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Pfas: come una semplice padella ci avvelena per diecimila anni

Prodotti come padelle antiaderenti, abbigliamento impermeabile, schiume di estintori contengono "Pfas", sostanze tossiche e persistenti che si degradano in tempi lunghissimi. Contaminano le fonti d'acqua e la catena alimentare e gli effetti sulla salute umana sono gravissimi

Una comodissima padella antiaderente può inquinare l’ambiente per decine di migliaia di anni. Allo stesso modo molti materiali per imballaggio o i giubbotti impermeabili da trekking. Il teflon delle padelle, il gore-tex dell’abbigliamento tecnico e molti altri prodotti idro e oleo-repellenti e resistenti al fuoco, dai dispositivi industriali ed elettronici alle schiume antincendio degli estintori, contengono sostanze poli- e per-fluoroalchiliche, in breve “Pfas”. Queste sostanze sono tossiche, se ne stimano tra cinquemila e diecimila diversi tipi e sono conosciute anche come “inquinanti eterni“, perché si degradano in tempi lunghissimi. Prima di essere smaltite, contaminano sorgenti d’acqua e coltivazioni, entrando nella catena alimentare. Sono stati rinvenuti anche nel sangue e gli effetti sulla salute umana sono gravissimi: secondo Greenpeace, possono causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.

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La mappa Pfas d’Europa: in Sicilia 12 siti inquinati

Il progetto “The Forever Pollution Project“, al quale hanno partecipato 18 redazioni giornalistiche (tra cui Le Monde) ha censito ben 17 mila siti in tutta Europa in cui è stata accertata una contaminazione da Pfas. In Italia di località inquinate ce ne sono 1.600, concentrate principalmente tra Lombardia, Trentino e Veneto. Secondo Greenpeace, “il nostro Paese è teatro del più grande inquinamento da Pfas del continente europeo”. In Sicilia la mappa ne conta 12, tutti dislocati lungo le coste. Augusta, Ispica, Scicli, due a Gela, Licata, Palma di Montechiaro, Agrigento, Siculiana, Trapani, Monreale e Palermo. Augusta, sede del polo petrolchimico, e Siculiana, che ospita una discarica di rifiuti, sono i siti dove si registrano le maggiori concentrazioni di queste sostanze nocive che si aggiungono ad altri inquinanti già presenti e ne moltiplicano gli effetti dannosi per l’ambiente e per la salute.

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Limiti di legge ancora tutti da decidere

In Europa è stata vietata la produzione di Pfos e Pfoa, due tipologie di Pfas “a catena lunga” e proprio a febbraio di quest’anno l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha proposto formalmente il divieto di produzione per l’intera categoria di sostanze. Ma si tratta appunto di una proposta e anche l’Italia non ha ancora un divieto per i Pfas, ma solo un disegno di legge che il Senato prima o poi dovrebbe discutere. Greenpeace e Legambiente sollecitano il Parlamento a riprendere in mano il tema e auspicano, tra l’altro, che finalmente venga fissato un limite di legge per queste sostanze che sia aderente allo zero tecnico, con una soglia più alta rispetto allo 0,50 μg/l attualmente proposto. Per Legambiente, è indispensabile inoltre difendersi da tutte le sostanze “inquinanti, persistenti e bioaccumulabili (come fitofarmaci e farmaci ad uso umano e veterinario, pesticidi di nuova generazione, additivi plastici industriali, prodotti per la cura personale, per-fluorati alchilici, microplastiche, ed altre) e approvare un piano nazionale di azione per l’uso sostenibile dei pesticidi, dato che l’ultimo piano redatto dall’Italia risale al 2014″.

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Anche frigoriferi e condizionatori fanno la loro parte

Alla famiglia dei Pfas appartengono anche alcuni gas fluorurati (F-gas), nati per sostituire gli Hcfc (idroclorofluorocarburi) che a loro volta avevano preso il posto dei pericolosi Cfc (clorofluorocarburi), famosi perché causavano il “buco” nello strato di ozono in atmosfera. Gli attuali F-gas sono osservati speciali da parte di molti Paesi europei: pur essendo sicuri per l’ozono, sono dei potenti gas serra e trattengono calore nell’atmosfera fino a 23 mila volte più dell’anidride carbonica (CO2). Le emissioni sono però molto inferiori rispetto a quelle della CO2 e del metano (contribuiscono per un due per cento), ma questi gasi si trovano in frigoriferi, pompe di calore e condizionatori. Il Parlamento Europeo proprio a marzo si è espresso favorevolmente alla revisione della normativa sugli F-gas. La proposta è di eliminarli del tutto entro il 2050 e di limitare altri gas fluorurati. La discussione è aperta e se ne stanno occupando la Commissione europea e il Consiglio d’Europa. L’ipotesi è di trovare sostanze alternative, perché anche questi gas accentuano il “problema dei problemi”: il riscaldamento globale.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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