Sono 1.026 le ultime assunzioni finanziate dal Dpcm pubblicato il 20 febbraio scorso sulla Gazzetta ufficiale per supportare le amministrazioni comunali al di sotto dei cinque mila abitanti nell’attuazione dei progetti Pnrr di cui sono titolari. Il 53 per cento lavorerà al Sud e nelle Isole. Lo ricorda il Centro studi enti locali (Csel), che riprende anche alcuni dati siciliani: i Comuni che appartengono alla fascia di popolazione con meno di cinque mila abitanti, nell’Isola, sono 210 e sono tutti soggetti attuatori di progetti Pnrr. Tra questi, solo 27 hanno ottenuto assunzioni di personale di supporto con fondi che superano di poco i 900 mila euro (il cinque per cento dei 18,4 milioni di euro messi a disposizione di tutte le regioni) e con un impiego previsto di 49 unità. Riusciranno i nostri eroi – tecnici, ingegneri, architetti, statistici – a spingere per completare in tempo le procedure del Pnrr, attuare i progetti e realizzare gli interventi previsti? Il dibattito è aperto e pressante, soprattutto anche alla luce del fatto che l’Italia sarebbe indietro nell’attuazione del piano di ripresa e resilienza e ci sarebbe anche delle interlocuzioni per allungare i tempi stabiliti. Per quanto riguarda la Sicilia, la sfida a questo punto riguarda tutti gli altri enti territoriali – con popolazioni superiori ed esigenze superiori – che dovranno basarsi sul personale a disposizione. Proprio lì dove spesso gli organici erano insufficienti molto prima che si aprisse l’era del Pnrr.

Leggi anche – Pnrr, “al Sud 10 mila progetti per 16,6 miliardi”. I dati di Confartigianato Sicilia
Un gap di tecnici per l’attuazione del Pnrr
Solo 2.500 dipendenti a tempo determinato sono stati assunti finora in tutta Italia, rispetto ai 15 mila che ci si aspettava. A ricordare la ferita aperta è stato anche Nicola Tonveronachi, del Centro studi enti locali, che in una recente visita a Catania ha sottolineato a FocuSicilia come manchino “300 mila dipendenti, il turn-over non è stato rinnovato, è difficile in pochi mesi metterli dentro con qualità e professionalità adeguate, però ci dobbiamo provare. Ai Comuni i soldi stanno arrivando, la sfida è metterli a terra. Nel Sud c’è una quota notevole di Comuni che non hanno partecipato ai bandi, tranne le risorse a pioggia del ministero dell’Interno sulla rigenerazione urbana e la transizione digitale. Potevano essere molto di più, c’è un gap di tecnici”. In Sicilia, invece, la quasi totalità dei Comuni ha presentato ottenuto finanziamenti per i progetti Pnrr presentati. La disponibilità di personale condizionerà la partita dell’attuazione del Pnrr e nei territori “si vincerà solo se gli enti locali – scrive il Csel – si dimostreranno capaci di avviare le gare rapidamente e assicurarsi che i lavori vengano realizzati in tempi infinitamente più contenuti rispetto a quelli ordinari”.
GUARDA L’INTERVISTA COMPLETA
Leggi anche – Pnrr, siglato protocollo tra la Regione siciliana e le parti sociali
“Al Sud eccellenze che hanno fatto strike”
Resta aperto il dubbio che l’Italia, anche in tema di Pnrr, possa viaggiare a più velocità, e stavolta non sarebbero solo due, ovvero quelle consuete del Sud e del Nord. Secondo Tonveronachi, “ci sono delle aree dove ancora ci sono difficoltà nel comprendere realmente i meccanismo che l’Europa e il governo nazionale hanno messo come presidio per poter assegnare, erogare, far spendere e rendicontare i soldi comunitari del Pnrr. Non è che al Nord o al Centro va tutto bene, è la media che dice che va tutto bene, ma dobbiamo investire perché queste aree ancora in difficoltà recuperino il tempo”. Il 2023 potrebbe quindi essere l’anno del cambio di paradigma e “al Sud ci sono delle eccellenze – riconosce l’esperto – che hanno fatto strike, hanno partecipato a tutti i bandi, c’erano e ci sono persone che hanno più esperienza e sprint o strutture amministrative pubbliche che hanno sempre avuto l’eccellenza di spendere i soldi comunitari del ciclo del settennato. Il Pnrr non è troppo diverso tecnicamente dall’utilizzo di quei fondi, quindi le regioni che erano più avanti sono tendenzialmente messe in buona posizione”.
Leggi anche –Pnrr, in Sicilia in arrivo 36 nuovi esperti. Regione: aiuteranno a ridurre le criticità
Rafforzare la capacità amministrativa dei Comuni
“Il decreto appena pubblicato – ricostruisce il Csel – è attuativo del decreto 152 del 2021, ‘targato’ Governo Draghi. Nell’ottica di rafforzare la capacità amministrativa dei Comuni, l’Esecutivo precedente si è mosso su più fronti: sul finire del 2021, da un lato, furono stanziati 67 milioni per assunzioni di professionisti e esperti da destinare a Comuni nel Mezzogiorno, dall’altro furono creati nuovi spazi assunzionali per contratti a tempo determinato, superando il vincolo della non superabilità della spesa sostenuta nel 2009”. La volontà era dunque quella di supportare gli enti più fragili, non solo in termini di risorse umane ma anche dal punto di vista finanziario. Del resto, proprio in questi giorni si sta tornando a parlare di “correttivi” al Pnrr e “migliorare l’organizzazione della struttura della Pa” – quindi, si sottintende, anche l’assetto del personale – è tra i punti-chiave di una proposta di ‘flessibilità’ che il governo nazionale avanzerà a Bruxelles.