È una vecchia storia che si ripete periodicamente, ma come al solito quando si parla di assistenza sanitaria la prima vittima della deregulation e confusione generale che regna sovrana nella sanità è solo e soltanto il paziente, sballottato da una parte all’altra in uno scontro tra diverse branche dello stesso settore che spesso non comunicano tra loro. Per di più in un ambito che sembra sempre più proiettato a ridurre al minimo la sanità pubblica per demandare molte discipline al settore privato che cresce sempre di più. L’ultima vicenda riguarda le prescrizioni degli specialisti. Un gruppo di medici di famiglia che opera in provincia di Catania si è detto addirittura pronto a presentare un esposto alla Procura, lamentando che spesso e volentieri molti loro pazienti si presentano in ambulatorio con veri e propri “pizzini” in carta semplice dove lo specialista di turno richiede analisi, visite specialistiche e soprattutto prestazioni radiografiche come tac e risonanza.
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I medici di famiglia non vogliono essere passacarte
I medici di medicina generale lamentano che spesso il loro lavoro viene relegato soltanto alla qualifica di scrivano o passacarte, con tutte le conseguenze che ne competono in fatto di omissione di assistenza e di responsabilità e competenze e partono all’attacco con una lettera inviata il 18 giugno scorso all’Aiop Sicilia (Associazione ospedalità provata) e a numerose case di cura e policlinici privati catanesi in cui scrivono: “I sottoscritti con la presente espongono quanto segue, chiedendo immediati provvedimenti per l’adozione delle norme-leggi vigenti oltremodo disattese“. E aggiungono: “Pervengono quotidianamente fogli prestampati, senza firma né timbro, o addirittura ‘pizzini’ scritti dagli stessi pazienti, con richieste di ogni genere, dalle indagini strumentali, di laboratorio alle visite di controllo, alle prestazioni farmacologiche senza Pt rilasciato, richieste con omessa specifica, che trattasi di farmaco di fascia C o non prescrivibile col Ssn, alle richieste di ricovero ordinario, Dh, Ds. Nonostante da anni si cerchi di non esacerbare i toni e nonostante ad oggi telefonicamente si cerchi di spiegare ai colleghi e personale amministrativo l’obbligo delle prescrizioni, persiste una situazione divenuta insostenibile con ostinato rifiuto e anche con toni minacciosi“. Il gruppo di medici ricorda nella lettera che le norme vigenti “obbligano l’uso del ricettario che obbliga gli specialisti accreditati e contrattualizzati alle prescrizioni già dalla visita di controllo autorizzata”.
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Prescrizioni definite inappropriate e spesso rifiutate
Sembra una vicenda di “lana caprina” se non fosse una questione seria perché alcune volte i pazienti si sono addirittura visti rifiutare la prescrizione perché definita inappropriata o doppione di una precedente prescrizione, anche alla luce delle ultime disposizioni della Regione che ha invitato le aziende sanitarie ad astenersi da spese inappropriate per coprire un buco sanitario sulla cui entità nessuno si sente di dire qualcosa. Sembra di essere davanti al classico gatto che cerca di mordersi la coda, girando su se stesso. Perché se da un lato gli specialisti non fanno le ricette con i medici di famiglia che protestano, dall’altro i medici ospedalieri e gli specialisti sostengono che i medici di famiglia spesso anche per piccoli interventi banali consigliano al paziente di recarsi in ospedale, di fatto contribuendo ad intasare i Pronto soccorso.
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Una vicenda che si trascina da oltre sette anni
Già in passato della vicenda si erano occupati anche gli uffici preposti dell’Asp Catania. Nel 2017 l’Azienda catanese in una nota inviata a tutti i direttori dei Distretti sanitari faceva specifico riferimento a una nota dell’assessorato alla Salute in ordine all'”Obbligo per i medici ospedalieri, per gli specialisti, di consegnare agli utenti prescrizioni in modalità Dem (dematerializzata) o su ricettario Ssn per i medicinali concedibili con oneri a carico del Ssn” e qualora non sia possibile l’erogazione del I ciclo di terapia a seguito di dimissione ospedaliera o di visita specialistica “aveva chiesto a questa azienda una relazione sulle segnalazioni di inadempienza ricevute e sulle azioni conseguenziali intraprese”. La nota si concludeva invitando i direttori a predisporre quanto necessario per sensibilizzare alla collaborazione i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, affinché segnalino ai distretti casi di irregolarità prescrittive farmaceutiche riscontrate da parte dei medici specialisti”.
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Un tavolo tecnico senza risultati
Sempre nel 2017, l’Asp Catania predispose un tavolo tecnico in cui si evinse che in assenza di regolamentazione sarebbe stato necessario segnalare all’Ordine dei medici gli specialisti che avessero continuato a comportarsi irregolarmente. Sempre nello stesso anno l’allora direttore sanitario dell’Azienda, Franco Luca con una lettera inviata a tutti i direttori dei Distretti Asp, ma anche ai direttori generali del Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico-San Marco stigmatizzava sul mancato utilizzo del ricettario da parte degli specialisti per prescrizione di farmaci e accertamenti. “Ancora oggi – si legge nella nota di sei anni fa – si osserva come non tutti gli specialisti delle UU.OO ospedaliere facciano correttamente uso del ricettario regionale, sia in modalità ricetta rossa, sia in modalità dematerializzata”. E concludeva: “Si porta a conoscenza anche la fattispecie dell’obbligo degli stessi specialisti della redazione del certificato di malattia con modalità telematica Inps in tutti i casi di pazienti venuti alla loro osservazione, oltre alla necessità di una corretta ed esaustiva lettera di dimissioni, riportante diagnosi conclusiva ed eventuali prognosi”.
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L’ospedale Cannizzaro recepisce la richiesta
Il 29 giugno la direzione dell’ospedale Cannizzaro, con una circolare firmata dal commissario Salvatore Giuffrida interviene sulle competenze dello specialista e scrive: “A seguito della nota dell’assessorato alla Salute sulle ‘Competenze alla redazione della richiesta di ricovero‘ nella quale si fa riferimento alla nota prot. 22099 del 12 aprile 2023 da parte della Federazione italiana Medici di Medicina generale nella quale i medici di medicina generale rilevano frequentemente richieste di ricovero nelle varie tipologie esistenti, avanzate dai dirigenti medici, la direzione aziendale rinnova alle Ss. Ll. la normativa in esame”. E più avanti Giuffrida dispone: “la responsabilità di programmare un accesso in day hospital-surgery spetta esclusivamente allo specialista ospedaliero, al termine di una visita specialistica richiesta dal medico di medicina generale. Le prestazioni diagnostiche e-o specialistiche correlate al ricovero sia in regime di day hospital che di day surgery devono essere effettuate nella medesima struttura presso la quale è programmato il ricovero…”. In una delle ultime lettere inviate alle autorità sanitarie medici titolari della protesta hanno chiesto un incontro urgente per chiarire i contorni di una vicenda che rischia di abbattersi sui pazienti e lamentano la confusione venutasi a creare anche per i certificati di continuazione infortuni.