Con 5.986 produttori e poco meno di 39.805 mila ettari la Sicilia è tra le regioni d’Italia dove l’agroalimentare a marchio Dop Igp ed Stg è cresciuto maggiormente in questi due anni. Lo certifica Istat che ha diffuso il report per l’anno 2021 sui prodotti di qualità certificata dall’Unione europea. In quell’anno la Sicilia ha anche raggiunto quota 67 produzioni a marchio di qualità, di cui 31 vini, categoria non inclusa nel report Istat. La crescita negli operatori delle 36 Dop e Igp food rispetto al 2020 è del 5,3 per cento, ovvero 299 produttori in più. Un aumento parallelo a quello delle superfici, cresciute del 3,2 per cento, ovvero più 1.247 ettari.
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Ortofrutta e cereali, Sicilia seconda in Italia
L’aumento, come sottolineato nel report, è in solo in parte da attribuire alle due “new entry” siciliane nella larga schiera degli 838 prodotti a marchio di qualità nazionali. Sono la Pesca di Delia a Indicazione geografica protetta (Igp) e il Pistacchio di Raffadali di Denominazione di origine protetta (Dop) le cui zone di produzione si estendono tra diversi comuni in provincia di Caltanissetta e Agrigento in Sicilia. Il settore degli Ortofrutticoli e cereali è infatti quello a più forte crescita a livello nazionale (più 5,6 per cento di operatori, più 5,9 per i produttori), con la Sicilia che ha l’11,5 per cento del totale dei produttori, 2.320, dietro solo al Trentino-Alto Adige che, soprattutto con la produzione di mele, conta 10.357 produttori quasi equamente distribuite tra le province di Trento e Bolzano.
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Nell’Isola numero record di operatori della trasformazione
Ai produttori in Sicilia si aggiungono 234 operatori della trasformazione con 251 impianti, il dato più alto d’Italia. L’Isola conta del resto ben 18 produzioni a marchio di qualità: oltre alle già citate Pesca di Delia Igp e Pistacchio di Raffadali, vi sono stati i recenti ingressi del Cappero delle Isole Eolie Dop, il Limone dell’Etna Igp (entrambe con certificazione ottenuta nel 2020). Queste si affiancano a produzioni storiche e più conosciute anche dal grande pubblico, come l’Arancia Rossa di Sicilia Igp, il Pistacchio Verde di Bronte Dop, il Pomodoro di Pachino Igp, il Cappero di Pantelleria Igp e molte altre, con il lungo elenco consultabile nel portale dedicato del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
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Olio extravergine d’oliva
Capitolo a parte è dedicato all’olio extravergine d’oliva: la Sicilia si conferma terza regione d’Italia per produzione a marchio di qualità, con sei produzioni presenti nel novero delle Dop, ovvero Monte Etna, Monti Iblei, Valdemone, Valle del Belice, Val di Mazara e Valli Trapanesi, affiancati dall’olio Sicilia Igp. La Toscana ha il maggior numero di operatori presenti nel settore, 10.145 (il 42 per cento), seguita dalla Puglia con 3.939 (16,3 per cento). Sono 3.754 gli operatori in Sicilia (il 15,6 per cento del totale nazionale), tra cui 3.579 produttori e 283 imprese di trasformazione. Tra questi, 108 sono sia produttori che trasformatori. Questa produzione di qualità, con i suoi 25.487 ettari, rappresenta solo il 16 per cento del totale siciliano di circa 159 mila ettari. Il calo della produzione è stato costante negli ultimi anni, dalle 27 mila tonnellate di olive raccolte del 2021 si è scesi ai circa 17 mila del 2022, mentre nella stagione 2017-2018 la raccolta aveva raggiunto la cifra record di 52.380 tonnellate. L’olio a certificazione di qualità può quindi garantire maggiori margini di guadagno. Secondo i produttori per la sostenibilità del settore è sempre più importante “puntare sulla qualità, sempre ottima in Sicilia, e non sulla quantità e la concorrenza con Spagna o Paesi del Nord Africa”, come spiega il presidente della Dop Monte Etna Giosué Catania.