“Ho visto una perdita di speranza e ho visto tanti giovani andare via. Per rinascere serve un progetto di sviluppo”, che sappia mettere insieme e potenziare tutte le eccellenze di questo territorio, dall’agricoltura con i suoi prodotti tipici all’industria con aziende come ST o Pfizer, e così via. Così Giacomo Rota, segretario della Cgil di Catania dal 2014 fino a pochi giorni fa, sintetizza il suo punto di vista sugli ultimi 20 anni di storia di Catania e della politica cittadina, da Scapagnini a Pogliese passando per Stancanelli e Bianco. Dalla crisi dei mutui subprime del 2008 alla pandemia. Una storia raccontata da uno dei protagonisti dell’economia e della vita sociale della città e dell’intera provincia. Oggi Rota è diventato segretario regionale della Filctem Cgil, passando a un settore strategico, in cui si incrociano energia, acqua, chimica. Un settore al centro del Pnrr, il piano nazionale di investimenti deciso dal governo Draghi.
Città ossimoro
“Catania è una città ossimoro – commenta Rota – una città che comprende la grandezza e la sua negazione”. Per questo il dirigente Cgil critica la Regione e i presidenti che si sono succeduti negli ultimi anni fino a Musumeci, ma anche i sindaci che hanno amministrato la città in passato, arrivando fino all’attuale primo cittadino Salvo Pogliese, particolarmente chiamato in causa. “Quello che manca – sostiene Rota – è l’incapacità di fare sistema, di valorizzare le tante opportunità presenti in questa terra”. E la pubblica amministrazione è in ginocchio per carenze di organico e di formazione. Inoltre non c’è turn over, “manca anche qui un progetto per riqualificare i lavoratori e i servizi alla collettività”.
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Sfruttare il Superbonus
Secondo Rota la misura del Superbonus 110 per cento “è importantissima, anche se secondo me dovrebbe essere reso più snella e agile”. Con questo strumento è possibile fare tantissimi lavori sugli edifici praticamente a costo zero, a partire dall'”adeguamento antisismico: Catania e la sua provincia sono zone ad altissimo rischio sismico, ma per esempio non si capisce perché non sia classificata in zona 1, la più alta”.
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Più investimenti sul lavoro
Anche sul reddito di cittadinanza Rota ha dubbi: “Noi abbiamo sempre detto che era una risposta insufficiente e sbagliata al problema della povertà”, pur riconoscendo che in tempi di pandemia la misura è stata importantissima per alleviare le sofferenze di persone che non hanno un lavoro. Secondo Rota il problema è che “lo Stato è incapace di fare politiche attive del lavoro serie”. Bisognerebbe “rivedere lo stato sociale e fare investimenti per formare e riqualificare i disoccupati e riaccompagnarli nel mondo del lavoro”. Al centro del modello di sviluppo dobbiamo rimettere l’uomo, il cittadino, il lavoratore. Occorrono “forti e precise scelte politiche”, insiste Rota.
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Pannelli fotovoltaici e terreni agricoli
Sui temi dell’energia, ribadisce Rota, è necessario ancora una volta un progetto di visione complessiva. E critica la tendenza a installare mega impianti fotovoltaici in terreni agricoli, che rischiano la desertificazione e favoriscono la speculazione. Nel Pnrr, dice Rota, i soldi per riparare gli acquedotti colabrodo che perdono anche metà dell’acqua che trasportano in una regione che soffre spesso la carenza di acqua.
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Esporteremo “munnizza”, un disastro
E sui rifiuti, infine, dice Rota “noi come Cgil siamo per sviluppare e aumentare la raccolta differenziata, ma anche qui ci sono grandissime colpe della politica e della Regione in particolare, che in decenni non ha saputo o voluto risolvere il problema”. Quindi, con le discariche ormai sature, il futuro che immagina Rota non è affatto roseo: “Noi ci ritroveremo con le discariche chiuse e dovremo mandare i rifiuti all’estero. Esporteremo “munnizza” e sarà disastroso per le casse dei comuni e per le tasche dei cittadini”.
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“Io sono ottimista”
L’ultimo pensiero però Rota lo volge in positivo, sia nei confronti della “sua” Cgil e del suo successore Carmelo De Caudo, sia nei confronti dei cittadini “perché nonostante tutto la voglia dei catanesi di andare avanti dei catanesi è enorme. Io sono ottimista”.