Pnrr motore dell’edilizia: la Sicilia sarà la prima per valore aggiunto

Tutto ruota intorno al Pnrr e anche per Assoesercenti si tratta di unaopportunità imprescindibilecon importanti ripercussioni soprattutto sul settore dell’edilizia: “Se attuato entro il 2026 – dicono dall’associazione – potrebbe determinare un aumento consistente della domanda di lavoro in numerosi settori di attività economica”. IlCentro studi di Assoesercentiha analizzato il comparto delle costruzioni, ripercorrendo i dati di Banca d’Italia e Istat: l’edilizia è il destinatario principale dei fondi del Piano e registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti. Secondo queste rilevazioni, “negli ultimi anniil settore ha registrato una crescita importanteper gli investimenti effettuati, stimolati dalle politiche fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo, con livelli occupazionali che nel 2022 sono cresciuti del 15,3 per cento rispetto a quelli del 2019 (+235 mila addetti). Si valuta che il Pnrr nel settore costruzioni potrebbe determinare unacrescita occupazionale notevole, stimata in circa 62 mila persone subase annua nella media del periodo 2023-26, pari al 6,5 per cento dei dipendenti e al 4 per cento degli occupati totali nelle costruzioni del 2019. La Sicilia, concirca 7.500 domande di lavoro stimate, si colloca al secondo posto nazionale, con una incidenza del 12 per cento sul totale nazionale”. Leggi anche –Assoesercenti: chiudono sempre più imprese, si salva solo l’edilizia Le nuove risorse messe a disposizione dal Pnrr risultano rilevanti rispetto al valore aggiunto regionale del comparto delle costruzioni,particolarmente nelle regioni meridionali.Guardando ai settori nello specifico, spiccano i progetti legati allo sviluppo della rete ferroviaria e alla rigenerazione urbana in Sicilia. Alle risorse assegnate al settore delle costruzioni, in ogni regione si associa lagenerazione di un valore aggiuntoalimentato sia dagli effetti diretti della produzione interna, sia da quelli indiretti, in relazione a quanto ritorna all’edilizia attraverso gli altri comparti (cioè l’impatto che l’attività negli altri settori, stimolata dalle risorse allocate alle costruzioni, ha a sua volta sul settore edile). In termini di valore aggiunto, attivato nelle costruzioni,la Sicilia si colloca al primo posto con un +14 per centodella media del periodo 2023-26 rispetto alla media del 2019. Se si considera che per il totale del nostro Paese si parla di circa il sei per cento in media all’anno, la crescita del valore aggiunto per la Sicilia sarebbe di oltre il doppio, mentre si collocherebbe al di sotto o a pari con la media nazionale per quasi tutte le regioni settentrionali, caratterizzate da livelli inferiori di risorse stanziate. Leggi anche –Asili, mense e palestre: i soldi del Pnrr snobbati dalle amministrazioni siciliane In valore assoluto, invece, la ripartizione regionale del valore aggiunto indotto dal Pnrrmostra come circa la metà dell’effetto complessivo sia riconducibile a cinque regioni:Campania, Sicilia, Lombardia, Lazio e Puglia, ovvero dove le risorse stanziate, intermini assoluti, sono maggiori con la Sicilia che si colloca al secondo posto dopo la Campania. Ancora, secondo la Banca d’Italia, in linea con quanto precedentemente rilevato, a proposito dell’ammontare di risorse stanziate e del conseguente effetto sul valore aggiunto, le regioni in cuil’impatto sull’occupazione è maggiorein termini percentuali si trovano nel Mezzogiorno e, in particolare, in Sicilia, Calabria e Basilicata. Ma ovviamente, l’effettiva domanda aggiuntiva di nuovi lavoratori dipenderà anche dall’evoluzione dell’attività nelle costruzioni, in base anche agliinterventi legati agli incentivi fiscaliper la riqualificazione degli immobili residenziali, che hanno cambiato la dinamica del settore nell’ultimo biennio. Per cui, se la richiesta dovesse retrocedere, anche l’occupazione incrementale generata dal Pnrr si ridimensionerebbe, dato che parte dell’attività da questo generata potrebbe esseresvolta da manodopera già assuntao mediante il reimpiego di lavoratori a tempo determinato il cui contratto è nel frattempo cessato. Leggi anche –Siracusa, costruttori aiutano il Comune a rispettare i tempi del Pnrr Considerando quindi la distribuzione delle figure professionali nei comparti e le risorsestanziate a livello regionale in ogni ambito, ci si attende chein Sicilia la domanda aggiuntiva di lavoratori sarà particolarmente elevataper gli operai specializzati, seguita da quella rivolta agli operai semplici. La richiesta di queste due figure professionali peserebbe rispettivamente per oltre il 53 per cento e oltre il 24 per cento. “Questo exploit – afferma il presidente Assoesercenti,Salvo Politino– è legato al Pnrr e alle iniziative ad esso collegate, spesso di valore rilevante, che trainano la crescita degli importi. La forte spinta sul mercato determinata dagli interventi promossi con il Piano rappresenta un’opportunità irripetibile per l’ammodernamento e la riqualificazione del nostro Paese. Quello che ci preoccupa sono i ritardi nell’investimento delle risorse, la mancanza di figure professionali qualificate negli enti e la mancanza di manodopera”.