle città del Nord”, si legge nella relazione. Numeri “pesanti”, nel momento in cui l’Italia è chiamata a spendere i 209 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il 40 per cento dei quali destinato proprio al Mezzogiorno. Per questo, avverte il Csel, ci potrebbero essere conseguenze a livello europeo. “Lo scorso gennaio la commissione Ue ha deciso di avviare una procedura di infrazione di seconda fase nei confronti del nostro Paese, proprio a causa dei nostri ritardi in tal senso”. Il rischio è di “incorrere in rilevanti sanzioni pecuniarie”, come avvenuto anche nel recente passato. “I tempi eccessivamente lunghi dei pagamenti dei nostri enti pubblici sono costati all’Italia, nel giugno 2014, l’avvio di una procedura d’infrazione Ue e, nel gennaio 2020, una condanna da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea”, conclude il report. 

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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