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Pogliese: “Catania a rischio zona rossa. La Festa di Sant’Agata sarà diversa”

"La città sta superando il dissesto". Gli aiuti della Regione "sono stati importanti", mentre sul Recovery fund "servivano altre scelte"

“Il rischio di zona rossa esiste”. Non usa mezzi termini il sindaco di Catania Salvo Pogliese, nel corso di una diretta con il nostro giornale. Il numero dei contagi in città “è molto significativo”, dunque l’ipotesi di chiusure invocata dal sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando, “non può essere affatto esclusa”. Al momento, tuttavia, “la situazione negli ospedali catanesi è sotto controllo”, perché rispetto alla prima ondata “si è abbassata l’età media dei contagiati”. Si tratta soprattutto di giovani senza sintomi, “che dunque non creano pressione sul sistema”. Pogliese ha ricordato di essere in contatto con gli esperti del Comitato tecnico scientifico siciliano, con l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e con il presidente della Regione Nello Musumeci, “per compiere le scelte che si renderanno necessarie, nell’interesse esclusivo della città”.

“Una festa diversa a causa del Covid”

Tra le conseguenze più immediate della pandemia, ricorda il primo cittadino, quelle sulla Festa di Sant’Agata. “Sarà un’edizione come mai è stata vissuta”, dice Pogliese, che di concerto con l’Arcidiocesi di Catania ha annunciato modifiche al tradizionale calendario dei festeggiamenti. “Una decisione molto difficile”, ammette il sindaco, ma necessaria anche alla luce della proroga dello stato d’emergenza nazionale al 30 aprile. “Sant’Agata porta in strada centinaia di migliaia di persone, e sarebbe impossibile garantire il distanziamento e le misure di sicurezza”. L’imperativo è quello di evitare “gli errori commessi con i grandi eventi nella primavera 2020, tra le cause del primo lockdown”. Se il calendario dei festeggiamenti subirà delle modifiche, anticipa il primo cittadino, “saranno comunque garantiti alcuni momenti religiosi”, trasmessi anche in streaming “per essere condivisi con il più ampio pubblico di devoti”. La Festa rappresenta “uno dei momenti più caratterizzanti della catanesità”, ma al primo posto c’è l’esigenza “di tutelare la salute pubblica”.

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“Dissesto? Non percepito dalla città”

Per quanto riguarda il dissesto finanziario, secondo Pogliese “non tutti nella città lo hanno percepito”. Il sindaco rivendica l’intervento ottenuto nel Decreto crescita del giugno 2019, “che contiene un eccezionale aiuto per il comune di Catania”. L’emergenza economico-finanziaria “è parzialmente rientrata”, fermo restando la sorveglianza “del ministero dell’Interno e degli altri Enti preposti”. Se molte emergenze sono state superate è anche grazie “ad alcuni percorsi innovativi avviati dall’Amministrazione”. Come la sinergia con il mondo imprenditoriale, che ha portato “a interventi di fattiva collaborazione”. Per esempio i concerti di Capodanno del 2018 e 2019, i mercatini e le luminarie, che in altri anni andavano a pesare sulle casse “per circa un milione di euro”. Ma il sindaco ricorda anche le opere di arredo urbano, “come le rotatorie inaugurate nelle ultime settimane”. E ancora, il “tesoretto” dovuto alla tassa di soggiorno, “che prima del crollo fisiologico dovuto alla pandemia siamo riusciti a incrementare in modo importante”.

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“Sul Recovery servivano altre scelte”

A proposito di risorse, sul Recovery fund il giudizio non è del tutto positivo. “Ci saremmo aspettati altre scelte ed altri stanziamenti”, dice il primo cittadino, che sottolinea la preoccupazione “per la crisi di queste ore, che potrebbe influire negativamente”. Alcune iniziative a sostegno delle infrastrutture di Catania sono state messe in campo, a partire dalla Metropolitana. Per Pogliese questo sarebbe “un intervento di eccezionale valenza”, ma le aspettative sulla spesa dei fondi europei “erano più alte”. “Siamo in attesa di capire ciò che il Governo nazionale vorrà fare”. Di certo il Recovery fund è un’occasione irripetibile per “colmare un gap infrastrutturale che vede il Meridione d’Italia anni luce indietro rispetto al resto del Paese”. Per questo il Sud e la Sicilia “meriterebbero una particolare attenzione”, cosa che al momento “non sembra essersi concretizzata. Spero però di essere smentito dai fatti”.

“Vorrei ricandidarmi nel 2023”

La Regione siciliana durante l’ultima finanziaria “ha dato una mano concreta agli enti locali”, malgrado lo scetticismo iniziale “di molti osservatori politici”. Nella maggior parte dei casi si è trattato di rimodulazione di fondi europei, “che richiedono un iter molto complesso”. Tra gli altri interventi importanti, secondo il primo cittadino l’iniziativa dell’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo sull’acquisto di alcune notti nelle strutture turistiche. Sul lato più politico Pogliese – coordinatore di Fratelli d’Italia per la Sicilia orientale – ritiene “assolutamente fisiologico che un partito come Forza Italia possa cambiare metà della propria delegazione”. In ogni caso il peso politico della coalizione in Giunta “è assolutamente in equilibrio” rispetto alla vittoria di Musumeci nel 2017. A proposito di vittorie elettorali, a due anni e mezzo da quella che l’ha portato alla guida della città, Pogliese rivendica la sua scelta. A proposito della vicenda giudiziaria che lo riguarda, si dice certo della propria correttezza “sul piano pratico, etico e morale”. Anche per questo nel 2023, se ci fossero le condizioni, sarebbe felicissimo “di essere ricandidato alla guida della città”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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