Dei fondi del Pnrr, Catania perde 300 milioni di euro di risorse che dovranno essere recuperate attraverso altri canali di finanziamento, dopo che il governo nazionale ha tagliato fuori ben 16 miliardi di progetti. Le somme per Catania erano già decretate, “con tutto il carico di progettazione, analisi, confronti e speranze per cittadini e amministratori locali di ritrovarsi opere concrete e nuovo lavoro entro il 2026 grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza“, commenta la Cgil di Catania. Le somme dovrebbero essere spostate su altri canali di finanziamento, cioè i Fondi complementari. Ma le perplessità non si esauriscono, secondo il sindacato, che ha ricostruito tutti i progetti che a questo punto andranno a valere su piani diversi “di cui però non si è ancora a conoscenza”. Anche Catania, dunque, rischia di essere penalizzata in concreto e per il segretario generale della Cgil etnea, Carmelo De Caudo, “i Comuni saranno ulteriormente affaticati in termini burocratici e nulla si sa dei progetti a valere del Pnrr che erano in corso di approvazione“.
Dai beni confiscati al rischio alluvioni
Questi i progetti a rischio. Dalla misura “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità” al Pnrr di Catania vengono sottratti 26 milioni di euro. Stessa cosa accade alla misura relativa alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Scompaiono dal Pnrr gli otto milioni di euro già decretati per Catania (il plafond intero, per tutta Italia era di 300 milioni di euro). Idem per le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, con un totale di 120 mila euro già decretati. Cancellati anche i 58 milioni di euro destinati agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni. Lo stesso per i cinque milioni di euro destinati alla misura sulla Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano. Infine saranno rimodulati circa 86 milioni di euro sugli Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Variano anche i quasi 186 milioni di euro dal Pui, i piani urbani integrati- progetti generali.
Regole e tempi potrebbero cambiare
Catania perde 300 milioni del Pnrr, ma soprattutto “che succederà adesso?”, si chiede De Caudo. “É una domanda legittima da farsi in un caso come questo e la Cgil nazionale, nonché i sindacati territoriali come il nostro, attendono risposte immediate. Vogliamo sapere se i fondi rimodulati andranno spesi sulla base dei progetti già approvati in ambito Pnrr. Oppure, se si dovrà rifare tutto da capo, magari con altre regole. Se fosse così, tutti avremmo perso del tempo nonché delle risorse economiche e intellettuali preziose. E c’è anche la variabile tempo che ci preoccupa. I fondi del Pnrr potevano traviare sfogo in tempi dignitosi, quelli da investire sui fondi complementari o europei saranno usufruibili non prima del 2029. Sul Pui erano già stati investiti in precedenza i 185 milioni di euro. Ce li ritroviamo ancora oggi. Saranno gli stessi progetti che erano stati promossi nell’ambito Pnrr a essere utilizzati?”.