Precari Covid, oggi le liste definitive. Fp Cgil: “Procedure discriminatorie”

La Regione chiedel’elenco dei precari assunti per la pandemia da Covid-19 da avviare alla stabilizzazione, comprendendo non solo medici ma anche i tecnici, gli operatori amministrativi e gli ausiliari. “Codesta azienda dovrà procedere conl’invio del documento di programmazione del fabbisognoentro e non oltre giorno10 luglio 2023“. Questa la richiesta recapitata lo scorso3 lugliodall’Assessorato regionale alla Salute, specificamente dalDipartimento per la Pianificazione Strategica, alleAziende Sanitarie provinciali. Oggetto della missiva il “piano triennale di fabbisogno del personale ai fini della predisposizione degli atti di ricognizione per lastabilizzazione del personaleprecarioai sensi della Legge 234/2021″. Nella nota trasmessa dalla Regione si specifica, inriferimento all’accordo siglato lo scorso 31 marzo con i sindacati, chei posti sono “al 50 per cento” da destinare a concorso. Ma essendo “i posti a stabilizzazione superiori ai posti destinati all’esterno”, di fatto non ci sarà modo di recuperare esterni,stabilendo il protocollo stesso la priorità al personale in servizio. E secondo il sindacatoFunzione Pubblica Cgilqueste stabilizzazioni si stanno configurando come “una procedura discriminatoria“. SecondoGaetano Agliozzo, segretario generale di Fp Cgil Sicilia,Monica Genovese, segretaria con delega alla sanità edAntonio Trino, Coordinatore Regionale Sanità della Fp Cgil, “il protocollo d’intesa, da noi non firmato conferma ancora una volta i nostri dubbi perchéi criteri di priorità usati favoriscono coloro attualmente in servizio, lasciando fuori precari conmaggior periodo accumulatoma che non hanno avuto la fortuna di essere rinnovati”. Secondo i sindacalisti “ildocumento recapitatoin questi giorni ai variCommissari delle Asp, che porta l’autorevole firma del DottorSalvatore Iacolinoe che è assolutamente condivisibile nei contenuti, pone non pochi problemi nel tema delle stabilizzazioni”. Secondo Agliozzo, Genovese e Trino, “si capisce chead invarianza del tetto di spesa, argomento rovente da noi più volte sollevato,non si potranno rivedere al rialzo i piani triennali e le piante organiche, per cui rimarranno, probabilmente, estromessi dalle stabilizzazioni quei precari non più in servizio e che magari hanno più di 18 mesi,potrebbero rimanere esclusi anche i precari con i 18 mesi per mancanza di posti, stante la doverosa riserva del 50 per cento per i concorsi esterni”. I tre dirigenti sindacali dichiarano che anche “ilritardo nel procederealla condivisione di un protocollo d’intesa ha creato la situazione odierna, in quanto, ed era facilmente prevedibile, molti commissari hanno proceduto autonomamente nel periodo divacatioa bandire le stabilizzazioni e ciò comporta quello che denunciammo da subito, cioè la diversità comportamentale ospedale per ospedale con evidenti discriminazioni”. I tre sindacalisti Agliozzo, Genovese e Trino lanciano infine un appello al governo regionale guidato daRenato Schifani: “La smettesse di fare solo programmi e slogan ed investisse risorse nel pubblico impiego per potenziare l’assistenza a tutti indistintamente, anziché continuare a dar corso ad unabecera privatizzazioneche non diminuisce certo i costi e non migliora la risposta sanitaria, ma aumenta solo gli introiti per l’imprenditoria privata”, concludono i tre sindacalisti della Funzione pubblica Cgil.