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Parchi divertimento ancora vittime del Covid. Etnaland perde la metà del 2019

Incertezze normative, green pass e distanziamento hanno condizionato l'attività. Dubbi sulla ripartizione degli aiuti, ancora non erogati. Parla Francesco Russello, direttore di Etnaland

Anche il 2021 è stato un anno difficile per i parchi tematici italiani, che archiviano una stagione estiva contrassegnata dalle limitazioni imposte dal Covid e dall’introduzione del green pass, registrando una perdita media tra agosto e settembre del 35 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. La stima è di chiudere l’anno in calo del 50 per cento sul 2019, purché non intervengano ulteriori misure restrittive o lockdown. I numeri sono riportati in una nota dell’associazione dei parchi permanenti in Italia. In Sicilia l’unico parco tematico è Etnaland, vicino Catania, realtà imprenditoriale familiare attiva da decenni, che al parco tematico associa il parco acquatico. Anche qui le quote di fatturato perse non si discostano tanto dal resto d’Italia: “Abbiamo chiuso la stagione con una perdita di circa la metà rispetto al 2019”, dice Francesco Russello, direttore di Etnaland.

Fondi a rischio dispersione

Il calo di fatturato era atteso, ma le difficoltà dei Parchi sono aggravate dalla mancata erogazione dei fondi, pari a 20 milioni, previsti dal governo con un provvedimento, il decreto Sostegni bis, che risale al 30 giugno scorso. Di questi ritardi ha parlato Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e del parco a tema Leolandia, che ha anche denunciato il rischio dispersione dei fondi, “perché mancano criteri chiari per l’assegnazione delle risorse” e la Conferenza delle Regioni ha disposto la ripartizione del contributo tra le Regioni, comprendendo anche quelle nel cui territorio non ci sono parchi di divertimento. “Ho già notizia – ha detto Ira – che in alcune Regioni si sta pensando di destinare parte del fondo ad altri settori dello spettacolo”.

I requisiti per l’erogazione

Per questo motivo, l’associazione Parchi Permanenti Italiani ha scritto, senza ricevere al momento risposta, al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e a tutti i presidenti delle Regioni suggerendo una serie di parametri utili a identificare le aziende della categoria e scongiurare la dispersione delle risorse. Tra i requisiti indicati, per esempio, la presentazione dei bilanci 2019 e 2020 per individuare un’aliquota di intervento sulla perdita di fatturato e quantificare l’ammontare del contributo destinato alle singole imprese. “Stiamo cercando di capire perché ancora gli aiuti non vengano distribuiti dalla Regione – conferma Russello – probabilmente c’è qualche intoppo burocratico”. Alla Sicilia sono stati assegnati fondi per 1,4 milioni di euro, “ma non abbiamo idea di come verranno suddivisi tra le varie realtà, anche qui poco definite, che potrebbero averne diritto”. La ragione di queste incertezze è dovuta, secondo Russello, all’utilizzo, da parte del governo, del canale aperto con le Regioni. “Un canale collaudato, usato probabilmente per trasferire velocemente le risorse, ma evidentemente con qualche problema”.

Etnaland, apertura limitata

L’incertezza, secondo il manager di Etnaland, è proprio la parola chiave della stagione: “Abbiamo aperto il 16 luglio e fino al 5 agosto tutto è andato bene. C’è stato un notevole afflusso anche se gli ingressi erano contingentati per garantire il distanziamento”. Poi, dal 6 agosto è stato introdotto il green pass e “vista la scarsa percentuale di siciliani vaccinati abbiamo subìto un calo. La tendenza però è migliorata rapidamente, e gli accessi sono risaliti”. La stagione, per scelta imprenditoriale, è stata chiusa a fine agosto: “Le tante incertezze normative riguardanti la privacy, la gestione dei documenti personali dei clienti, e le decisioni altalenanti delle autorità ci hanno indotto a limitare l’apertura”.

Soddisfatti dei risultati

Ma Russello malgrado tutto si dice soddisfatto del risultato, registrando circa 195 mila presenze totali e un fatturato che si aggira sui cinque milioni: “Siamo felici soprattutto di avere chiuso senza nessun caso di contagio nella struttura, né tra dipendenti né, che io sappia, tra clienti. E abbiamo anche dato lavoro a oltre 400 persone per alcuni mesi”. Di certo un esito migliore rispetto al 2020, quando il Parco era rimasto chiuso per il lockdown e il fatturato è stato pari a zero, mentre “le spese per la manutenzione e per una trentina di dipendenti fissi le abbiamo dovute sostenere”. L’aiuto pubblico per il 2020, ricorda Russello, “è stato di alcune decine di migliaia di euro, una goccia nel mare. Spero che i fondi previsti per quest’anno siano più adeguati e commisurati alle spese e al fatturato”.

Due miliardi di giro d’affari, 60 mila addetti

Secondo l’associazione dei parchi, fino al 2019 i parchi divertimento italiani, circa 230 tra tematici, faunistici, acquatici e avventura, generavano 1,1 milioni di pernottamenti ed erano visitati ogni anno da 20 milioni di italiani e 1,5 milioni di stranieri. Sempre nel 2019 il comparto ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla sola biglietteria, cifra che sale a due miliardi con l’indotto interno ed esterno. A livello di occupazione, il settore prima della pandemia impiegava 25 mila persone tra fissi e stagionali, 60 mila con l’indotto. Nel 2020 le aziende del comparto in media hanno registrato perdite del 75 per cento, collocandosi a pieno titolo tra le più colpite dalla crisi: il 20 per cento dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura e alcune importanti realtà imprenditoriali italiane sono passate in mano a fondi di investimento stranieri. 

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Turi Caggegi
Turi Caggegi
Giornalista professionista dal 1985, pioniere del web, ha lavorato per grandi testate nazionali, radio, Tv, web, tra cui la Repubblica e Panorama. Nel 1996 ha realizzato da Catania il primo Tg online in Italia (Telecolor). È stato manager in importanti società editoriali e internet in Italia e all’estero. Nel 2013 ha realizzato la prima App sull’Etna per celebrarne l’ingresso nel patrimonio Unesco. Speaker all’Internet Festival di Pisa dal 2015 al 2018, collabora con ViniMilo, Le Guide di Repubblica e FocuSicilia. Etnalover a tempo pieno.

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