Passione per il cibo, costanza e 110 mila follower. Intervista a Pistacchissimo
Una passione personale che è diventata uno dei food blog più seguiti in Italia, con oltre110 mila follower su Instagram. Parliamo diPistacchissimo.it, sito creato e gestito daMarco Rinaldi, ingegnere informatico catanese che dasette anniporta avanti il suo progetto, ormai diventato qualcosa di molto più che un “secondo lavoro”. Tutto nasce da una intuizione: in pochissiminel 2017parlavano dei cibi creati con il pistacchio, e i confronti tra più prodotti erano praticamente inesistenti. “Sono partito con risposte a domande semplici, come quella su dove si mangia lamigliore granita di pistacchio a Catania. Poi ho iniziato a recensire prodotti come ipanettoni, ricordo che la prima volta che l’ho fatto ne ho assaggiati trenta”, ha raccontato Rinaldi ieri nel corso dell’evento “Creativity” diEtna Digital Academy. La formula iniziale è mutuata dalle recensioni sui prodotti tech, come i cellulari, ed è “apparentemente semplice, ma con un grande lavoro dietro e soprattuttopassione e costanza“, prevede da semprerecensioni e i consiglisui prodotti in commercio e su quelli deiristornati della zona etnea, ma anche approfondimenti sulla coltivazione e l’origine dell’oro verde“che chiaramentenon tutto viene daBronte“. Un approccio che definisce “culturale, tanto che sul pistacchio ho anche scritto unlibroin cui affronto tutte queste curiosità”, ha spiegato Rinaldi all’attenta platea riunitasi ieri all’hotel “Plaza” sul lungomare di Catania.L’attività negli anni si è evoluta con eventi speciali e collaborazionicon ristoranti per creareprodottia marchio Pistacchissimo, “dal primo, una siciliana, fino a unhamburger che oggi è stato copiato da tantissimi“. Oggi Rinaldi vende direttamente sul suoshop all’interno del sito, “ad esempio il panettone che ho creato mettendo insieme tutto quello che secondo me mancava negli altri”. Leggi anche –Sicilia, centinaia di specie importate. E il cimicione “alieno” minaccia il pistacchio Se le esperienze, le collaborazioni e le recensioni continuano “a dareautorevolezzaal progetto”, che ormai è un riferimento italiano nonostante alcuni tentativi di imitazione, il successo di un progetto specifico sul pistacchio che “qualcuno pensavanon sarebbe durato nemmeno un anno“, secondo Rinaldi si basa anche su altri fattori legati alla gestione. Bisogna ad esempio “curare la propria community. Ho attirato in questi anni persone che evidentemente hanno i miei stessi gusti, anche perchéindico pochi prodotti preferitiper non disorientare, ma non significa che quelli che escludo non sono buoni. Sono i miei gusti, e sono sempre chiaro è tutto ‘secondo me‘”. Il successo, soprattutto suInstagram“nonostante sia partito daFacebook, piattaforma che era a quei tempi la mia preferita”, ha anche generato una certa riconoscibilità. “Mi capita spesso che qualcuno mi incontri e chieda magari unselfie, sempre con un tono difamiliaritàdi chi evidentemente è abituato a vedermi”. Ultimo ingrediente è infine quello che Rinaldi definisce labidirezionalità: il contenuto non va solo pubblicato, ma bisogna anche rispondere ai commenti, e da questi trarre i suggerimenti. “Replico al 99 per cento dei commenti, compresi i commenti degli haters, immancabili. Dò risposte sempre educate ma ferme a dare un messaggio alla community più in generale anche sultone of voiceda mantenere”. Leggi anche –L’economia del pistacchio: tutti i numeri del Bronte Dop L’evento è stato ospitato da Etna Digital Academy e, oltre a Rinaldi, ha ospitato ancheRiccardo Pirrone, social media manager diTaffo, agenzia funebre romana diventata famosa proprio grazie alla gestione della comunicazione sui social. “Il nostro obiettivo con questo evento di portare professionisti di un certo spessore qui a Catania, dove formiamo social media manager da anni”, spiegaDavide Faranda, socio di Etna Digital Academy. L’obiettivo per il futuro è ambizioso, “cercare di attirare personein cerca di formazione da tutta Italia,magari anche da Milano. I risultati del resto dicono che il90 per centodi coloro che fanno i nostri corsitrovano lavoroin questo campo”, conclude.