Attività lavorativa dei professionisti sanitari all’interno delle strutture di prossimità da normare secondo il contratto nazionale della medicina generale; mancanza di finanziamenti per il personale sanitario da inserire al loro interno; carenza di medici di medicina generale da contrastare: sono le maggiori criticità della Missione 6 Salute del Pnrr nel garantire l’operatività delle strutture previste, come emerse nel convegno organizzato dalla Cisl Medici di Catania sul tema. “L’obiettivo della Misura 6 Salute del Pnrr in risposta alla crisi pandemica – ha sottolineato Massimo De Natale, segretario generale Cisl Medici Catania – è di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure”. Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio, le cosiddette Case di comunità (Cdc) e Ospedali di comunità (Odc). Nella provincia di Catania saranno previste 29 Cdc e 10 Odc. Le Case della Comunità sono composte da équipe multi-professionale di medici di medicina generale, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e anche assistenti sociali. Nelle previsioni, la casa sarà un punto di riferimento continuativo per la popolazione.
Case di comunità e contratto collettivo di lavoro
Ma nei fatti qualcosa non convince il sindacato dei dirigenti medici della Cisl. “La Misura prevede che all’interno delle Case della Comunità – spiega De Natale – l’attività lavorativa dei professionisti sanitari dovrebbe essere organizzata da un management. Ogni professionista sanitario, indipendentemente dal proprio contratto di lavoro, dovrebbe seguire il modello organizzativo definito internamente alla struttura. Invece – precisa il dirigente sindacale – noi diciamo che dovrà essere normata dal contratto nazionale della medicina generale. Inoltre, il Pnrr non prevede risorse per il finanziamento del personale. Quelle che dovranno finanziare l’assunzione di 16.531 persone dal 2027 sono molto incerte e dovrebbero essere reperite con i risparmi prodotti dalla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria”.
Aumentare l’accesso per la medicina generale
“Nelle intenzioni della Misura, la CdC dovrebbe diventare lo strumento per coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici, una sorta di Punto unico di accesso (Pua) alle prestazioni sanitarie. Che viene però inteso esplicitamente come Pua sanitario, in contrasto con le normative vigenti che invece lo intendono sanitario e sociale”. E il personale medico? Secondo De Natale “è ora che aumenti l’accesso per la Medicina generale. Mancano infatti i medici di medicina generale e non si tiene conto del tasso di abbandono, tra il 10 e 20 per cento ogni anno, tra gli iscritti ai corsi di formazione. Sulle basi dei dati raccolti dalla Sisac – Struttura interregionale sanitari convenzionati – in Italia nel 2027, mancheranno circa settemila medici”.
Ospedale di comunità: aumentare l’organico
“Per quanto riguarda l’Ospedale di Comunità si tratta di strutture sanitarie della rete territoriale ‘a ricovero breve’ e destinate a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Saranno strutture intermedie tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati di 20 posti letto (max 40), a gestione prevalentemente infermieristica. Sarebbe opportuno chiamarle ‘degenza sanitaria territoriale’ e dovranno fornire una maggiore appropriatezza delle cure, per ridurre gli accessi impropri ai servizi sanitari come, ad esempio, quelli al pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche. Per tutte le strutture – mette in guardia De Natale – la relativa operatività, in termini di personale, dovrà essere garantita nell’ambito delle nuove risorse. Dovrà essere previsto un incremento strutturale delle dotazioni organiche, ma ad oggi mancano le risorse economiche e il personale medico e infermieristico”.