Pagamenti digitali? No, grazie. A Pos, bancomat e carte di credito i siciliani preferiscono il tradizionale denaro contante. La Sicilia è infatti al 14 esimo posto in Italia per utilizzo di mezzi di pagamento alternativi al contante. Palermo e Catania si piazzano tra le ultime tre città d’Italia. Il fanalino di coda è è Bari. Sono i dati pubblicati da The European House – Ambrosetti nel rapporto “Metropolitan Cities Cashless Index 2022”, che analizza la circolazione del denaro contante e diffusi dalla Federazione autonoma bancari italiani (Fabi). Le abitudini però starebbero cambiando. Secondo il rapporto, infatti, basato su dati 2021, più di sette italiani su dieci hanno indicato la volontà di usare maggiormente gli strumenti di pagamento alternativi al contante. I più volenterosi stanno al Nord-Est (+61 per cento in più rispetto al passato), e al Sud e nelle Isole (+ 60,9 per cento).
Andamento opposto alla media europea
Sui pagamenti digitali, finora, però, “l’Italia rimane un Paese fortemente dipendente dal contante – afferma Gabriele Urzì, segretario provinciale e responsabile Salute e Sicurezza di Fabi Palermo – e il Sud e la Sicilia in maniera ancora più sensibile. Il risultato è che siamo in fondo alla classifica dei Paesi europei basata sul numero di transazioni cashless pro capite, con un andamento opposto alla media europea“. In questo quadro il recente protocollo d’intesa del 27 luglio scorso sottoscritto al ministero dell’Economia tra Abi, Apsp, Cna Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe che prevede iniziative per la riduzione commerciali per ridurre i costi delle transazioni di importo non superiore a 30 euro, dovrebbe favorire maggiormente l’uso di bancomat e carte di credito.
La Sicilia si colloca al 14 esimo posto
“Per quanto riguarda le regioni d’Italia, la Sicilia nella classifica dell’utilizzo dei pagamenti senza contante (Regional Cashless Index 2022) si trova al non invidiabile 14 esimo posto, seguita da Calabria, Puglia, Abruzzo, Campania, Molise e Basilicata. Riguardo alle città metropolitane, le ultime sei posizioni sono tutte patrimonio del Sud Italia o delle Isole, evidenziando la maggiore necessità di diffondere i pagamenti digitali in specifici territori del Paese. In relazione alla circolazione del contante le ultime tre sono Palermo, Catania e Bari. In questo quadro è positivo il protocollo d’intesa raggiunto. “Unicredit, ad esempio – continua Urzì – ha già posto in essere l’azzeramento, fino al 30 giugno 2024, delle commissioni sui micropagamenti elettronici inferiori o uguali a dieci euro per le aziende con un fatturato fino ad un milione di euro”.
Innegabili i vantaggi per la sicurezza
In fatto di pagamenti digitali, “l’aumento della criminalità e delle microcriminalità – aggiunge Urzì – dovrebbe già imporre un minor uso di contante che si traduce, per gli esercenti, in minori rischi. Meno soldi girano, meno pericoli ci sono. Invece, soprattutto in Sicilia ancora c’è chi preferisce maneggiare le banconote perché pensa di avere fra le mani un ‘oggetto di valore’, molto più che con una tessera plastificata. Poi chi paga con banconote e monete non lascia tracce alla cassa del negozio, preservando la sua privacy. E così il contante continua a girare allegramente. Certo occorre attenzione alle frodi e all’utilizzo degli strumenti digitali come abbiamo sempre detto, ma i vantaggi per la sicurezza sono innegabili”. Sono state otto le banche rapinate in sei mesi in Sicilia nel 2023, ricorda Fabi.