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Precari Covid: micro-proroga a Catania, martedì protesta a Palermo

L'Asp di Catania rinnova fino al 30 aprile solo per il sette per cento dei lavoratori interessati, compatibilmente con i vuoti in organico. Dal Coordinamento precari suggeriscono di prevedere uno scostamento di bilancio del dieci per cento in favore del comparto sanità

Arriva una proroga della proroga, ma è minuscola, per i lavoratori precari Covid della sanità in servizio all’Asp di Catania: la delibera del 10 marzo ha prolungato di qualche altra settimana i contratti rispetto alla precedente delibera dell’uno marzo, ma solo per 27 delle 368 unità (appena il sette per cento) che auspicavano un rinnovo. Una piccola parte continuerà quindi a svolgere il proprio incarico fino al 30 aprile (qualcuno fino al due aprile), con proroghe finalizzate ad avviare le procedure di stabilizzazione, così come previsto dalla nota dell’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo del 28 febbraio scorso. La proroga è stata applicata solamente “per quei profili professionali per i quali la dotazione dell’Asp ha posti disponibili in base ai vuoti in organico”, e alla possibilità di coprire finanziariamente i costi, come si apprende da fonti dell’Azienda sanitaria, che insieme a Palermo è tra le realtà con maggiori presenze di personale precario Covid. A Catania, all’inizio erano circa un migliaio, sono passati a 600 tra riduzioni imposte dall’assessorato regionale della Salute e dimissioni volontarie e oggi superano appunto le 360 unità. Dopo l’imminente colpo di scure, ad essere tagliati fuori saranno in particolare gli assistenti amministrativi, ben 204, insieme ad altri profili per i quali l’Azienda non ha una capienza adeguata tale da poter prospettare la prosecuzione del rapporto nell’ottica di una stabilizzazione.

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Valutare lo scostamento di bilancio del dieci per cento

Cosa succederà quindi tra un paio di giorni, dal 16 marzo, quando tra gli uffici verrà a mancare più del 90 per cento del personale in servizio? “Sembra quasi che l’Asp non si ponga il problema di come erogare i servizi e non valuti l’apporto di questi lavoratori”, osservano Andrea Chiovo e Mario Grasso, referenti del Coordinamento regionale professionisti emergenza Covid, per i quali “sulle coperture finanziarie basta ragionare tutti insieme con l’assessorato della Salute” e considerare la possibilità “di uno scostamento di bilancio del dieci per cento, possibile grazie alla legge Calabria a favore del comparto sanità”. Il problema investe infatti tutte le Asp dell’Isola che, man mano che scadranno le proroghe disposte autonomamente da ciascuna azienda e con scadenze diverse da provincia a provincia, si troveranno davanti con lo stesso problema da risolvere, che si è solo protratto più avanti nel tempo.

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Domani un’altra manifestazione davanti all’Ars

In questo senso non risulta vi sia ancora una linea di azione definita da parte del governo regionale, anzi dal Coordinamento ritengono che “l’orientamento sia incomprensibile, con proroghe che sono un palliativo che non rispetta l’interesse dei vari lavoratori e la valorizzazione del loro percorso rispetto ai livelli essenziali di prestazioni che le Asp devono garantire”. Un’ulteriore ragione per cui domani, martedi 14 marzo, i precari saranno nuovamente davanti l’Assemblea regionale siciliana, a Palermo, a chiedere di essere accolti per sollecitare ancora una volta le istituzioni alle quali rappresentare le proprie posizioni. Ma c’è anche altro. “Non escludiamo la possibilità di impostare la battaglia anche su campi differenti – aggiungono Chiovo e Grasso – e a difenderci legalmente visto che c’è una norma che tutela i lavoratori, all’interno del decreto Milleproroghe, per un percorso di stabilizzazione”.

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Cgil e Uil: “Ricognizione? Non si è visto nulla”

Anche Cgil e Uil saranno in piazza con i precari Covid della sanità. Il concentramento sarà in piazza Indipendenza alle 14 e da qui partirà il corteo verso piazza Parlamento. I contratti a chi ha lavorato nel comparto sanità con qualunque funzione sono scaduti a dicembre, due mesi di proroga dovevano servire per una ricognizione dei vuoti e delle esigenze di organico ma “ancora – denunciano i segretari generali di Cgil e Uil Alfio Mannino e Luisella Lionti – non si è visto nulla. La sanità siciliana così rischia di andare a rotoli – sottolineano – e lavoratrici e lavoratori che hanno lavorato in un periodo particolarmente difficile di restare per chi sa quanto senza risposte. Oggi il governo torna sulle ricognizioni di cui si parla da mesi – rilevano Mannino e Lionti – quando negli atti delle aziende sanitarie sono chiari i vuoti d’organico. Noi chiediamo un percorso chiaro e dai tempi prestabiliti e stretti, nel rispetto della normativa e della Costituzione,  affinché non si determinino ancora danni per la sanità, ledendo il diritto alla salute dei cittadini e  quello al lavoro di tanti”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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