Piccoli Neet crescono. Siciliani impreparati già dalle elementari
Piccoli Neet crescono. Oggi i bambini siciliani sono i ‘meno bravi” tra i banchi di scuola elementare. Domani, potrebbero finire nelle statistiche deiNeet, (Not in education, employment, or training), igiovaniche non studiano, non lavorano e non si formano? La Sicilia è pienamente investita dallagravitàdel fenomeno. È quasi un incubatore di Neet. Preoccupano i dati sullecompetenzealfabetichetra i bambini delleelementari. Si tratta di competenze di base: comprendere le informazioni, la grammatica, il linguaggio. Saper leggere e scrivere. Requisitiessenzialiper ogni tipo di attività e interazione sociale. Eppure, si trovano tutte nelMezzogiornod’Italia ultime le dieci città capoluogo, quelle dove i bambini hanno i piùbassirendimenti nelle competenze alfabetiche rilevate nei testInvalsiin quinta elementare. Di questediecicittà, sette si trovano inSicilia: Trapani, Palermo, Catania, Agrigento, Messina, Enna e Caltanissetta. La lista nazionale delle ultime dieci si completa con Crotone, Foggia e Napoli. I dati sono di “Openpolis– Con i bambini” e rielaborano i testInvalsidell’anno scolastico 2021-2022. Non è un problema limitato al Sud. Neanche Prato e Bolzano, per esempio, se la passano bene. Leggi anche –Disabili disoccupati involontari e neet. In Sicilia 1.400 posti non sfruttati I primidieciposti della classifica, i migliori percompetenzealfabetiche alle elementari, sono tutti lontani dallaSicilia: Siena, Teramo, Pavia, Ascoli Piceno, Grosseto, Lucca, Como, Monza, Varese e Avellino. Nell’Isola, in compenso c’èun’altissimapercentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione e non sono inseriti in un percorso diistruzioneo formazione. Né scolastica, né universitaria, néqualsiasialtra attività formativa. Nel 2020 i giovaniNeetsicilianierano il 37,5 per cento. Nell’ultimo Rapporto 2023 sulla situazione del Paese, realizzato daIstat, sono quasi un terzo, il32 percento. Il valore è sceso di oltre cinque punti, ma si tratta sempre del datopiù alto d’Italia. Molto oltre la già preoccupante media nazionale di Neet di circa il20 per cento.Otto punti in più della media europea (11,7 per cento). Probabilmente la strada per diventare Neet parte già da un ambientescolasticodove le necessarie competenze alfabetiche si acquisiscono in modo precario oinsufficiente. Guai checrescononegli anni successivi. Senza una solida base di conoscenze in lettura, scrittura e calcolo, le opportunità dicrescitapersonale e professionale sonolimitate. E con esse anche lo sviluppo di un’economiaregionalecompetitivae dinamica. Leggi anche –Siciliani ultimi in abilità digitali e lauree, primi per Neet e abbandoni Deludono anche i livelli diapprendimentodell’italianointerzamedia. Secondo i risultati dei testInvalsi, ripresi daOpepolis, si trovano quasi tutti nelSude nelle isole i capoluoghi con i punteggi piùbassiper le terze medie in italiano. Sei città tra le 15 peggiori sonosiciliane: Trapani, Palermo, Messina, Caltanissetta, Catania e Siracusa. Se estendessimo la classifica alla 16 esima città, vedremmo ancheAgrigento. Secondo Openpolis, “intervenire su quello che ragazze e ragazzi apprendono oggi significamigliorarele loroprospettiveeconomiche e sociali. E quindi anche quelle dell’interasocietànei prossimi anni”. Quanto alle ragioni del problema, l’osservatorio evidenzia la “carenza diinvestimentinell’istruzione e nella formazione degli insegnanti, la mancanza dimaterialididattici aggiornati e l’insufficiente utilizzo delle nuovetecnologienell’ambito educativo”. Il livello di istruzione resta mediamentebasso. I giovani restano piùvulnerabilirispetto al mondo del lavoro. Spesso scoraggiati e privi deiprerequisitiper accedervi. E il divario col resto d’Italia non si accorcia.